Sanità, Calabrò: “Preoccupato da questi tagli. Meglio chiudere ospedali piccoli ma fornire qualità al cittadino”. Morlacco: “Siamo ad un punto limite, ma si è lavorato bene”.

Matarazzo (Anmdo): “In Campania, grazie al Piano ospedaliero, già al passo con i nuovi tagli”.

La stretta attualità è diventata il tema del convegno promosso dall’Anmdo a Napoli e organizzato dal vicepresidente nazionale dell’Associazione dei Medici delle Direzioni Ospedaliere, Giuseppe Matarazzo e dal Presidente regionale dell’Anmdo Bruno Zamparelli. Il Piano Regionale e il Piano di rientro della nostra Regione sono stati messi sotto la lente d’ingrandimento dei partecipanti al convegno che ha visto la presenza, tra gli altri, dell’on. Raffaele Calabrò e del sub-Commissario alla Sanità della Campania Mario Morlacco. “Non ci aspettavamo di essere così attuali con il convegno di oggi – dichiara Giuseppe Matarazzo Vicepresidente nazionale dell’Anmdo – anche perché in Campania il buon lavoro fatto dal Governatore Caldoro e dal suo staff, in materia sanitaria, ha portato ad avere risultati che sono

pienamente nei parametri che questa nuova manovra del governo vuole attuare. Il numero di posti letto per abitanti, la riduzione della spesa farmaceutica e la riorganizzazione o chiusura dei piccoli ospedali sono cose che il nostro Piano Regionale già sta facendo. E’ chiaro che ci sono delle problematiche importanti da dover risolvere ma crediamo che sia giunto il momento di lavorare tutti verso la stessa direzione e l’Anmdo si prefigge di fare questo, volendo essere un vero e proprio supporto alla Regione Campania. Inoltre abbiamo visto che il modello attuato per la Sanità può essere usato anche in altri settori – conclude Matarazzo come ad esempio quello dei trasporti. E in una regione dove piccoli ospedali rischiano la chiusura è importante avere dei collegamenti funzionanti in modo da dare velocemente la possibilità al paziente di essere curato nel miglio modo possibile”. “Una verniciatura di facciata che mal cela la sostanza di tagli finanziari che subiremo tutti”. Sul grande dilemma del momento, chiudere o meno i piccoli ospedali, Raffaele Calabrò, consigliere per la sanità del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ha le idee molto chiare. Quelle piccole strutture vanno chiuse o al massimo riconvertite. ”Il malato – dice Calabrò all’incontro dell’Associazione nazionale dei medici delle direzioni ospedaliere (Anmdo) organizzata da Giuseppe Matarazzo e  Bruno Zamparelli – deve essere sicuro e se l’ospedale è piccolo e non è in grado di fornire l’assistenza di cui ha bisogno è preferibile rilanciare un buon servizio di trasporto per trasferire i pazienti nel posto giusto dove ottenere le cure giuste”. La sostanza, secondo il senatore Calabrò, è molto diversa. ”Ci sono tagli fortissimi sul sistema sanitario – dice – forse si tratta del modo più facile da individuare per tagliare. Questo ci preoccupa molto perchè l’assistenza sanitaria è tra le esigenze primarie in un Paese e non possiamo risparmiare e riuscire ancora a garantire l’assistenza di qualità”. Al convegno che ha visto la presenza anche del presidente nazionale dell’Anmdo Gianfranco Finzi, dell’On. Schiano di Visconti, dell’On. Salvatore Varriale e del Direttore dell’Arsan Campania Lia Bertoli, è intervenuto anche il Sub-Commissario alla Sanità della regione Campania Mario Morlacco. “Siamo giunti ad un punto limite. Ora si tratta di scegliere dove si deve chiudere e come. Abbiamo provato a sospendere la mobilità interna  per evitare proprio che questo o quel presidio chiudesse.  Bisogna subito sbloccare il Turn-over e lavorare tutti verso la stessa direzione. Questa difficoltà oggettiva però ha portato ad un equilibrio economico importante, guardano i conti possiamo dire che ci sono stati importanti passi avanti tanto da dire che i conti sono migliorati chiudendo con 260 milioni di disavanzo, meglio di altre prospettive fatte. E’ chiaro che non si può uscire per ora dal Commissariamento, questo non lo decido io – dichiara Morlacco – ma dopo l’estate ci potrebbe essere qualche novità. Anche perché teoricamente si potrebbe uscire dal piano di rientro ma per ora abbiamo delle inadempienze che si devono assolutamente colmare per poter dire di aver compiuto il nostro lavoro”.

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