DE LAURENTIIS – MARINO – ATALANTA K.O.

 

 

 

 

 

L’Italia cambia. Salerno pure. Salerno è una splendida Città della Campania, tra le poche che riuscisse a praticare un calcio decente. L’altra era Torre Annunziata, la terza Bagnoli. Quante volte ho ripetute queste cose! I nomi di Valese, Volpe e compagni nel ricordo indelebile dei conoscitori e degli appassionati alla storia del calcio. Certo, quelle vecchie faine non avrebbero commesso gli errori sottoporta che sabato sera al San Paolo commise il Napoli di Walter Mazzarri, pur sempre così misurato e sabato insolitamente disinvolto! A tal punto da fare apparire la “capolista” catenacciara Lazio come una grandissima compagine. Soprattutto in possesso di un gioco che in realtà non ha. Salerno cambia, dicevamo; come cambia Napoli e farà bene a cambiare un tantino anche Walter Mazzarri, spostandosi verso una ricerca meno sommaria degli elementi migliori in un modesto mainteressante vivaio affidato, oggi, alle cure di Dodo Sormani. I tecnici sono padronissimi di potermuovere le pedine come ritengono, i presidenti però sono altrettanto padroni di imporre al tecnico la politica sportivo – sociale che viene ritenuta più giovevole, agli interessi del sodalizio. Domenica ho assistito ad una splendida anche se tesa partita tra

Siena e Atalanta. Al proscenio il tandem Denis – Pier Paolo Marino. Talmente splendida la partita da indurmi a non guardare tutte le altre gare di serie A. Mi comunicano (chissà perché) che anche molti calciatori del Napoli sono stati a guardare. Chissà (ma penso di sì) se l’hanno vista Mazzarri con il fido Santoro e Bigon, prontissimi, sempre, a reagire a qualche giusto appunto che gli viene mosso ma non altrettanto pronto ad almeno farsi vivo in salotti televisivi o giornalistici. Ma tant’è. Siamo in tanti.

 

Le televisioni si incontrano tra di loro, nel dopo partita, giornalisti e cameraman. E parlano, progettano.

Un amico, poi, mi racconta, invece, del grande lavoro di organizzazione tecnica che sta facendo Dodo Sormani, il figlio di Angelo Benedicto, il Pelè Bianco, grande campione come calciatore nel Napoli degli anni 70) ed indimenticabile allenatore della Primavera del Napoli. Giuseppe Santoro, invece, il team manager, sempre più lontano, ormai, dal Settore Giovanile. E’ Barresi il responsabile organizzativo; Sormani è il coordinatore dell’area tecnica, Caffarelli è invece il responsabile dello scouting giovanile.

I dirigenti (quelli ufficiali) difendono il lavoro di Sormani. Bigon, invece, dovrà seguire e curare i tanti scugnizzi napoletani in giro per l’Italia (Maiello e Ciano a Crotone, Palumbo a Monza, Izzo e De Vena a Trieste, Sepe a Pisa, Donnarumma a Nocera, Dumitru ad Empoli, Varriale ad Aversa). Infine un posticino per Insigne bisognerebbe trovarlo! Sarebbe stato utile alla causa napoletana, certamente, molto più di Pandev, Santana e Mascara.

Aurelio De Laurentiis potrebbe essere il capo della spedizione della nazionale italiana agli europei di Polonia e Ucraina. Aurelio è un buon torrese, confuso da tante brutte cosuccie, ma nessun presidente di serie A ha la stessa caratura ed esperienza internazionale del presidente del Napoli. Di Aurelio, in Lega, si parla anche per altri importanti incarichi. Frequentasse di più Napoli e le sue terrene sfaccettature potrebbe essere più aggiornato. Ma gli impegni di Aurelio, sono tanti. A tal punto da fargli dimenticare la base, sulla quale pur continua a reggersi.

La dialettica del Napoli è misteriosa, dico misteriosa per non dire incomprensibile. Le manovre si avvolgono attorno a questa nostra società come rampicanti complicati e difficili.

Flash su Gargano che avrebbe salvato Lavezzi e che resta, secondo me, l’uomo – campionato del Napoli, altro che Hamsik, che il suo dovere, fino a quando regge, lo fa.

E voi, pure cari, vecchi, incredibili, inguaribili napoletani. Dopo la Champions League di martedì sera con il Manchester City, tutti a Bergamo per battere l’Atalanta. Per due a zero, magari, con gol di Hamsik e il vostro errore di sempre. Ma De Laurentiis regge o no?.

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