Terranostra Occupata: “Siamo le radici che non potete mai estirpare”

Stamane rappresentanti del Comune di Casoria, con l’ausilio della Polizia Municipale, si sono recati a Terranostra Occupata per effettuare i rilevamenti e la caratterizzazione previsti per iniziare il processo di progettazione pubblica. I ragazzi di Terranostra Occupata, che hanno strappato al degrado questo spazio costruendo un’esperienza di confronto, condivisione ed impegno sociale, hanno raccontato il loro punto di vista sulla pagina facebook di quest’esperienza:

SIAMO LE RADICI CHE NON POTRETE MAI ESTIRPARE!

Quello che stiamo per dirvi potrebbe suscitare in tanti e tante di voi rabbia o tristezza… ma ci teniamo a dire che tutti i sentimenti del momento si trasformeranno presto in forza e unione per continuare, e con ancor più tenacia, il grande sogno di Terranostra.

“Stamattina, il Comune di Casoria, con vigili e addetti ai lavori, è entrato nel verde di via Boccaccio per effettuare i rilevamenti e la caratterizzazione previsti per iniziare il processo di progettazione pubblica.
Ancora una volta, la comunità libera e aperta in difesa dei beni comuni, viene di fatto scavalcata e marginalizzata, coi soliti metodi arroganti ed escludenti delle istituzioni. Dunque, molto probabilmente per qualche tempo non vivremo l’uso civico e collettivo del bene comune nelle forme come lo abbiamo conosciuto negli ultimi sei anni… Ma restiamo attivə e partecipi perché la nostra lotta ha tante forme di resistenza e tante idee da sprigionare.

Il presidio di questi sei anni ha dato alla città uno spazio sociale e culturale che mancava come il pane ed ha altresí evitato ulteriore inquinamento di una terra che a quest’ora sarebbe invasa totalmente dai rifiuti visto come il Comune la stava utilizzando fino al 2015, ossia come discarica.
Abbiamo lottato e continueremo a lottare per la riqualificazione degli spazi abbandonati della città e per le bonifiche del territorio; non abbiamo per questo mai voluto rallentare tali processi, anzi ci siamo sempre adoperate/i in ogni modo per trovare forme di dialogo e di sostegno alla nostra iniziativa da parte delle istituzioni.

Ora, quello che vogliamo è che il Comune faccia in fretta e lo faccia bene, perché la città di Casoria e tutta la città metropolitana di Napoli hanno bisogno di tanto verde liberato e autogestito dalla popolazione tutta !

Se ci sono due milioni di euro per fare un parco pubblico, per NOI abitanti è una grande occasione. I beni comuni della città sono un patrimonio collettivo di cui riappropriarci, sono strumenti di liberazione per le persone, per le nostre vite.

C’è bisogno di nuove forme di autogoverno, di strumenti per emancipare le persone, per creare lavoro e ricchezza collettivi, c’è bisogno di salvaguardare il patrimonio arboreo, i progetti di mutuo soccorso e le reti solidali, c’è bisogno del frutteto e degli orti sociali, c’è bisogno di Arrevuota, de La Mescolanza, della danza, di Rivolterra, di Fuorimercato, delle autoproduzioni, dell’aria fresca, delle assemblee orizzontali, del lavoro di cura, della libera espressione, dell’arte e di tutte le energie sprigionate dall’occupazione di questa terra che significa per la nostra gente riscatto, futuro, amore. Infinito amore.

E questo sogno può parlare ancora a tante altre realtà sociali, associazioni, reti civiche, abitanti col desiderio di partecipare e di vivere la propria città. Ora è il momento di unirci e pretendere ascolto e rispetto per questa esperienza e per tutte le esperienze di autogestione attaccate dalla repressione e dal solito malaffare che oggi vede nella transizione ecologica e nei fondi europei a pioggia occasioni di speculazione.

Come comunità di abitanti chiediamo:

– Una progettazione realmente partecipata che coinvolga attivamente tutte le realtà sociali del territorio e garantisca decisionalità dal basso per rispondere ai veri bisogni;

– Che non venga abbattuto nessun albero, che non vengano intaccati in alcun modo gli ecosistemi della terra, né vengano costruite opere invasive ed inutili;

– No ad assegnazioni a privati e soliti modelli gestionali fallimentari: Casoria ha bisogno di soluzioni innovative.

– Che siano fin da subito disponibili e trasparenti le informazioni riguardanti i rilevamenti effettuati e tutti gli atti inerenti;

– Che vadano avanti proficuamente e in tempi ragionevoli i lavori consiliari per le modifiche al regolamento proposte dalla petizione popolare per l’uso civico e collettivo;

– Che sia individuato uno spazio in città per ospitare le iniziative e le attività della comunità territoriale di riferimento;

– Che sia consentito, almeno una volta al mese, l’accesso alla terra per la cura del frutteto;

Avete provato in tutti i modi ad abbattere quest’albero, ma è ancora qui con le sue radici a forma di forbici a spezzare il vostro filo spinato.

Se c’è l’inquinamento è solo colpa vostra, 10 100 1000 Terranostra!”

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