Salvate il soldato…Ignazio

NAPOLI. La morte, l’ennesima, del caporal maggiore scelto Gaetano Tuccillo, nell’ormai “tragifamosa” missione Isaf in Afghanistan riaccende la polemica, polemica che si esaurisce nei sessanta secondi di silenzio. La missione di pace si tinge ancora una volta di rosso: 39 le “mani” passate dal 2004 ad oggi (Il 2010 é stato fino ad oggi l’anno più sanguinoso, con 13 vittime.) ad una parete di attentati incidenti e suicidi.

Dicevamo si riapre la polemica: Ritiro si, ritiro no; diversi gli schieramenti. A sorpresa i leghisti con il Senatur (armati di calcolatrice, che evidenziano i costi, ingenti quanto inutili, di questa missione) gridano al ritiro, chi invece non rompe le righe è l’ex missino, pidiellino della Difesa Ignazio La Russa: «E’ sbagliato mettere in discussione l’impegno del Paese nelle missioni internazionali di pace». – missione Internazionale di Pace dove chi vi partecipa rischia di trovarci la sua – «A fine anno abbiamo in programma il graduale rientro dei soldati italiani. E contiamo di completare il disimpegno anche delle prime linee entro il 2014. Non credo qualcuno possa immaginare che in funzione della morte di Tuccillo cambi la strategia e la partecipazione italiana. Sarebbe un torto anzitutto a Tuccillo e agli altri che come lui hanno perso la vita. Ora non dobbiamo andare via dall’Afghanistan. Quando il lavoro sta per essere compiuto, la speranza dei terroristi è che non lo compiamo fino in fondo». Insomma smettere di giocare con i soldatini non se ne parla proprio, i servitori dello stato devono fare il proprio dovere, in funzione di una morte no si cambia la strategia, nemmeno per trentanove, nel frattempo per distrarci torniamo a contare le stelle e le strisce della bandiera.   

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