Terrore alle poste, vigilante ferito a Casandrino. Tre anni fa a Casoria uccise due guardie

Colpo fallito a Casandrino. Intervenuti i militari della compagnia di Casoria. Nell’Ottobre del 2010 l’assalto all’Unicredit di Via Principe di Piemonte

Allarme rosso per le rapine ai furgoni portavalori. Ieri mattina, qualche minuto prima delle otto, quattro malviventi hanno tentato il colpo della vita: rapinare il furgone blindato della «Cosmopol» che trasportava una ingente somma da consegnare all’ufficio postale di via Borsellino-Falcone a Casandrino, dove in questi giorni sono in corso i pagamenti delle pensioni e delle tredicesime. Il colpo è fallito per la pronta reazione dell’autista: si è accorto della presenza dei banditi, che avevano già bloccato e disarmato un’altra guardia giurata dello stesso istituto di vigilanza sceso dal blindato per la perlustrazione, e ha immediatamente chiuso le portiere del furgone. Per poi ripartire a tutta velocità. Delusi e infuriati, i malviventi hanno reagito pestando a sangue la guardia giurata che avevano immobilizzato poco prima. E uno del malviventi non ha esitato ad esplodere un colpo di pistola – ma per alcuni testimoni anche più di uno – mirando alla sagoma del blindato, che per fortuna era già fuori tiro.

Lo sparo ha scatenato il panico tra la folla di pedoni e automobilisti che a quell’ora attraversavano via Borsellino-Falcone. E per qualche minuto – giusto il tempo impiegato dai carabinieri della caserma di Grumo Nevano diretta dal maresciallo Antonino Bruno – nella zona è stato un ricorrersi di falsi allarmi: la morte del vigilante, il suo rapimento, il ferimento di qualche impiegato postale fino ad un imprecisato numero di ostaggi tenuti sotto la minaccia delle armi dai malviventi ancora asserragliati nell’ufficio. Ed è stato grazie a questa situazione di caos che i quattro malviventi sono riusciti facilmente a sparire nel nulla.

Sul posto sono anche intervenuti i militari della compagnia di Casoria, diretta dal capitano Pierangelo Ianncca e i carabinieri del nucleo operativo del comando territoriale di Castello di Cisterna. Tutta la zona è stata chiusa in una fitta rete di posti di blocco, a cui hanno preso parte anche pattuglie dei comandi confinanti con la compagnia di Casoria. Ma dei banditi non è stata trovata nessuna traccia.

Ritornata una parvenza di calma, sono iniziate le indagini. Via Borsellino–Falcone è stata chiusa al traffico per consentire ai militari della sezione scientifica di effettuare i primi rilievi. Il vigilante pestato dai banditi è stato portato la pronto soccorso, dove è stato medicato e dimesso. Per fortuna le sue condizioni, che in un primo momento sembravano più serie, non sono gravi. A parte il comprensibile stato di fortissimo choc nervoso.

Anche se la rapina è fallita, gli inquirenti hanno alzato il livello di guardia. Ad agire sarebbero stati veri e propri «specialisti» di questo genere di assalto, che per come è stata messa in pratica ha indotto gli inquirenti ad avere la certezza che fosse stata preparata e studiata nei minimi dettagli. Un particolare di non poco conto e che fa ipotizzare agli investigatori il coinvolgimento diretto di elementi collegati, se non affiliati, ai clan della camorra che prediligono le rapine in grande stile. Una prima svolta nelle indagini potrebbe arrivare dalla visione di alcuni filmati ripresi da varie angolature dalle telecamere di videosorveglianza installate non solo presso l’ufficio postale, ma anche dai numerosi negozi della zona.

L’assalto ai furgoni blindati: un fenomeno in costante ascesa, soprattutto nei comuni a nord di Napoli. A Casoria, il 26 ottobre 2010, la rapina più tragica, quelle che è costata la vita a ben due guardie giurate, Gerardo Citarella ucciso all’istante, all’interno della filiale di Unicredit in via Marconi e Pino Lotta, morto senza aver ripreso conoscenza, dopo un mese di agonia. Ad agire un commando di circa cinque malviventi, armati di kalashnikov e fucili a canne mozze. I banditi accerchiarono Gerardo Citarella mentre entrava nella filiale per consegnare alcune sacche di banconote. Al primo tentativo di reazione della guardia giurata, il bandito che impugnava il kalashnikov esplose una raffica da distanza ravvicinata, mentre i sui complici all’esterno, ingaggiarono un violento conflitto a fuoco con Pino Lotta, rimasti alla guida del blindato.

Appena il giorno prima, ad Afragola, un commando di undici malviventi che aveva appena rapinato la filiale del Banco di Napoli, nella centralissima via Amendola, scatenò un inferno di pallottole nel corso di una sparatoria con una pattuglia di vigili urbani e con gli agenti di una volante del commissariato

A Caivano, il 5 aprile 2012, dodici malviventi – che miravano al milione e mezzo di euro trasportato da un blindato tentato di razziare un milione e mezzo trasportato a bordo di un blindato delll’istituto di vigilanza privata «Poliziotto Notturno» di Benevento – non esitarono a chiudere la statale sannitica mettendo di traverso ben sette veicoli. Il colpo fallì perche lo speciale metallo del blindato resistette a ben quattro flex, dando mondo ai carabinieri di giungere sul posto. I malviventi prima di abbandonare la preda, esplosero alcune raffiche di mitra

Tra tanti colpi, anche i successi delle forze dell’ordine. Nel novembre 2012 la polizia prese sette componenti del commando che ad aprile, nelle campagne di Caivano, aveva rapinato un blindato che trasportava 200 mila euro. E a Casoria, nell’aprile 2013, gli agenti della squadra mobile di Napoli bloccarono e arrestarono sei pregiudicati, appostati in via Aldo Moro, in attesa di assaltare un furgone blindato.

Fonte: Il Mattino

Share This Post