Roma maestra di comportamenti

L’editoriale di Nando Troise

Si continua a parlare di poli, si fa con insistenza, ma nessuno veramente ci crede, nemmeno quelli che li sbandierano in tutti i discorsi ufficiali.

E’ stato affermato che i popoli hanno i governi che si meritano e che si sono scelti, se questa affermazione è vera, si può argomentare che le grandi trasmigrazioni di deputati che, con grande scelta opportunistica, passano da uno schieramento all’altro, sono espressioni della volontà popolare.

Non penso che il cittadino che vota per un signore “x”, che un partito gli ha proposto, lo stia autorizzando anche a vendere il suo voto. D’altra parte perché meravigliarsi per il diffuso costume del cambio della casacca, non per una nuova o convinta scelta politica, ma per la succosa opportunità di sedere alla mensa dei potenti di turno e condividerne prebende e fortune.

Si sostiene che il popolo si allontana dalla politica, ma quale popolo, non certo quello che elemosina favori ed accetta lo scambio del voto, anche per una bugiarda promessa.

Il vero dramma di questo nostro tempo senza ideali, è che i tanti che hanno raggiunto una tranquilla posizione sociale, pensano che sia un loro diritto starsene tranquilli nelle loro comode dimore, con un rigetto totale per la vita pubblica. Pensano di non aver colpe, a loro basta assaporare il rispetto degli altri, poggiato su un falso perbenismo. La cosa più folle è che credono che i loro traguardi sociali siano inattaccabili e che possono continuare a godere in tranquillità il loro benessere, lasciando ad altri la responsabilità delle scelte collettive.

Il malcostume investe non solo il Parlamento, ma ancora più la vita dei Comuni, dove gli aspiranti, ai futuri seggi parlamentari, si esercitano, assimilando le tecniche di una professione che si rivela sempre più lucrosa. Gli apprendisti appaiono goffi per l’impreparazione che è propria del noviziato, i più navigati si cimentano in quelle buone alchimie politiche, che li fanno apparire strateghi di intrighi.

Adesso sono imballati. L’arrivo della Commissione Prefettizia impedisce di mettere in atto gli insegnamenti da loro appresi, alle interpretazioni della loro modernità. Ciccio Polizio, lui, seguace di Pomicino, voleva inventare perfino un centro, qui a Casoria, con i tanti spezzoni di partiti, movimenti, transfughi e potenti decaduti. Poi c’è Vincenzo Carfora, l’ex Sindaco, che cosa pensa di fare, non è dato ancora sapere.

Di certo non rappresenta un grande problema.

Tommaso Casillo, vero deus ex machina di tutte le attività legate e connesse alla politica sa già che il popolo lo voterà come sempre.

Con la caduta dell’attuale Sindaco, l’unico vero inghippo è rappresentato dall’ennesimo ritardo che dovranno per forza avere alcune idee imprenditoriali – politiche come via San Mauro, il progetto dell’ovulo industriale e altro.

Hanno, però, l’ostacolo della Commissione Prefettizia, composta dallo Stato e che, ne sono convinto, impedirà qualunque forma di speculazione possa avvenire in Città.

Share This Post