Era l’estate di ormai otto anni fa. In Portogallo si giocava la 12a edizione del campionato europeo per Nazionali. Tra le partecipanti vi era anche la Grecia, guidata (ironia della sorte) dal tedesco Otto Rehhagel. Ai nastri di partenza nessuno avrebbe mai ipotizzato che Zeus e compagnia bella avessero potuto gustare l’oro di Dioniso direttamente dalla coppa d’argento puro; neanche le divinità terrene (i bookmaker) ci sono riusciti, la vittoria finale degli ellenici era infatti quotata dai 80-1 a 150-1.
E invece la Grecia inizia la sua marcia trionfante nella gara d’esordio, proprio contro i padroni di casa (Portogallo – Grecia 1-2); pareggia poi con gli spagnoli e perdono contro la Russia.
Passato il turno approdano ai quarti dove, di misura, mandano a casa la Francia. Con lo stesso risultato liquidano la Repubblica Ceca e si ritrovano d’avanti di nuovo il Portogallo.
Ancora una volta i pronostici la danno per spacciata. La compagine portoghese forte dei veterani: Rui Costa e Figo e delle forze fresche: Cristiano Ronaldo e Ricardo Carvalho, vuole incidere a caratteri cubitali il proprio nome nell’albo dei vincitori; proprio per questo motivo si erano affidati al brasiliano Luiz Felipe Scolari.
Ma ancora una volta il generale tedesco vince la lotteria con una singola puntata: Gol di testa su un calcio d’angolo del bomber Angelos Charisteas al 57º minuto e la Grecia è sul tetto d’Europa.