Tutti in Spagna per entrare nel mondo del lavoro

Vuoi fare l’avvocato, il commercialista, ti serve l’abilitazione all’insegnamento?

Corri in Spagna La grande fuga in Spagna di studenti per evitare esame e pratica e concorsi è iniziata già da tempo.

TUTTI si esaltano per la Spagna, chi ci ha provato e chi sta per provarci, chi l’ ha sentito dire e vorrebbe saperne di più, chi invece ha chiesto un preventivo e gli sembra che forse sì, ne varrebbe la pena, ma «tocca spendere tantissimi soldi». 

Per quanto riguarda gli avvocati,la legge spagnola, almeno fino al 2013 grazie ad una proroga di qualche mese fa, a differenza di quella italiana, prevede l’ iscrizione automatica dei laureati in giurisprudenza nell’albo degli avvocati. In Italia invece, oltre ai due anni di praticantato spesso assolutamente gratuito, è necessario anche sostenere un esame di Stato.

Si fa richiesta all’ambasciata, si riempiono moduli, si presentano documenti. E poi si aspetta la resolución, il certificato con il quale iscriversi all’università spagnola. 
Si fa domanda al Ministero della Giustizia per l’omologazione del titolo. 
L’ esame consiste in un questionario in lingua spagnola – ma alcune scuole o società che si occupano di aiutare gli aspiranti abogados garantiscono l’ esame in italiano – in 9 o 10 materie, tra cui diritto penale, civile, amministrativo e procedura, a detta di tutti «molto semplice». 
Le domande sono 20 per ciascuna materia (bisogna rispondere correttamente almeno a 10), la risposta multipla (a crocette). Con la laurea così omologata si torna poi in Italia, ci si iscrive all’ ordine come “avvocato applicato” e dopo tre anni di pratica regolare è possibile chiedere di diventare “integrato”, anche se «si può sostenere l’ esame al Consiglio Nazionale Forense per iscriversi           subito».

Molte società si stanno occupando di queste pratiche estere, in Campania una delle piu famose è S.I.F.E. Formazione che si occupa in maniera prevalente delle abilitazioni all’insegnamento e scommette sulla crescita di queste pratiche nei prossimi mesi.

 

La Gazzetta Ufficiale, come è consuetudine da diverso tempo, ha pubblicato vari decreti di riconoscimento dell’abilitazione all’insegnamento nelle scuole italiane conseguita all’estero.

Non si tratta di una novità, in quanto questi riconoscimenti ufficiali si succedono con una certa frequenza in applicazione di norme comunitarie che legittimano la validità dell’abilitazione conseguita all’estero.

Dei tanti abilitati almeno 1/3 sono italiani che si sono recati in Paesi dell’Unione europea, soprattutto in Spagna, per ottenere quell’abilitazione che, dopo la soppressione delle SSIS non è più conseguibile in Italia da parte dei professori della scuola secondaria.

In Spagna è possibile ottenere l’abilitazione nella scuola  materna,primaria e secondaria attraverso un corso speciale denominato “Curso de adaptacion a grado” .

Il nuovo titolo spagnolo di Grado è, infatti, un titolo di laurea abilitante per l’insegnamento nella scuola  primaria in tutti i Paesi dell’Unione Europea , conforme alla direttiva comunitaria 2005/36/CE, che consente l’accesso alla professione docente in tutta Europa.

La strada è ormai dura per i nostri giovani studenti ma la speranza è l’ultima a morire.

 

Giuseppe Della Vedova

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