SOLITUDINE E CEMENTO

E per la serie “la stampa ci racconta”, Casoria diventa protagonista, sull’inserto “Musica” di Repubblica, in un dibattito su spazi urbani e solitudine.

In una lettera di un venticinquenne casoriano la sua Città rappresenta niente di più che un luogo non luogo, “una colata di cemento che separa due mondi “reali”, quello della Città di Napoli e quello delle varie province, entrambi non qui, ma a pochissimi chilometri da qui”.

Una Città che ai suoi abitanti non offre nulla, dove “se si vuole uscire con un bambino, non lo si può che portare alla stazione, a vedere i treni”, un luogo dove le macchine passano senza fermarsi, un margine di solitudine “con le sue foschie che frammentano la vita di chi li abita”. Casoria è una provincia contemporanea, frammentata come tutte le

metropoli, maestra di solitudine, ancora più vuota ed inutile: senza spazi personali, “senza simmetrie..senza un cinema!”.

 

La lettera di questo giovane “viandante” rappresenta un segnale forte, un esempio significativo di come i giovani casoriani vivano e vedano la loro Città, del forte sentimento di sradicamento che li separa dal loro luogo natìo, questo margine metropolitano, mero dormitorio per quanti fuori da esso cercano la propria realizzazione.

E deve essere un segnale forte per quanti operano in questa Città, per gli amministratori, gli imprenditori, le forze sociali e tutti coloro che sentono ancora un legame con Casoria, perché si impegnino a risvegliare in essa e verso di essa l’interesse di tutti i cittadini, soprattutto i più giovani. Se, come accade, questi continueranno ad andarsene via, tra qualche anno di Casoria non resteranno che gli ospizi!

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