UN PROGRAMMA ON LINE PER RIAPPROPRIARSI DEL PROPRIO CORPO

Patrizia, affetta da una grave forma di parkinsonismo, sorride alla vita grazie a PROGOTAN

Patrizia é una signora casoriana:  balla, canta, dialoga con persone di varie parti d’Italia, si rilassa con i cruciverba, svolge esercizi di fisioterapia e tante altre attività mirate a sviluppare il suo benessere fisico, psichico e mentale. Eppure, è afflitta da diversi anni da una grave forma di parkinsonismo, con effetti particolarmente frustranti e deprimenti in certi periodi nei quali “il mostro”, così lei definisce il suo male, in passato l’ha molto tormentata. A cosa è dovuta, allora, la sua rinascita, la sua voglia di tornare a sorridere, tanto da riempire con entusiasmo le sue giornate con le attività poc’anzi menzionate, benché le trascorra su una sedia a rotelle?

Devo tutto” risponde elargendo un gran sorriso a PROGOTAN”, un’associazione senza scopo di lucro, che propone, grazie ad un’equipe di professionisti – medici, psicologi, fisiatri, logopedisti… – percorsi di riabilitazione interdisciplinare, allo scopo di favorire il mantenimento di un buon livello di qualità della vita nelle persone con Parkinson”. Con una modica quota di partecipazione, da versare mensilmente, il cui scopo è di sostenere l’Associazione, Patrizia, in alcune ore prefissate, sia antimeridiane che pomeridiane, segue le lezioni erogate in diretta tramite internet comodamente da casa propria. “Ciò che è importante sottolineare” afferma Patrizia “è la personalizzazione degli interventi di riabilitazione, nel senso che si è inseriti in gruppi ristretti in base ai vari gradi di patologia emersi dopo una valutazione individuale da parte della fisioterapista e della psicologa”. Ecco, infatti, le discipline terapeutiche utilizzate nel metodo Progotan: fisioterapia, logopedia, stimolazione cognitiva, allenamento funzionale, terapia occupazionale, tango yoga, tai chi (di origine cinese, utile per il miglioramento della postura), body bit (musica, ritmo e corpo sono i protagonisti di questa attività che attraverso stimoli uditivi e visivi svilupperanno l’indipendenza degli arti inferiori da quelli superiori, migliorando la verbalizzazione, l’equilibrio e la simmetria dei passi ), arte terapia (comporta il miglioramento della coordinazione oculo-motoria o oculo-manuale, ha effetti positivi anche sull’umore, andando a contrastare gli effetti che la malattia ha a livello psicologico),

mantenimento della scrittura, scienza dell’alimentazione. Per ciascuna di esse sono predisposti programmi specifici da seguire con la guida degli operatori sanitari. “Progressivi e costanti sono i benefici che sto riscontrando, a livello di deambulazione, benché abbia bisogno di un sostegno, a livello di motricità fine, di scrittura, prima molto incerta, di linguaggio, non più biascicante. A tal riguardo, mi dice fiera e orgogliosa, “è assicurato anche il divertimento: faccio anche recitazione, imparando brevi brani da declamare con impostazione della voce e ballo da seduta, eseguendo movimenti adeguati in sincronia con il ritmo della musica”. Insomma, ho acquisito maggiore consapevolezza del mio corpo, riappropriandomi di abilità che avevo ormai perso e che mi rendono sempre  più autonoma, dipendendo solo parzialmente dalla badante”.

Certo, per alcune attività sono richieste tanta pazienza e concentrazione, ma ciò che noto dallo sguardo di Patrizia è che a lei è tornata la voglia di vivere, gioendo per piccoli ma significativi traguardi, molto motivata nel perseguire obiettivi che alzano il livello di autostima. “Non mancano, inoltre,  aperitivi “sul terrazzo” . La guardo perplesso e lei mi spiega che “alcune ore della settimana sono dedicate alla conversazione tra le persone del suo gruppo,residenti in varie regioni d’Italia, in cui si colloquia amichevolmente, chiacchierando serenamente del più e del meno, raccontando fatti della propria giornata, commentando eventi, confidando le proprie preoccupazioni, chiedendo consigli, condividendo i piccoli successi ottenuti con gli esercizi terapeutici”. Da ciò, quindi, emerge che il metodo Progotan non trascura l’aspetto affettivo – relazionale, poiché è nella relazione empatica che si vince il senso della solitudine, lo sconforto che è sempre in agguato. Il sapere che altri fronteggiano le medesime fragilità, affrontano gli stessi problemi di adattamento, soffrono per gli stessi sintomi, rende sereni, tranquilli, consci del fatto che si può contare su amici fidati, che ti capiscono, si immedesimano nelle tue difficoltà e sanno trovare le parole giuste per incoraggiarti. Da ciò emerge con chiarezza che il metodo Progotan è frutto della fusione e integrazione in un unico sistema riabilitativo delle terapie complementari più accreditate e coinvolge tutte le aree della persona. L’Associazione per andare avanti ha bisogno del sostegno dei suoi soci, sostegno che si può manifestare in modi diversi, a cominciare dal rinnovo della quota associativa e/o con piccole elargizioni liberali. “Notizie più specifiche” dice Patrizia “si trovano su Internet. Così ho conosciuto il metodo”

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