I nostri talenti esplodono altrove: percorriamo la Campania come Robot!

Allora chiarisco: definitivamente. E’ una mia invenzione, desidero brevettarla, etichettarla. Come esiste nella industria, nel commercio, in ogni altra attività il rispetto per la mano d’opera locale, così nel calcio non si può evitare di considerare il “piede d’opera locale”. Per carità, non il sollevamento di nuove frontiere, ma il rispetto.

Anni fa ci fu un referendum in Svizzera, conseguente alla proposta xenofoba di James Schwarzenbach e i risultati che hanno dato lievemente battuta appunto l’idea razzista di mettere fuori dai cantoni elvetici gli stranieri.

L’esplosione razzista lì dove il reddito è alto è da condannare e da liquidare, ma che Napoli ancora così asfissiata da bisogni e di altri non cerchi di fare un po’ di spazio ai suoi ragazzi, anche nel calcio, è imperdonabile errore. Passabile di pena e altro. Per fortuna se al “piede d’opera locale” non badano i dirigenti, in tutt’altre faccende affaccendati, ci pensino i tecnici. Perfino la Juventus, la tanto odiata Juventus, ha messo in orbita Quaglairella (un boy liquidato dal Napoli) ha ascoltato la nostra invocazione, schierandolo, contro l’Udinese, l’ischitano Brienza con l’Atalanta, Nocerino con il Milan, Sardo con il Chievo, Schiattarella con il Livorno etc.

E non se n’è lamentato. Mi lamento piuttosto io della mancanza di sensibilità mostrata da quanti non hanno messo in risalto questa interessante ripresa della scuola napoletana, per un certo periodo apparsa come la migliore del sud. Ancora più lamentevole che il rilancio non lo abbia realizzato una società meridionale ma quelle del Nord. Sarà ma nella faccenda c’entra lo zampino dei tanti Agenti Fifa e procuratori che nel cor mi stanno.

Lode quindi che va a congiungersi idealmente con il settore giovanile del Napoli, in netta e totale difficoltà da quando il pur bravo Peppino Santoro ha preferito legarsi a Walter Mazzarri, tanto da seguirlo perfino all’Inter di Moratti prima e di Tohir dopo. Si attende adesso che l’esempio venga seguito dagli altri; dai beneventani e dagli avellinesi, per non parlare dei torresi e dei bagnolesi così straniti da aver dimenticato che per anni hanno giocato il calcio meglio degli altri.

Santoro, pur investendo poco, ha portato il Napoli giovanile sul tetto d’Italia. Tre squadre nelle finali scudetto, con la Beretti campione d’Italia ed i giovanissimi secondi in Italia, dietro solo la Fiorentina; gli allievi, invece, si sono dovuti inchinare solo alla Roma che è poi diventata campione d’Italia, oltre ad aver lasciato di proprietà del Napoli fior di campioni come gli Insigne, Tutino, Maiello etc.

O storia, assurda storia di Napoli, chi mai ti racconterà con il rispetto della verità che ti è dovuto! Antonio Corbo, intanto, passa per un luminare della scienza calcistica.Avellino è in tripudio. I supermercati raddoppieranno gli affari; Rastelli è riuscito a portare l’Avellino in B.

Percorriamo ormai la Campania come robot. Ci invitano a conoscerla, chi mai si può opporre? Anche Afragola, feudo antico normanno, attraversiamo. Una riunione importantissima. Un caffè letterario voluto dal prof. Marco Corcione con Archivio Storico Afragolese. Ci sarà l’ottimo Sindaco e con lui vorrei parlare di calcio, come dovrebbe essere giusto. Dei vecchi tempi, della trasferta a Giarre come quella di Castellamare e dei nuovi tempi. Dello Stadio Luigi Moccia e delle realtà calcistiche afragolesi; di Raffaele Maiello che ha debuttato in serie A. Il ragazzo di via Amendola che ha iniziato con l’Afragola 92 sul campo C nell’antistadio. Vorrei parlare di calcio e non di canzoni.

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