La Serie A è ai nastri di partenza, il Napoli studia la variante Mertens

Falcata da fondista. Agli ultimi cento metri. Anche il Napoli, in giro per l’Europa (Dublino, San Gallo e Wolfsburg) si sta allenando su queste buone distanze. Carlo Ancelotti con il fido Davide al fianco sta preparando il Napoli 2018/19. Un Napoli con un ricostruito attacco partenopeo risiede nell’impegno del duo Milik e Mertens. Dietro ai due, a mordere le loro terga, Verdi, Callejon e Insigne. Specie il primo pare stia facendo faville. Intanto le smentite si assommano e aumentano. Dopo quella secca di De Laurentiis per Cavani, l’altra per l’infortunio di Ghoulam. Il crollo dei sacri templi non dovette certo suscitare i clamori esplosi per le continue visite dal dr. Mariani sofferte da Ghoulam. E dopo Ghoulam ecco l’ultima per Albiol. Partirà riserva: e chi lo ha detto? Qualche coglioncello capitolino? Albiol è uno splendido atleta. Certo tra i migliori avuti a Napoli negli ultimi 30 anni. Ha un fisico sano. Una volontà ammirevole. Un esempio per tutti, sotto ogni aspetto. Albiol è stato il titolare 17/18 e sa bene che Maksimovic, giovane di 26 anni, a lungo frenato da infortuni e altre cosucce, muoverà al suo assalto. Lo faccia, con tutti i notevoli mezzi di cui dispone. Il primo ad aprirgli la strada, se Maksimovic riuscirà a trovarla, sarà Albiol, di cui l’ex torinista, tra l’altro è molto amico. Ma creare questi malumori non è simpatico, diciamolo. E così si va avanti a smentite e non si ha il tempo di parlare di calcio, come in realtà deve fare un giornalista sportivo che si rispetti.

Parlare di calcio certo non è facile. Bisogna avere conoscenza diretta e teorica. Bisogna aver corso, calciato, litigato, lottato sui campi. E poi riflettuto. E se tu tutto questo non hai fatto, chiaro che cercherai sempre di spostare il discorso, portandolo non diciamo sul piano politico, che se non avresti fatto un altro giornalismo ma su quello dello sviluppo dialettico, della stortura malevole, dell’inganno, del contropiede giornalistico, come usano sostenere alcuni miei amici nordisti. E naturalmente farai casino e basta. Non altro. E la verità, che è fatta di cose semplici, si farà sempre luce, col tempo. E tu sarai allo scoperto, per sempre.

Ecco il perché per una intera estate il giornalismo sportivo napoletano si è ossessionato ed ha ossessionato sulle fantasiose trattative con Cavani, Benzema, Vidal, De Maria ecc. Di calcio, adesso, bisognerà pur incominciare a parlare, porco mondo! E’ in gestazione il campionato 2018/19 e tutte sono al lavoro. Compreso la Juve di Allegri e Beppe Marotta e il Milan di Gattuso (“lo voglio più grintoso”; prendetemi Bakayoko”). A proposito del Milan va detto che l’idea, che pur era già nell’aria, di Higuain centravanti è venuta fuori da una telefonata tra Leonardo e Paratici. All’Inter, poi, già c’è chi soffia sul fuoco, sperando nella delusione di un mancato arrivo di Modric e Keita. Infine la Roma di Di Francesco, alla sua stagione più dura e …. coscienziosa, e la Lazio di Simone Inzaghi.

Il Napoli è fra queste, ardito, fiero e pignolo. Anche se per Ancelotti, è forse giunta l’ora della verità. Carlo è un fior di allenatore, tra i più coraggiosi in Italia e nel mondo. La sua apparente bonomia, che qualche volta, può essere scambiata per eccessiva ingenuità, non deve ingannare. Ancelotti ha voluto ed ottenuto quanto desiderava.

Dicevamo di Ancelotti: anche lui esige, in questa stagione, il massimo. C’è già chi parla, in astratto, come accade sovente, di quattro punte. Ma non in linea. Il Napoli di punte vere ha il solo Milik (e l’alternativa Inglese se non dovesse essere ceduto). Altri veri attaccanti non ne possiede. Poi c’è Mertens, disposto a inserirsi nei varchi che gli altri gli creeranno, e Insigne, adibito ai servizi del centrocampo, ma sempre disponibile per la bordata furente da fuori area. Restano Hamsik, centrocampista ormai quasi perfetto, Fabian Ruiz e Callejon. Come si può parlare di quattro punte non so veramente.

Sarà una stagione importante anche per Fabian Ruiz. Partiti dall’attacco, e non per ordine di importanza perché nel calcio è sempre più decisivo il gioco difensivo, ma solo per motivi di novità, arretriamo come i gamberi e rendiamo conto che il centrocampo mostra qualche vuoto, a causa soprattutto del dinamismo di Allan. Occorre un mediano marcante e Allan non lo è. A meno che Carletto non ci riservi qualche felice invenzione? Può: come forse sarà bene inventare, meglio dire “costruire”, qualcosina in difesa. Non basterà “telefonare” a Sarri per farsi aiutare. I meccanismi difensivi erano perfetti; gli uomini sono gli stessi; basta ricordarseli ed applicarli.

Restano i due terzini: a essi si chiede meno brillantezza e più tenuta della loro zona e soprattutto del diretto avversario. Questa non è che l’introduzione al gioco del Napoli 2018/19. Per dire di più bisognerà almeno andarlo a vedere un paio di volte. Lo schema, infatti, del nuovo Napoli scaturirà anche dalle inclinazioni che mostreranno i singoli, giocando. Vedremo se qualcuno si presterà a fare l’acrobata in area e in tal caso useremo i cross lunghi sotto porta. Vedremo come fare per consentire l’esplosione della botta da lontano non ad Allan ma a Insigne. Vedremo se a Mertens riuscirà più facile entrare nei varchi che Milik non cederà molto volentieri o in quelli di Verdi ala solo di nome. Per adesso limitiamoci a questa veloce disamina. Il resto verrà dopo, a tempo debito.

Nando Troise

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