Intervista al presidente dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani

In un momento storico così drammatico e senza precedenti, le preoccupazioni che attanagliano ogni singolo individuo sono sempre più asfissianti. L’economia è al collasso e i lavoratori di qualsivoglia categoria temono il peggio, qualora si possa credere che il peggio non si sia già verificato.

Tra i settori più colpiti c’è sicuramente quello ristorativo che paga anche lo scotto di scomode situazioni pregresse che hanno ulteriormente annebbiato la vista di una dignitosa ripresa futura. A lanciare l’SOS è il presidente di Napoli dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani (APCI) Luigi Barone, il quale si rende portavoce di un ingente gruppo di cuochi e addetti del settore ristorativo in quello che vuole essere un appello di chiarezza e sostegno alle autorità competenti.
“A causa di questa pandemia”, esordisce Luigi Barone, “i problemi che sono costretti ad affrontare i professionisti del settore sono di differente natura ma di eguale danno se se ne considerano gli effetti nel breve/medio/lungo termine. Ci sono coloro i quali sono imprenditori della propria attività che, ad oggi, sentono il peso di dover badare alle spese non solo della propria famiglia, ma anche a quelle connesse alla propria azienda, in primis dipendenti e loro famiglie.
Questi ultimi, poi, hanno destino incerto che oscilla tra cassa integrazione, deroghe speciali, bonus e ferie. Per non parlare, inoltre, di chi il lavoro lo aveva ma senza un contratto e che ora, oltre alla libertà di uscire ha perso qualunque libertà di guadagnare e vivere dignitosamente. Non nascondiamoci dietro ad un dito: la piaga del lavoro nero c’è, è sempre esistita e purtroppo continuerà ad esserci fin quando si scenderà a compromessi e a patti economici che a conti fatti risultano vantaggiosi solo al favorire del collasso economico che ne deriva col tempo.
– Quali sono i punti sui quali vorrebbe maggiori delucidazioni?
“Sappiamo bene” continua il presidente APCI Luigi Barone “che il governo sta cercando di affrontare una situazione inaspettata, di emergenza, e come tale difficilmente gestibile. Non vogliamo creare ulteriori problemi alle autorità competenti, vogliamo solo darci voce, essere tenuti in considerazione nelle future manovre economiche e avere delucidazioni in merito a vari punti dei decreti emanati. Per chi già percepiva la disoccupazione, tali pagamenti saranno prorogati? Per quanto tempo?; La sospensione di mutui e prestiti come deve essere effettivamente gestita dalle banche che, ad oggi, hanno sì allungato i tempi ma aumentato proporzionalmente anche gli interessi?; In che modo si provvederà a sostenere coloro i quali non hanno più modo di provvedere economicamente alle loro famiglie?; A quali azioni finanziarie potremo appellarci per una dignitosa ripartenza?; E se i tempi si allungano ulteriormente in che modo si provvederà a risollevarsi dal baratro in cui tutti, inevitabilmente, finiremo?
Queste e molte altre sarebbero le domande che vorrei porre a chi di dovere. Spero infatti ci venga data, quanto prima, l’opportunità di un confronto vis a vis in videoconferenza.
– Cosa si aspetta da questa iniziativa di cui si è reso promotore?
“Spero”, conclude Luigi Barone, ” che le nostre voci vengano ascoltate e che ci venga data l’opportunità di esprimere le nostre perplessità, di chiarire i nostri dubbi e di denunciare tutto ciò che non va. Intanto continueremo a fare il nostro dovere da bravi cittadini, a restare in casa per tutelarci e tutelare. Il COVID-19 ha forse avuto un unico risvolto positivo: ci ha ricordato che solo uniti possiamo farcela. E unici ce la faremo!”

Articolo scritto da Alessia Fraiese, giornalista pubblicista Ordine Nazionale dei Giornalisti e segretaria APCI regione Campania a seguito di un’intervista che rispetta le Normative vigenti COVID-19 poiché effettuata telefonicamente

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