La cultura che va in fumo al CAM

L’azione di protesta del CAM ha contagiato artisti europei e del Mediterraneo. A macchia d’olio il fuoco sta ardendo opere in vari centri d’arte e negli studi di artisti che sentono lo stesso identico disagio per la situazione politico-economica mondiale. Oggi (26 aprile) da Trieste, a Gretta, alcuni artisti italiani, sloveni e croati (Giuliana Balbi, Gianfranco Bernardi, Patrizia Bigarella, Adriano Fabiani, Chiara Vecchi Gori, Massso, Jasna Merku’, Nadja Moncheri, Qing Yue, Alice Zen) hanno bruciato le proprie opere e da Berlino gli artisti Barbara Fragogna, Petrov Ahner, Chiara Mazzocchi, Miriam Wuttke, Alexander Rodin, Chris Rautenberg, Robert Förster, Josè Urhè e Martin Reiter hanno fatto lo stesso con alcuni dei loro lavori prodotti nel Centro d’arte Tacheles di Berlino.

Gli artisti sostengono così il direttore del CAM nella sua battaglia e lo seguono via Skype o raggiungono il museo per appiccare il fuoco direttamente alle proprie opere, come farà domani (27 aprile alle ore 18.00) l’egiziano Mohamed Alaa. Forse proprio per la rivoluzione vissuta in patria, l’artista ha deciso di partecipare in prima persona e domani sarà al CAM per bruciare la propria opera, la foto dal titolo “Leaving”, per sostenere la causa del museo di Casoria. Insieme alla sua verrà data al rogo l’opera, “Vuoto a perdere”, del brasiliano Josè D’Apice, che sarà presente via Skype. Insieme a queste opere va in fumo la cultura del nostro Paese… Sarà presente il Direttore responsabile di Casoriadue, Nando Troise, e la redazione!

 

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