Semi di pace. Iniziativa all’Hotel Bruman

Si è tenuta ieri, presso una sala dell’Hotel Bruman alla Cittadella, l’iniziativa anti-violenza organizzata dai comitati Santa Pazienza di Arpino, Giotto e Capri. A moderare l’incontro il giornalista del quotidiano Roma, Luigi Esposito. Era presente Antonella Leardi, la madre di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ucciso ingiustamente il 2 Maggio scorso.

 

La violenza in tutte le sue forme, una tematica delicata e molto sentita dalla cittadinanza. Grande la partecipazione, nonostante la rumorosa assenza delle istituzioni locali. Il sindaco Carfora, nonostante gli fosse stata protocollata una nota di invito ufficiale, ha infatti preferito non aderire alla manifestazione.

Ad aprire la discussione, il direttore di CasoriaDue Ferdinando Troise, con un passaggio sull’orribile normalità che i cittadini del nostro territorio vivono quotidianamente. “La mamma di Ciro tiene vivo il ricordo del figlio, sono tantissime le vittime casoriane ormai dimenticate. Enzo Pilato, Stefano Ciaramella, l’edicolante Antonio Coppola, sono solo alcuni esempi. Ricordo l’attentato al direttore Vincenzo Russo, salvato dalle urla di un signore dal balcone. Propongo quindi che in ricordo della vile aggressione, il 25 giugno diventi il giorno della memoria per Casoria”.

Presenti anche Maria Saccardo di Libera contro le mafie, Angela Uliano dell’Associazione Ali D’Angelo, Gennaro Laezza dei comitati associati e la cantante Emiliana Cantone.

Tantissimi i bambini in sala, provenienti dalle scuole del territorio di Arpino, che hanno donato alla mamma di Ciro i loro disegni colorati e pieni di speranza.

Toccante, commovente e allo stesso tempo pieno di forza e coraggio, l’intervento di Antonella Leardi. “Ciro era un ragazzo cresciuto a Scampia, ma che ha avuto la fortuna di crescere in una famiglia sana. Io sono una persona semplice, umile. Nel suo zaino Ciro aveva delle armi molto potenti: casatielli e frittate di maccheroni preparati dalla sua mamma e dal suo papà. Dopo averli preparati, li tagliavamo a fette, affinché Ciro non portasse con sé neanche un coltello. Ciro era andato a Roma in auto quel maledetto giorno. Riesco ad andare avanti soltanto perché ho fede, quello che stiamo vivendo è solo un breve tratto, un breve percorso, per poi tornare tra le braccia dei nostri cari. Durante l’assalto ad un autobus pieno di tifosi, ascoltate le grida di bambini, Ciro fece un salto per difenderli. Questo me lo hanno detto le persone che erano presenti. Ciro ha agito come un eroe, per la difesa dei più deboli. Le persone deboli vanno aiutate, è questo che ho sempre insegnato ai miei figli. La violenza non serve a nulla, parlando si può risolvere ogni problema”.

Share This Post