QUANTO FASTIDIO DANNO I GIORNALISTI

(…. A chi?): al manovratore, al governo di salute pubblica, al Sindaco, ai politicanti, agli amici degli amici, a Dinasty, al muro della vergogna, ai fitti passivi (Campanariello, via Nazario Sauro, via De Gasperi, vico V Marco Rocco etc)

Diamo fastidio.

Ci hanno chiamato schegge impazzite, stampa fuorviante

Il primo passo per Pannella (editore di Radio Radicale e di Quaderni Radicali) ed i suoi discepoli sarebbe l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti, un sogno che si potrebbe realizzare il 12 Agosto, come l’Unione Europea chiede. E allora, quando vogliono protestare, esternare, comunicare, farsi rappresentare editorialmente, a chi ricorrono? La proposta dei radicali, lo dico subito, non addolora e non preoccupa. Forse qualche politico gradirebbe un ulteriore passo: cancellare anche i giornalisti che spesso infastidiscono. Lo diceva già Benito Mussolini che non bisognava disturbare il manovratore. A molti professionisti (?!?) della politica casoriana, i giornali non piacciono: li capisco. Ma qualcuno che la racconta ci vuole pure, qualche menestrello che vada in giro per la contrada a far sapere che cosa è successo e magari ad invitare a riflettere. Anche

Napoleone III confidava ai suoi cortigiani che non gli importava nulla della stampa e che non aveva nessuna curiosità che lo inducesse al mattino a chiedere che cosa dicevano di lui i quotidiani: sempre bene e per disposizione superiore. Anche Hitler, Mussolini e Stalin, credo, avevano scarso interesse per l’informazione: non si aspettavano critiche.

 

Non mi sono mai presentato in giro orgogliosamente: Stampa, mostrando il tesserino. La politica, certo, ha il suo peso in questo lavoro: può determinare delle carriere, ma non creare la reputazione, si può assegnare una direzione ma non imporre una firma. Scriveva Bruno Frappat: “i giornalisti godono cattiva stampa”. Non sono amati e non si amano tra di loro. Caduta, ormai da anni, ogni forma corporativa. E non solo da queste parti dove impera da anni la “cultura del sospetto”, del gossip, della cattiveria, dell’inciucio, dell’invidia, “del dividi et impera”.

In Afganistan, il regime talebano, quando se li trovava tra i piedi, li sbatteva in galera; in India, quando vanno in giro con le telecamere, per riprendere la violenza, i poliziotti li affrontano con il mitra; secondo un’inchiesta internazionale, 500 tra giornalisti e scrittori di varie nazioni sono scomparsi. Ricordiamo per tutti: Ilaria Alpi ed il suo operatore Hrovatin, Giancarlo Siani, Giuseppe Fava, Mino Pecorelli, il giornalista palestinese Kabir Al Azebil.

Ci furono dei morti anche negli “anni di piombo”: Walter Tobagi e Carlo Casalegno e parecchi feriti. Nel rischio sta la possibile grandezza del cronista, ma più del coraggio fisico ritengo pesino le scelte morali, più la coscienza degli schemi dell’ideologia. Quello che per te è un dovere: informare, per le autorità diventa talvolta un crimine: diffamazione a mezzo stampa. Tu lo consideri una notizia, loro un segreto. Credi di svelare, e ti pare un diritto, un retroscena: devi seguire la giostra degli avvenimenti, ma non permetterti di salirci sopra.

Allora gridano se racconti della discarica di spazzatura nella Cantariello; questa mattina, Ugo Cundari de Il Mattino, se ne è accorto anche lui, dopo Luca Abete di Striscia la Notizia, quando questo settimanale ed il sottoscritto scrivono di monnezza in quel posto da tantissimi anni, degli affitti passivi dei locali abusivi non condonati e, sembra, non condonabili, in via Nazario Sauro, quello di via De Gasperi oppure quello ubicato nel Campanariello. Quest’ultimo affitto passivo fu fatto durante la Commissione Straordinaria. L’Assessore alla Pubblica Istruzione dell’amministrazione di centro destra, Pasquale D’Anna, ha tentato di risolvere questo gravissimo problema ereditato con la felice intuizione di un asilo nido comunale. Poi, il resto è storia recente……. Si arrabbiano quando scrivi dell’acquisto miliardario degli uffici di via Po, delle barriere architettoniche, delle concessioni edilizie, della voglia che hanno di esternalizzare tutti i servizi ed anche quella di non utilizzare le risorse interne alla macchina comunale, se racconti i loro continui passaggi politici o di partito, della antica e vecchia volontà di privatizzare il servizio scuolabus, portando gli automezzi in uno stato, oggi, di rottamazione, e tanto altro.

Diceva un mio vecchio amico, giornalista di antica data: “noi non siamo suore o preti, ma  abbiamo dei valori etici: e questi sono dettati soprattutto dal rispetto di se stessi e della professione. Il nostro ruolo è di far sì che altri non abusino del potere”.

La stima, la considerazione, il rispetto, la credibilità, la rappresentatività non si possono comperare con qualche consulenza, con qualche incarico fiduciario o favore; di solito viene data gratis, e pubblicamente.

NANDO TROISE.

GLI AUGURI DI NUOVA CITTA’

19 marzo: San Giuseppe.

Auguri a tutti i Peppe, Peppino, Giuseppe, Pina, Giuseppina.

Buon Compleanno a: Iacopo Girasole.

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