Report Sangiovannese – Casoria. Partita durata sette minuti

È durata appena 7 minuti la sfida tra Rinascita Sangiovannese e Casoria. Sette minuti di calcio e poi, dopo un rigore in cui non si è capito se la palla sia entrata oppure no, l’arbitro Mistico – a seguito delle vigorose  proteste di entrambe le squadre – ha lasciato improvvisamente partire il triplice fischio e sospeso la gara.

Una decisione che ha spiazzato tutti, tanto da essere accolta tra l’incredulità generale. Questo perché non si sono verificate, in campo e sugli spalti, intemperanze di particolare gravità. Eppure, mentre i tesserati delle due Società (unite da un rapporto di profonda amicizia) si confrontavano civilmente, il giovane direttore di gara si è barricato negli spogliatoi e, dopo oltre mezzora, ha confermato la decisione di sospendere la partita “per assenza delle condizioni di sicurezza”. E così finiva, prima ancora di cominciare, uno dei match più attesi della prima giornata di ritorno del Girone C. Peccato: perché l’atmosfera che si respirava alla vigilia era più che distesa e perché si giocava su un campo che, a confronto con gli altri della categoria, è un vero gioiellino. Eppure è bastato poco, un episodio beffardo, a rovinare la festa.                            Ma procediamo con ordine. Il fatto che determina la clamorosa decisione avviene al 7’. L’arbitro concede un rigore (invero molto generoso) ai padroni di casa. Sul dischetto si presenta Riccardi, che calcia alla sinistra del portiere Annunziata. La palla finisce su fondo. E questo è l’unico dato oggettivo. Ma la domanda è: la sfera è finita direttamente fuori oppure è prima entrata nello specchio della porta e poi uscita, magari a causa di un possibile foro presente nella rete? Comunque sia, la scena che si presenta è inverosimile: da una parte i giocatori della Sangiovannese che vanno ad esultare verso i loro tifosi, dall’altra i viola che si dirigono verso l’arbitro che, dopo qualche secondo di esitazione, indica la rimessa dal fondo. Seguono le proteste veementi dei padroni di casa, con un paio di dirigenti locali che entrano in campo. Il parapiglia c’è, ma non si verifica alcuna rissa. Piuttosto, monta la contestazione di un gruppo di tifosi: ma, anche in questo caso, non c’è episodio di violenza, non c’è invasione e non ci sono disordini particolari. Insomma, si tratta di situazioni che, per quanto poco piacevoli, capitano con estrema frequenza e a tutte le latitudini. Tuttavia l’arbitro Mistico non se la sente di proseguire. Decisione discutibile, che avrebbe punto far degenerare la  situazione. Ma, nonostante il disappunto evidente di entrambe le Società, non accade nulla di deprecabile. Certo il pubblico rumoreggia, ma la contestazione non oltrepassa mai i limiti del consentito. Tanto che i giocatori e i dirigenti delle due squadre cercano di convincere invano l’arbitro a riprendere la partita.

Fin qui i fatti a cui si è assistito “in presa diretta”. Successivamente, si è appreso anche che – nel momento delle proteste per la rete non convalidata – un giocatore della Sangiovannese, il numero 11 D’Ambrosio, avrebbe rifilato un ceffone all’arbitro. Circostanza tutta da verificare, anche se dal referto emerge un’ammonizione a carico dello stesso D’Ambrosio (altra stranezza, perché se l’episodio fosse confermato, non è certo il cartellino giallo la sanzione da applicare in questi casi). Ad ogni modo, la motivazione ufficiale per cui è stata sospesa la gara (sul risultato di 0-0, aspetto non trascurabile), è “l’assenza delle condizioni di sicurezza”. Sugli spalti c’erano (sotto la pioggia battente) una cinquantina di tifosi. Ma sembra che, sebbene la Federazione non lo abbia comunicato, la partita dovesse essere disputata a porte chiuse. L’unica certezza è che non c’era neanche un esponente delle forze dell’ordine (benché la Società ospitante avesse inoltrato regolare richiesta). Forse è anche per questo che l’arbitro non si è sentito di proseguire la partita dopo il momento di tensione scaturito dal gol non convalidato.

Si resta ora in attesa delle decisioni del Giudice Sportivo. Tutto dipenderà da cosa avrà scritto sul referto l’arbitro Mistico. Il quale aveva tutto il diritto (e il dovere) di fermare la partita se riteneva che non vi fossero i presupposti per andare avanti. Ma è doveroso sottolineare che se al minimo episodio di tensione si adottasse sempre questo metro di giudizio, sarebbe davvero difficile trovare una partita che arrivi al novantesimo…

 

Carlo Cristarelli

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