Visita pastorale al Gesù Nuovo del Superiore Generale dei Gesuiti

L’ 11 maggio, ricorrenza della festività di San Francesco De Geronimo, è stata la prima volta a Napoli di Padre Arturo  Sosa  Abascal, Superiore Generale della Compagnia di Gesù, quello che viene comunemente chiamato Papa Nero, per il colore dell’abito dei Gesuiti ; la location non poteva essere, ovviamente, che  la monumentale Basilica del Gesu Nuovo a Piazza del Gesù in cui l’Illustre Ospite ha concelebrato la Santa Messa.In una Chiesa gremita a fare gli onori di casa, nell’introduzione alla Santa Messa, il Parroco del Gesù Nuovo, Vincenzo Sibilio, dopo aver ringraziato Padre Arturo Sosa  Abascal per avere accettato l’invito  ha messo in risalto l’impegno di  San Francesco Geronimo, e che i Gesuiti proseguono, di accostare e soccorrere materialmente e spiritualmente i poveri.

San Francesco De Geronimo svolse il suo Apostolato essenzialmente a Napoli dove morì nel 1716,il suo corpo rimase nel Gesù Nuovo, nella omonima Cappella, fino al 1945 quando “fu traslato a Grottaglie” come riferisce, senza ulteriore commento o spiegazione, Padre Vincenzo Sibilio.

A Grottaglie San Francesco De Geronimo era nato, ma la sua “napoletanità” ha indicatori rilevanti: quando, terminati i suoi studi, chiese ufficialmente, il 25 maggio 1675, di partire missionario per l’India o per l’Oriente gli fu risposto “le tue indie saranno Napoli” ed in effetti fu Apostolo di Napoli, operando dei vicoli e nei fondaci a stretto contatto con la miseria e la disperazione degli emarginati e disperati.

E’ stato proprio questo il fulcro dell’Omelia di Padre Arturo Sosa Abascal che ha ripreso  un’espressione di Papa Francesco: la Chiesa in uscita, per diffondere il suo pensiero: la Chiesa è fuori dalle mura del Tempio, oggi più che mai, tra la gente,in primis  tra quelli che la vita lascia indietro come gli anziani, i poveri e gli abbandonati; la Chiesa è dove c’è dolore, dove ci sono   i più disperati tra i disperati: gli ammalati e i moribondi.

Una Chiesa che non si limita a non chiudere la porta in faccia a nessuno, a tenerla aperta, ma va oltre:  esce incontro alla gente e cerca il dialogo non solo, chiarisce ancora padre Arturo Sosa Abascal, con quelli del proprio Credo ma tra i fratelli delle altre Religioni, una Chiesa non chiusa né fisicamente  né mentalmente, non solo aperta ma tesa all’inclusione, che non aspetta ma ricerca gli umili e i disperati.

E’ in fondo il credo filosofico ma anche operativo di Madre Teresa di Calcutta e Padre Arturo Sosa Abascal non poteva trovare location migliore per lanciare il suo messaggio: il Gesù Nuovo è la “casa” oltre che di San Francesco Geronimo anche di San Giuseppe Moscati, due che quando non erano di moda le espressioni “sindaco di strada” o “maestro di strada” sono stati “santi di strada” e  San Giuseppe Moscati prima ancora “medico di strada”: hanno salvato tante anime ma anche tanti corpi.

Al termine della Santa Messa breve processione verso la Cappella di San Francesco De Geronimo dove Padre Arturo Sosa Abascal  ha impartito la Santa Benedizione per poi incontrare  i fedeli.

Al termine Concerto del Quintetto “Mira Floriditas” con un folto pubblico di appassionati.

 

        ANTONIO VALENTI

 

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