LA’ DOVE GERMOGLIA LA TERRA E FIORISCE LA POESIA

A Lucito (CB), la quarta edizione del Premio nazionale di poesia “Majje Dde Le Defenze”

Antonio Botta

Lucito: un paesino molisano, collinare, abitato da poco più di 650 persone dove, da quattro anni, all’inizio della stagione estiva, si celebra la fioritura della poesia in concomitanza con il germoglio della terra. L’idea di esaltare l’arte poetica organizzando nel predetto centro agricolo quattro edizioni del Premio letterario “Majje Dde le Defenze” è del dottor Vincenzo Galluzzi, già ortopedico presso l’ospedale Cardarelli di Napoli, nonché scrittore e poeta. Egli risiede a Battipaglia, ma, non appena gli è possibile, si trasferisce nel borgo situato nella provincia di Campobasso con l’amata consorte, natìa di Lucito, per godersi la pace, la tranquillità e l’aria pura che il Paese, incastonato nella valle circondata dal verde e da uliveti, offre.

Il 2 luglio scorso, come nelle tre precedenti edizioni, sono convenuti poetesse e poeti da ogni parte d’Italia per partecipare alla fase finale della premiazione del Concorso, che si è svolta nella piazza del Paese, dove ha sede il Palazzo comunale. Dopo il saluto ai presenti del Sindaco, dott. Giovanni Marasca e dell’assessore alla cultura, dott.ssa Camilla Di Mario, che hanno accolto e sostenuto il progetto di rendere Lucito “il paese dell’amicizia poetica” (tale denominazione della località è indicata anche nelle insegne stradali), il presidente Galluzzi, nell’intervento introduttivo, ha ribadito quanto già spiegato nelle passate edizioni, rimarcando che il significato della tradizionale festa del primo maggio – Majje in vernacolo lucitese – ben si accorda con la finalità del Premio letterario da lui creato e patrocinato, oltre che dal Comune, dall’Associazione Culturale ALTAIR, dalla Società Agricola Lucitese e dalla Pro Loco Lucitese. Infatti, un covone ornato di fiori ed erba, indossato come un vestito da un giovane lucitese, attraversa il Paese accompagnato da suoni e canti; tale scena festosa simboleggia la rinascita della natura che si desta, rigogliosa, dopo il grigiore e il freddo invernali; ugualmente, la poesia, soprattutto in questi tempi difficili che stiamo vivendo per la pandemia e la guerra in Ucraina, è un invito ad aprirsi, nonostante tutto, alla bellezza del vivere, facendo germogliare nei cuori il sentimento nobile dell’amicizia e degli affetti sinceri.

L’animo di ogni partecipante alla manifestazione ha percepito ciò durante le declamazioni dei testi poetici, scritti in lingua e in vernacolo, a versi sciolti, liberi e rimati. Le emozioni provate, gli applausi scroscianti, i complimenti di Galluzzi dopo ogni declamazione, il pianto di commozione di qualche poetessa hanno ancor di più confermato che la poesia è un mezzo per creare legami profondi, veicolo per stimolare le persone di ogni fascia d’età a far fiorire la propria vita del senso del bello, evitando che essa si impoverisca impantanata nelle logiche di morte, di odio e di violenza di un mondo talvolta carente di valori autentici. L’Evento, allietato dalle note musicali del gruppo lucitese “Majje Dde le Defenze”, anche quest’anno ha lasciato sulle pareti delle caratteristiche stradine, viuzze e piazzette segni preziosi in ricordo di quanto avvenuto: le piastrelle con le poesie dei vincitori (“’O poeta scalognato” di Gino Abbro, S. Nicola La Strada (CE), “L’innocenza oltre le nuvole” di Antonio Botta, Casoria (NA) ) e di chi ha ottenuto dalla giuria il premio nella sezione “Piastrella” sono state affisse nella “Piazzetta della Poesia” e in altre vie

domenica 3 luglio, dopo essere state benedette dal parroco al termine della celebrazione eucaristica svoltasi nella parrocchia di S. Nicola. Quella di affiggere le piastrelle con le poesie è stata un’altra magnifica idea del dottor Vincenzo Galluzzi, sempre supportato dall’Amministrazione locale. Chi passeggia per il borgo può ogni tanto fermarsi e leggerne qualcuna, provando moti dell’anima suscitati dal fluire dei versi, oltre che lasciar luccicare gli occhi da qualche squarcio caratteristico del luogo. Ciò ancor di più richiama allegoricamente il valore della poesia, ossia di essere luce nel cammino della vita, indicando l’aurora oltre il buio della notte e il senso di Mistero che avvolge l’avventura umana sulla terra. Altra preziosità del Premio che si svolge a Lucito è il fatto che esso offre l’opportunità di valorizzare un paese soggetto allo spopolamento, rendendolo noto a persone di varie regioni d’Italia, così da offrire la possibilità di visitarlo e di farne apprezzare le bellezze.

Ha scritto Giovanni De Girolamo, poeta, critico letterario, scrittore: “La storia dell’uomo è una musica. Il bene c’è, eccome: a mancare sono i poeti del bene […]là dove noi temiamo un deserto c’è un’estate profumata di frutti, dove vediamo tristezze e silenzi ci sono poeti e innamorati, mistici e folli che non sanno più camminare, ma hanno imparato a volare. Non c’è bellezza senza esagerazione”. Tutti i poeti e poetesse che hanno declamato la loro poesia a Lucito, ma anche coloro che, pur non presenziando, sono stati presenti con il cuore, non è forse vero che hanno imparato a volare e aiutano anche a volare i simpatici e accoglienti lucitesi? Un pensiero grato e riconoscente va alla prestigiosa giuria per il lavoro svolto nella valutazione dei testi poetici. Presidente: Simonetta Tassinari; giurati: Teresa Esposito, Andrea Fabiani, Lucia Gaeta, Francesco Gemito, Gioconda Oliano, Vincenzo Pietropinto, Stefania Russo. Giurati e poeti hanno concluso la Kermesse con un momento conviviale, nel quale si sono gustate le squisite leccornie preparate con la mano del cuore da signore lucitesi. Degna di menzione la magnifica antologia contenente tutte le poesie della quarta edizione del premio, offerta gratuitamente a tutti i partecipanti.

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