Un anno fa la la lettera a don Peppe Diana, scritta dagli alunni di quinta A e B della “”s. Mauro”


Con i bambini “occorre osare .  L’esperienza didattica quotidiana, infatti, sempre più mi convince che non bisogna aver paura di parlare con loro di tematiche che apparentemente potrebbero essere fuori dalla loro portata . Invece no! Di tutto è possibile dialogare con i bambini, basta individuare le modalità adeguate e utilizzare un linguaggio accessibile e comprensibile. Lo scorso anno,  gi alunni di quinta A e B , suddivisi in gruppi, hanno scritto una lettera a don Peppe Diana, in occasione dell’anniversario della sua morte. Ne conobbero la vita e la mirabile opera di apostolato, leggendo e commentando alcuni documenti. Le riflessioni contenute nella lettera furono frutto di conversazioni svolte in classe. Nulla fu aggiunto di mio: mi limitai a unire, in un collage, le loro considerazioni più significative. La missiva esprime la voglia di lasciarsi orientare nella propria vita dai valori sui quali si fonda la legalità: l’osservanza delle leggi, la cura del bene comune, il rispetto delle dignità altrui, la giustizia e la solidarietà.

S. Agostino scrisse che la vita è brutta quando si vive senza speranza o quando la speranza non poggia su fondamenta solide. Al termine del ciclo di studi, percorso con loro, nel mio cuore di docente fiorisce rigogliosa, nonostante il male paia sommergerci, la speranza: essa poggia sulla consapevolezza che i semi di bene gettati nei solchi dell’anima dei miei bambini si svilupperanno, consentendo loro di camminare, come hanno scritto, a testa alta e di perseguire con coraggio ciò che dà pienezza di senso all’esistenza: la ricerca della verità, di tutto ciò che è positivo, la determinazione a seguire il motto di don Milani “j CARE” ( “A me importa”), la voglia di accogliere l’invito ad amare gli altri con la stessa intensità con cui si desidera che gli altri amino noi stessi.

 Segue lettera:

Caro don Peppe,

siamo gli alunni delle classi quinte A e B del primo Circolo didattico di Casoria. Abbiamo saputo di te e della tua morte e per questo siamo rattristati. Il nostro maestro ci ha parlato di tutte le attività che hai compiuto in vita: eri capo scout  e nello stesso tempo parroco della parrocchia “San Nicola” di Casal di Principe. Abbiamo riflettuto sul significato della tua morte, che è avvenuta il 19 Marzo 1994. Due Killer, mentre stavi per iniziare la Messa, si sono avviati verso la sacrestia, ti hanno sparato quattro volte e sei caduto in un mare di sangue. Il maestro ci ha letto brani tratti dal documento “Per amore del mio popolo non tacerò”, che scrivesti insieme ad altri parroci di Casal di Principe. Siamo molto orgogliosi del coraggio che hai avuto, denunciando le attività illecite della camorra. Essa, infatti, impone a mano armata il pizzo ogni mese ai negozianti, minacciandoli di incendiare il loro negozio o di far del male ai familiari; compie, inoltre,  vendette trasversali, sversa rifiuti tossici nei terreni, spaccia sostanze stupefacenti e ruba.

I tuoi ragazzi ti amavano, dicevano che se non fosse stato per il tuo colletto bianco non ti avrebbero preso per prete. Di te hanno scritto e detto tanto, ma la cosa che più ci ha colpito è quella che ha scritto Sardo, un tuo amico: “Ammazzare don Peppe è stato come spezzare una pianta che stava crescendo e impedire che i suoi frutti potessero essere orgogliosi. Chi ha organizzato il suo assassinio sapeva cosa uccideva: la speranza  di un futuro migliore”. Non possiamo immaginare che una persona così buona, in cambio abbia ricevuto del male. Anche se non ti abbiamo conosciuto, ti ammiriamo molto e vorremmo seguirti nel tuo cammino per far capire alle persone che la tua non è stata una morte inutile, perché hai testimoniato il tuo impegno per la giustizia e la legalità contro la criminalità della camorra.

Per noi sei un modello di vita, tutti dovrebbero farsi forza e denunciare i camorristi. Dobbiamo fare come te: andare controcorrente, cioè lottare contro il male. Il 18 Marzo scorso, è stato appeso uno striscione fuori la nostra scuola, sul quale c’era scritto : “Le tue idee cammineranno sulle nostre gambe”.  Questa frase significa che noi dobbiamo sostenere le tue idee: rispettare gli altri, educare i ragazzi a non farsi influenzare dalla camorra, essere onesti, denunciare i camorristi. Tutte queste frasi significano una sola cosa: rispettare le leggi! La tua scomparsa non deve essere una conclusione, ma inizio di un futuro migliore, perché coltivando il rispetto degli altri e l’amore reciproco continuerai a vivere nei nostri cuori. Amavi molto i ragazzi, combattevi per non farli diventare manovali del crimine; crediamo che tu ci stia riuscendo, in quanto noi e altri bambini da grandi vorremmo diventare come te.

Don Peppe sei per noi un mito!

Gli alunni delle classi quinte, sez A e B, del primo Circolo di Casoria. Anno scolastico2009-2010

 

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