La storia della “ruota degli artisti” tra Casoria e Afragola

Siamo diventati distratti, forse lo siamo sempre stati. Forse distratti non è nemmeno il termine adatto, semplicemente siamo poco curiosi. E’ grave non essere curiosi perché la curiosità è il vero motore del mondo e questo lo sanno molto bene gli artisti, che prima di essere creativi sono anche un po’ curiosi. Di conoscere, di sapere, di imparare. Spesso ci capita di camminare per strade che crediamo di conoscere bene ma che, in realtà, non conosciamo per niente perché non scaviamo oltre la superficie, non andiamo a cogliere l’identità di ogni singolo dettaglio, non siamo curiosi.

Ad esempio al centro della rotonda che sorge tra Casoria e Afragola c’è una ruota gigantesca che sicuramente tutti gli abitanti delle due città hanno visto almeno una volta nella vita. Quasi certamente, però, in pochi conoscono la storia di quella ruota. Oggi noi di CasoriaDue, grazie al prezioso contributo del direttore del CAM di Casoria Antonio Manfredi, ve la raccontiamo.

Dopo la chiusura dell’Italsider, Antonio Manfredi chiese di poter ricevere in dono questa grande ruota, ingranaggio dei grandi macchinari di Bagnoli. La ruota arrivò a Casoria nel 2004 e fu trasportata, in prima istanza, nella Villa Comunale in occasione di un workshop di scultura a cui parteciparono artisti da Cina, Giappone, Italia, Slovenia, Spagna e Bulgaria. Ognuno di loro apportò un suo intervento su quell’ingranaggio che poi sarebbe diventato “La ruota degli artisti” che conosciamo noi oggi e che vediamo ogni volta che passiamo nei pressi della rotonda tra Casoria e Afragola. Se vogliamo, l’opera assume anche un significato simbolico molto importante: un ingranaggio che continua a vivere nonostante la fine, un ingranaggio che ‘gira’ grazie all’unione e alla creatività scaturita dalla diversità, artistica e culturale, degli artisti che vi hanno preso parte. Un bel messaggio.

Il workshop di scultura del 2004 è stato un grande evento, storico, per la nostra città, anche perché vi presero parte artisti di calibro internazionale quali Renato Barisani (insignito del premio Pollock nel 1993), Fernando Barredo, Luciano Campitelli, Metka Erzar, Enzo Fiore, Vladimir Gasparic, Gisella Jackle, Simov Kamen, Suo Tan, con Antonio Manfredi a fare gli onori di casa. Mentre la ruota ottenne collocazione nei pressi della rotonda già citata, altre opere furono installate all’interno della “Villa Comunale” nell’ambito di un ambizioso progetto, quello del “Parco delle Sculture”. Partecipò all’evento anche l’artista giapponese Kaori Kawakami, un nome che purtroppo lo scorso anno di questi tempi imparammo a conoscere bene. I lettori, infatti, ricorderanno la triste vicenda della sua opera trafugata dalla Villa Comunale.

Il comune di Casoria, nel corso degli anni, è stato capace di dilapidare e distruggere grazie alla sua incredibile mancanza di attenzione verso la cultura e l’arte quello che avrebbe potuto rappresentare per la città un punto artistico e culturale di assoluto rispetto, quale doveva essere la “Villa Comunale-Parco delle Sculture”. Di quel parco, ormai, resta ben poco.

Domenico Borriello

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