“Qualunque posto va bene per gettare l’immondizia, purchè non sotto casa mia”

La realtà planetaria è sotto gli occhi di tutti. I mutamenti climatici provocano, come accaduto di recente in varie aree del mondo, effetti devastanti; la crisi alimentare ha raggiunto livelli allarmanti: quasi un miliardo di persone nel mondo sono sottonutrite; diverse città della nostra Provincia, in primis Napoli, “soffocano” perché sommerse dai rifiuti. Sono solo alcuni dei segnali della sofferenza del pianeta provocati dalle ferite inferte dall’uomo alla terra, i cui micidiali effetti si stanno ripercuotendo sull’uomo stesso.

Vedendo i cumuli di immondizia giacenti lungo le strade di Casoria, ci interroghiamo sulle responsabilità politiche di questa situazione, ma quel pattume nauseante evidenzia anche un certo tipo di rapporto delle persone con la propria città e un certo tipo di sensibilità per il vivere insieme. Domandiamoci: per i beni della collettività ( arredo urbano, aree verdi, edifici pubblici…)abbiamo la stessa cura e la stessa premura che mostriamo per i nostri beni privati? Genera sconforto e indignazione vedere la Parrocchia di S. Antonio Abate, nel quartiere Duca D’Aosta,  letteralmente circondata dalla spazzatura che emana un tanfo stomachevole. Questo spettacolo indecoroso è il frutto di un modo di ragionare egoistico e distorto, secondo cui “qualunque posto va bene per gettare l’immondizia, purché non sotto casa mia”.

 

E’ giusto certamente rivendicare aria salubre, acqua incontaminata, limpida e non mercificabile, energia rinnovabile e non inquinante, ma tutto ciò parte da un cuore e da una mente puliti. Esiste, infatti, un rapporto molto stretto tra il cuore dell’uomo  e ciò che egli esprime in termini di stili di vita, di economia, di politica , di progetti sociali. Anche a proposito della salute, può valere il detto del Vangelo, dove Gesù afferma che è dal cuore che “provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultéri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie” (Mt 15,19 ).  Nell’ambiente inquinato, devastato, deturpato si riflette il nostro disordine interiore. La rivolta della Terra, di cui siamo testimoni, deve scuotere, allora, le nostre coscienze e indurci a compiere  scelte in direzione  di dimensioni dimenticate  dell’esistenza: la solidarietà che si genera in un’interdipendenza responsabile; la sobrietà che ci rende liberi dalle cose e padroni di noi stessi; il rispetto per il creato, che ci è offerto come dono perché possiamo entrare in una relazione armonica con esso.

Ha scritto Italo Florin, un pedagogista : “Da un lato tutto ciò che accade nel mondo influenza la vita di ognuno, dall’altro ogni persona tiene nelle sue mani una responsabilità unica e singolare nei confronti del futuro dell’umanità”.

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