Casoria, terra di nessuno, s’aggrappa a Pasquale Fuccio

E’ un periodo difficile per questa Città. Certo, c’era da aspettarselo. Lo scioglimento per dimissioni personali presso un Notaio doveva, per forza, portare delle conseguenze”

Le baby gang sono padrone del territorio. Scippi, rapine, furti di auto si susseguono a ripetizione. Non le riescono a controllare. Sono troppi e tanti. Arrivano da Secondigliano, Arzano, San Pietro, Casavatore, dalle Salicelle e dal Parco Verde di Caivano. Le forze dell’ordine non ce la fanno.

Casoria è terra di nessuno. Di questa Città interessano solo gli affari. Gli appalti. Il resto è noia!

Ho discusso molto, con me stesso, se varare un titolo con la parola “truffa”. Vorrei tanto evitare inutili scandalismi. Se la politica è servizio ai cittadini, meglio fotografare i momenti di cronaca, anziché le lacrime dei cittadini beffati.

Ma poiché politica vuol dire anche lealtà, non possiamo ignorare quelli che si sentono presi in giro o, peggio ancora, raggirati.

Chi va via dalla propria Città, chi abita in via Etna, chi si vede escludere dal lavoro di operatore ecologico, non ha, di solito, potenza economica e non gode favori del cosiddetto Palazzo. E Casoria di concorsi – truffa ne ha conosciuti tanti, utilizzando “l’arroganza del potere” o della “sudditanza psicologica” di cui erano affetti alcuni Dirigenti di Settore.  Non erano visioni o sospetti ingiusti: i potenti contano più dei poveri, e non da oggi. “Il Concorso per Dirigente di Settore, sia quello alla Ragioneria che quello alle Politiche Sociali, sono sottoposti a ricorsi e, sembra, anche a denunce”.

Parlare di truffa al Comune può sembrare eccessivo; e, forse lo è. Non sappiamo cosa è successo. Certo è che lavoro di indagine fatto dall’Ispettore del Ministero di Economia e Finanza, trasmesso anche alla Corte dei Conti, ha evidenziato diverse irregolarità contabili ed amministrative; come già successo 10 anni fa, con l’indagine fatta dal Dirigente dei Servizi Ispettivi della Finanza Pubblica, il dr. Vincenzo Ambrosio, il quale denunciò di mancata regolarizzazione di carte contabili, perdita di interessi sulle somme non versate sulla contabilità generale presso la Tesoreria provinciale dello Stato, sino a giungere alla violazione del più elementare concetto giuridico, quello delle carenze nell’applicazione della normativa vigente in materia di dichiarazioni sostitutive di certificazione. Come dire che chi aveva il compito di controllare il rispetto delle norme, ne ha legittimato la violazione.

Il varo della chiusura di esercizio finanziario senza prelevare le disponibilità esistenti su conti correnti postali e riguardante consumi idrici, in disprezzo dei diritti del pubblico pagante. Questo era scritto nella relazione Ambrosio. Non fu un buon periodo quello esaminato, dieci anni fa, dal pool della Ragioneria dello Stato prima e dalla Commissione di Accesso agli Atti Amministrativi e né tantomeno, quello esaminato, pochi mesi fa, dagli Ispettori del Ministero di Economia e Finanza. Due periodi politici ed amministrativi appestati dai miasmi dell’accomodamento.

Lo scioglimento per dimissioni presso il Notaio ha fatto alzare le terga dalle loro poltrone che avevano sino a quella data scaldato; ho sperato, durante la campagna elettorale che ne prendessero  il posto  gente ricca di idee.

Mentre la Casoria della politica cerca faticosamente il Nuovo. La Casoria dell’Ente Locale si è  aggrappata a Pasquale Fuccio ed alla sua vincente coalizione. Coloro che li hanno preceduti erano logori ed esausti, incapaci di uscire dalle logiche di spartizione e del tutto inadatti ad interpretare il paese che, attorno a loro, cambia. Hanno lasciato un Comune decrepito e decotto. I conti sono in rosso; molti dirigenti già finirono sotto accusa dalla relazione Ambrosio e si è ripetuto con l’Ispezione del MEF e parlare di “questione morale” non è azzardato; il tessuto è sfilacciato; le prospettive non sono esaltanti.

Chi scrive è convinto che questo paese è ancora vitale. Vanno sfruttate le potenzialità, assecondandole con i ritrovati della tecnologia e delle strategie di mercato e della new economy. Altri, invece, pensano, ancora, che Casoria Ambiente Spa possa essere la panacea di tutti i mali, sperando nello stellone che metta tutti a tacere. Si confida nei soldini europei del Piano Integrativo Urbano; l’articolazione dei progetti e dei programmi avveniva in ossequio agli ordini delle solite famiglie e secondo schemi medievali. Il tempo venne sprecato per organizzare congiure (il Sindaco Carfora e il suo fido Marchetti proprio non se l’aspettavano di andare a casa).

Ecco questo avveniva ed avviene, nel nostro allegro e triste mondo della politica che, purtroppo, ignora ancora due parole: passare la mano e modernità.

Casoria Ambiente Spa è nata il 29 aprile del 2000. Una società nata dall’unione del Comune di Casoria (51%) con altri tre soggetti, quali il Consorzio Caserta 2 (25%), Italia Lavoro spa (19%) e il Comune di Casavatore (5%). Una società, nata per far fronte alla crescente richiesta di qualità dei servizi pubblici, e quando l’allora Ministro dell’Ambiente Ronchi invitava chiaramente i Comuni a muoversi verso forme associative di spirito e ispirazioni aziendali e privatistiche, ma che ha tuttavia sofferto una gestazione particolarmente tormentata e che non ha mancato in tutti questi anni di sollevare ripetute polemiche. Il target preferito dei ripetuti attacchi sono stati i Consigli di Amministrazione, con tutte le sue modifiche (da Mormile e Pino Russo, passando per Passaro e Girardi per arrivare al presidente attuale Vincenzo Auricchio); tutti “frutti di una spartizione politica” a dir meglio partitica e fin qui niente di nuovo. Altre critiche furono fatte sulle modalità di assunzione: furono criticate, in quell’epoca, la graduatoria compilata in base ad un decreto legislativo regionale per l’esenzione del ticket; il mancato rispetto delle indicazioni del Consiglio Comunale, che prevedevano l’assegnazione di un punteggio più alto ai lavoratori socialmente utili che già operassero nel settore N.U.

Furono tantissimi i fischi tributati in quegli anni, a questo cabaret di quart’ordine – una incompresa galleria di personaggi grotteschi – cui si è ridotta la locale ars regendi, Casoria Ambiente resiste. Partì,  con la speranza, chissà a quali prezzi, di vivere in una Città più pulita. Mai fallimento fu così annunciato.

P.S.: al cittadino casoriano: “te voglio fa sapè chi ha costruito stu paese, te voglio fa sapè chi n’ha pavato e spese, chi è stato deportato pe quatto sorde ‘o mese. Famme, miseria, schifezze e malatie: chist’è stato o prezzo che ha pavato a’ terra mia, p’avè chestu ppoco e lusso e civiltà, machine, palazze, eroina a quantità. Mafia, ndrangheta, sacra corona unita, camorra: chest’è tutto chello c’hanno lassato, ddoje facce teneno però nun so nemici ‘o deputato e ‘o cammurrista ind’ò vico”. (A.M.)° 

Ferdinando Troise

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