E adesso anche il pane della terra dei fuochi…

Non molto tempo fa un servizio delle Iene ha portato alla luce cosa rischiamo di mettere o di aver già messo in tavola. Secondo le normative europee, frutta e verdura dovrebbero riportare un etichetta che ne evidenz

i la provenienza. Vi è mai capitato di trovarne una? Io l’ho cercata, anche in grosse catene di supermercati, e mi spiace dirlo, ma non ne ho trovato neanche una. Chiedere la provenienza al negoziante o a chi di competenza suppongo sia superfluo, cosa potranno mai rispondere dopo tanto parlare del “nuovo triangolo delle Bermuda” !

Domenica scorsa però ho fatto una piacevole scoperta: sono scesa a piedi e a via Pio XII e ho trovato un mercatino biologico: frutta e verdura con provenienza certificata, miele, marmellate e salumi e carni. Una

splendida iniziativa, che per il secondo anno, ha riscosso pareri positivi dal pubblico casoriano. Già da qualche tempo, alcuni disoccupati casoriani si sono attrezzati e hanno confezionato una formula di spesa, che recapitano fino a casa, con prodotti di agricoltura biologica (su richiesta addirittura il vino).

 

Le cose si muovono se le persone fanno leva, eppure dopo tante iniziative positive, ecco nuovamente una cattiva notizia: sono stati sequestrati svariati kili di pane e chiusi 17 forni in provincia di Napoli. Il motivo? Vi ricordate qualche anno fa accade una storia simile, perché il pane veniva cotto con la legna “riciclata” delle bare, questa volta la legna incriminata è verniciata e compresa di chiodi.

Un breve resoconto negli anni: dopo la mozzarella blu, la mucca pazza, le verdure e la frutta della terra dei fuochi e il pane cotto a “legna bacata”, cosa rimane da poter mangiare? Fare la spesa è diventata una vera e propria missione, il biologico inizialmente etichettato come cibo per pochi esclusivisti, è ora gettonatissimo.

Acquistare prodotti in negozi biologici può essere una valida alternativa, anche se i costi sono un po’ più alti, ma se ognuno prendesse la sana abitudine di pretendere dal fruttivendolo, salumiere, macellaio, o qualunque altro soggetto da cui acquista cibo, di conoscere la provenienza di ciò che si sta per acquistare, prima o poi dovranno essere loro a doversi adeguare.

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