Ultras si battono per il diritto allo scontro.

“Era il 2010 nacque la tessera tentaron di cambiare la mia mentalità ma ultras ci son nato non sono mai cambiato … “

La tessera del tifoso ai partenopei non è mai andata giù, le prime due righe non sono altro che uno dei cori più famosi e cantati dagli ultras partenopei.

Inutili e vane le mille proteste, i numerosi cori e striscioni contro la creatura del ex Ministro degli interni Maroni (non sono mancati i cori contro il leghista).

I gruppi napoletani potrebbero essere paragonati a un partito, non nel senso di un’identica appartenenza politica, ma come gruppo di persone che condivide un’ideologia  (tifo per la S.S.C. Napoli), che porta avanti le proprie idee attraverso manifestazioni interne allo stadio (cori e striscioni) e si batte contro quello che non condivide (Juventus, tessera del tifoso, pay tv, Maroni, etc.). In tal senso hanno piena libertà di espressione e di pensiero che, spesso (in passato e ancora oggi) sfocia in sfottò esasperati e discriminazioni razziali.

I cori contro tra tifoserie (tranne in pochi casi di gemellaggio) sono la regola più che l’eccezione, e non poche volte le offese sono di tipo “razziale”. Proprio a causa di ciò, Milan-Udinese si disputerà allo stadio San Siro a porte chiuse: il Giudice sportivo Tosel ha punito la società rossonera “perché alcune centinaia di suoi sostenitori, alcuni minuti prima dell’inizio della gara, al 6′ ed al 43′ del secondo tempo, hanno intonato cori espressivi di discriminazione territoriale e d’insulto nei confronti dei sostenitori di altra società”, in pratica i classici cori contro i napoletani.

La questione sarà al centro di una riunione del Consiglio della Federcalcio. Sottolinea Abete, presidente della Figc: «Bisogna fare attenzione all’applicazione della norma che richiede grande attenzione sul versante delle procedure applicative, affinché la stessa norma sia sanzionatoria e punitiva e non si presti a strumentalizzazioni da parte degli stessi soggetti. Non è una marcia indietro e del resto neanche la Lega chiede questo».

Ma che c’entra questo con i tifosi del Napoli? Beh nella partita Napoli Livorno dalla curva B sono partiti i cori generalmente intonati da juventini o milanisti o altre tifoseria contro i napoletani, da parte degli stessi napoletani.

La cosa ha destato non poco sconcerto. Quindi missione compiuta, provocazione accolta e raccolta. Alessandro Cosentino, uno dei leader storici dei Fedayn della Curva B, intervenendo a “Corner – Il Talk Show”, settimanale sul Calcio Napoli, condotto da Michele Sibilla, in onda su Tele Akery, ha affermato quanto segue: “Ma quale solidarietà. Devo sottolineare, ancora una volta, che i cori e gli striscioni di domenica, in Curva B, sono stati solo ed esclusivamente di carattere ironico. Ma come avremmo potuto, dopo aver seguito la squadra a Londra ed averla vista perdere in quel modo, deciso di cantare o scrivere quelle cose per esprimere solidarietà ai tifosi milanisti? Noi che da decine di anni veniamo insultati dappertutto, compresi, purtroppo, anche alcuni stadi del sud, non potevamo e non potremo mai dimenticare quanto subìto e continuiamo a subire. Non siamo impazziti all’improvviso!”.

Insomma la rivalità resta, i napoletani non hanno cantato i cori contro se stessi, per difendere la tifoseria milanista. Resteranno rivali e nemici sempre… ma la rivalità va tutelata! Negare il «diritto allo scontro» è come negare la libertà di pensiero ed espressione, anche se spesso vuol dire cori razzisti? Si può concedere una sorta di libertà di odiare, senza interferenze esterne?

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