Il commento di Giuseppe Ferrara, già Segretario comunale di Casoria, sulla sentenza della Corte dei Conti sulla illegittima contabilizzazione delle entrate.

Giuseppe Ferrara è stato  Segretario Generale del Comune di Casoria dal 15/07/2011 al 31 /10/2014, proveniente dal Comune di Foggia. Come egli ha spiegato, le competenze specifiche di un Segretario possono classificarsi sia  in compiti di collaborazione e di assistenza sia  in  funzione rogatoria e in quella di  documentazione e di verbalizzazione. Puntualizza, inoltre, che “la funzione di assistenza ha un ambito oggettivo limitato, essa ha natura esclusivamente giuridico-amministrativa, rimangono escluse, pertanto, le consulenze di ordine tecnico, afferenti le di discipline applicabili alle singole fattispecie. Egli non dovrà esprimere il proprio avviso sulla legittimità del singolo atto, ma individuare quelli che sono gli strumenti più idonei sotto il profilo giuridico-amministrativo per consentire l’ottimale conseguimento dell’obiettivo voluto dall’organo politico.

Bene, dopo aver precisato la natura degli incarichi che un Segretario comunale è chiamato a ricoprire, le chiedo un suo spassionato commento sulla sentenza della Corte dei Conti emessa di recente, secondo la quale il Comune di Casoria si è reso colpevole di una illegittima contabilizzazione delle entrate, iscrivendo nel Bilancio del 2012, a titolo di entrate correnti, oltre 29 milioni di euro per sanzioni alla violazione del Codice della Strada, che in realtà risalgono a molti anni addietro che avrebbero docuto essere stati accertati a suo tempo.

In ordine alla delibera della Sezione Regionale della Corte dei Conti della  Campania n.174 del luglio 2015, non disponendo degli atti istruttori prodotti , mi limiterò ad alcune considerazioni di ordine generale. Il Comune di Casoria è stato ritenuto responsabile per aver eluso il patto di stabilità 2012. E’ notorio che la fattispecie elusiva si sostanzia in comportamenti che, pur legittimi, risultino intenzionalmente e strumentalmente finalizzati ad aggirare i vincoli di finanza pubblica. Il potere delle sezioni di controllo di accertamento della natura violativa, nella forma elusiva dell’operazione, va inquadrata nella verifica dell’oggettiva devianza rispetto alle regole che presiedono  alla loro corretta qualificazione contabile.

 

Le devianze, appunto, sono state giudicate dalla Corte dei Conti “gravi ed inammissibili”. Il fine, infatti, è stato quello di sovrastimare le entrate per eludere il patto di stabilità e giustificare, in tal modo,spese ammontanti a circa 14 milioni di euro. Lei condivide o meno tale giudizio netto e duro?

In effetti il lavoro della sezione di controllo si limita alla sola verifica del rispetto formale delle regole di finanza pubblica, a prescindere da qualsiasi valutazione in ordine al connotato soggettivo delle condotte tenute dagli amministratori e dal responsabile del settore economico-finanziario che, quindi, compete esclusivamente alla sezione giurisdizionale regionale. Tale accertamento è prodromico (indizio che preannuncia qualcosa,ndr) all’applicazione delle sanzioni amministrative per il caso di mancato rispetto del patto di stabilità interno. Orbene, nel caso concreto, la Sezione regionale di controllo, nell’esercizio intestatole dal legislatore, ha ritenuto che le entrate scritte in bilancio per sanzioni al Codice della Strada afferenti esercizi pregressi,abbiano sostanziato una violazione di norma e principi contabili che hanno pregiudicato il principio del rispetto  del patto di stabilità. Le sanzioni personali per l’elusione del patto di stabilità sono l’effetto dell’accertamento di una fattispecie di responsabilità amministrativa attribuita alla sezione giurisdizionale regionale.

 

Al di là, comunque, dell’aspetto tecnico – giuridico, questa spinosa questione richiama il problema dell’incapacità  degli amministratori pubblici, complice la Burocrazia, a conformarsi, nell’esercizio delle loro funzioni, ai principi di trasparenza e di etica pubblica. Qual è il suo pensiero al riguardo?

Mi risulta che l’Amministrazione Comunale di Casoria ha intenzione di impugnare la deliberazione in questione ritenendo  di aver agito in assoluta buona fede e soprattutto senza alcun intento fraudolento . Pertanto, finchè non ci sarà un pronunciamento in sede giurisdizionale che condanni i responsabili del mancato rispetto del patto di stabilità per dolo o colpa grave, nessun processo può essere legittimamente intentato agli attuali amministratori.


Un giudizio personale sull’amministrazione Carfora?

Assolutamente positivo per aver portato a termine molteplici iniziative sia nel sociale sia nel governo del territorio sia nel campo dei lavori pubblici. Sicuramente ci sono state delle zone d’ombra, com’è logico che sia. Governare una realtà complessa come quella di Casoria non è certamente un’impresa agevole. L’amministrazione Carfora ha il merito di aver inciso risolutivamente anche su questioni che languivano da tempo.

Si evince chiaramente dalle risposte fornite dal nostro interlocutore, che  ringraziamo per la sua gentile disponibilità a concedere l’intervista, una sua posizione attendista, nel senso che invita ad aspettare il pronunciamento in sede giurisdizionale. Attendiamo gli sviluppi, allora, fiduciosi che la giustizia faccia il suo corso.

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