Risposta al consigliere Pugliese sulle coppie di fatto

Con una lettera aperta al periodico CASORIADUE il consigliere neosocialista Pasquale Pugliese si lamenta di essere stato convocato dalla I°Commissione Consiliare Permanente, per  partecipare alla riunione con all’ O.d.G. l’istituzione del registro delle Unioni Civili.

Il consigliere neosocialista continua affermando che “Riconoscere diritti non può significare la messa in discussione della famiglia naturale, un uomo e una donna uniti nel matrimonio e nella finalità di procreare.” “Per noi la famiglia” prosegue il consigliere neosocialista” è quella definita dall’articolo 29 della Costituzione Italiana: realtà naturale fondata sul matrimonio, essa si compie intorno a relazioni sociali caratterizzate da responsabilità, stabilità, differenza sessuale “

In effetti l’articolo 29 della Costituzione recita “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Punto!

A questo punto si pongono, secondo alcuni giuristi che ho “copierellato” qua e là due questioni che sono spesso confuse:

 

L’art. 29 tutela soltanto la famiglia fondata sul matrimonio tra persone di sesso diverso?

 

Lo stesso articolo si oppone alla tutela di famiglie fondate su un’unione diversa dal matrimonio?

A leggere bene l’articolo costituzionale questo non limita l’istituto del matrimonio a persone di sesso diverso. Il termine “naturale” va inteso come “dato pregiuridico” cioè qualcosa che va di là delle leggi poiché dovrebbe essere per natura diritto e legge umana e che il Diritto si limita appunto a riconoscere. La famiglia è un dato sociologico, che la Costituzione non crea, ma si limita a tutelare. Una società complessa e articolata può presentare però diversi modelli di famiglia, come quella eterosessuale o quella omosessuale.

Veniamo ora alla seconda questione, in altre parole: l’art. 29 si oppone alla tutela di unioni fondate su vincoli diversi dal matrimonio?

Certo, l’art. 29 riconosce solennemente la famiglia fondata sul matrimonio, ma non vieta certamente di riconoscerne altre. Non è una norma limitativa.

Dire che la Repubblica riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio non significa dire che la Repubblica riconosce soltanto questa famiglia. Al contrario, la nostra costituzione impone un’ampia tutela delle formazioni sociali. L’art. 2, infatti, afferma che la Repubblica garantisce i diritti dell’uomo sia come singolo “sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”.

L’art. 29 tutela una delle formazioni sociali cui l’art. 2 si riferisce, insieme con altre tutelate espressamente dalla costituzione, lo stesso art. 2 è una clausola aperta, che impone al legislatore un’ampia tutela delle formazioni sociali di volta in volta emergenti nella società.

Il consigliere neosocialista fa anche notare che “lo strumento del registro delle unioni civili in altre città non ha avuto seguito, risulta molto scarso il numero delle coppie di fatto che si sono iscritte nei registri, la stessa grande città di Napoli non ha riscontrato il successo che si sperava” Non credo che nessuna delle coppie di fatto italiane persegua quel  successo che , forse, secondo il consigliere,  legittimerebbe le coppie di fatto. Credo che questi uomini e donne cerchino pari diritti per sé e i loro compagni/e, al pari delle coppie unite in matrimonio. Si tratta di un  di un vasto mondo di persone, che hanno bisogno di vedersi riconosciuti alcuni diritti fondamentali. Non si tratta solo di coppie di fatto, ma anche, per esempio, di anziani che vivono con persone che li assistono. Nel comune di Milano dove è stato istituito il registro delle Unioni Civili come in altri 80 Comuni d’Italia sono state raccolte nei primi quattro mesi dall’approvazione 492 prenotazioni.

Il registro è uno strumento amministrativo che, dal lato pratico, permette anche alle coppie di fatto di accedere a quei servizi e bandi promossi dall’ente locale cancellando ogni forma di discriminazione. Anche le coppie di fatto possono così partecipare come nucleo alla graduatoria delle case popolari (ah, se ne avessimo di disponibili nella nostra città!), ai prestiti d’onore o ai contributi rivolti alle giovani coppie, solo per citare degli esempi. I registri comunali purtroppo non vanno a colmare completamente il vuoto costituito da una normativa nazionale che, se legiferata, consentirebbe alle coppie di fatto di esercitare quei diritti, oggi a loro preclusi, come la reversibilità della pensione, la coabitazione, la comunione dei beni, l’eredità e tanto altro ancora.

D’altra parte capita anche che coppie scelgano di far valere le nozze solo agli effetti religiosi, anche in questo caso la coppia è “di fatto”. Quello del matrimonio solo religioso è spesso un escamotage al quale a volte ricorrono i vedovi per non perdere le pensioni di reversibilità! Lo Stato (e l’INPS), forse  per delicatezza, peraltro, non vanno a ficcare il naso nei registri parrocchiali.

Il consigliere Pugliese evidenzia  che  “I membri dell’amministrazione della città, che pochi giorni or sono hanno gareggiato per stringere la mano al Cardinale Crescenzio Sepe, in occasione dell’annuale festa del Santo Patrono della Città, dimenticano che il pastore della Chiesa di Napoli si è più volte espresso in senso contrario …” Segue, infine la velata minaccia “anatematica” ed il richiamo all’ordine: “Il Consiglio Comunale e la stessa Giunta Comunale ha al suo interno persone che in modo stretto sono legate alla realtà cattolica, e con il sostenere del Registro delle Unioni Civili, verrebbero a contrastare il proprio credo e gli incarichi svolti in ambito ecclesiale.”

Il sottoscritto, come noto, non è appassionato per la ginnastica, e non ha mai gareggiato in nessuna competizione di “stringilamanoalporporato” sport molto diffuso a queste latitudini. Per questa mia mancanza di agonismo, – addirittura mi annoio anche solo a osservare gli altri competere – i miei colleghi di giunta sono divisi in due nei miei confronti: ci sono quelli “sicuri” che io sia  pazzo, e gli altri che non hanno ancora deciso. Sono comunque certo che quelli di loro che rivestono incarichi in ambito ecclesiale, non subiranno punizioni e scomuniche se permetteranno a Filomena Marturano di esercitare i propri diritti senza costringere Mimì Soriano a sposarla con l’inganno.

So che i politici professionisti hanno pelle dura e spesso la mutano come i più vanitosi tra i serpenti. In un’amministrazione comunale del 2050 della quali io dovessi fare  parte con il consigliere Pugliese (ma sarò, io politico dilettante, a quei tempi già impegnato a fungere da tizzone per la caldaia del signor Lucifero?), avremo che l’Islam sarà la religione di maggioranza.

Abdul al Puglis (bisognerà mutare anche i nomi, ma solo chi lo vorrà) e il sottoscritto ci opporremo, con veemenza,  ad una mozione del Consiglio dei Saggi ( così si chiamerà l’assise comunale)  sull’introduzione della poligamia islamica. Io solo per il numero di suocere .

 

Con affetto e stima, Pasqualino.

Mariano Marino

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