Prosciutto e melone (racconto di Emilia Sensale)

‘RACCONTartI’ di Emilia Sensale. Opera ‘Autoritratto e caffè’ di Sabrina La Rocca, Olio su tela.

Il fruttivendolo si era distratto e lei ne aveva approfittato per scartare il melone, ne aveva scelto uno senza macchie e difetti all’esterno. Dopo aver dato il resto all’anziana signora che era in fila prima di lei, il fruttivendolo l’aveva sgridata bonariamente per lo spirito di iniziativa.

Prosciutto e melone. Non amava molto quell’abbinamento ma piaceva parecchio ai suoi colleghi. Il suo compito era portare gli antipasti e gli altri si occupavano delle pizze, Marco era il mago della pizza fritta fatta in casa e anche per quell’occasione si metteva ai fornelli. Quella sera c’era la festa a sorpresa per Martina, una collega che si era laureata. Giacomo preparava la torta… e lei non vedeva l’ora di rivederlo.

Chiara lavorava in un’agenzia dove regnava un’atmosfera serena che le permetteva ogni giorno di impegnarsi in maniera produttiva in molti progetti. L’agenzia condivideva il pianerottolo con altri uffici dove era presente uno studio legale e lì lavorava Giacomo, avvocato dalle mille passioni. Chiara lo aveva visto la prima volta una mattina autunnale, era seduta alla sua scrivania e la batteria del computer portatile non si caricava.

“Ora ti mando un amico che sta qua di fronte, vedrai che il problema è elettrico” le disse il datore di lavoro. Dopo poco arrivò un uomo robusto coi capelli biondi molto corti e la barba molto lunga, indossava gli occhiali e aveva in mano una sorta di valigetta. Chiara alzando lo sguardo notò subito i suoi bellissimi occhi verdi. Giacomo lavorò su dei cavi che erano alle sue spalle, lei sistemava delle carte e nel mentre parlava con lui. Seppe così che si chiamava Giacomo ed era uno degli avvocati che lavorava nell’ufficio vicino, bravo elettricista e idraulico ma soprattutto grande appassionato di dolci. Il suo sogno fin da bambino era diventare pasticciere e stava cercando di mettere i soldi da parte per aprire un laboratorio, nel frattempo ogni volta che poteva preparava dolci, torte e biscotti.

“Bella camicia” disse Chiara quando lui si sedette affianco a lei per mostrarle grazie al cellulare le foto delle sue creazioni. Giacomo indossava una particolare camicia dal fondo bianco con piccoli disegni geometrici colorati. Chiara non sapeva indicare quando accadde il colpo di fulmine, è sempre difficile riuscire a individuare il momento in cui una persona diventa importante a tal punto da conquistare ogni pensiero. Probabilmente, accadde proprio in quei minuti, in quella chiacchierata. Chiara si rese conto di provare qualcosa per Giacomo nei giorni seguenti, quando sperava di incontrarlo anche per caso sul ballatoio e si ritrovava a pensare a lui con sempre maggiore dolcezza.

La festa fu organizzata a casa di uno dei colleghi, Martina fu invitata con una scusa. L’appartamento era caratterizzato da un arredamento fatto di varie tonalità di rosso, comprese pareti, tende e tappeti; furono sistemati tre tavoli così da creare in un angolo una grande tavolata a forma di ‘L’ e lì sistemarono tutte le cose da mangiare e da bere, vino compreso. Chiara per l’occasione aveva indossato un vestito color blu scuro con la schiena scoperta, un’apertura da vertigine contraddistinta da alcuni lacci, e si era anche messa i tacchi sperando di essere quanto più carina possibile… ma non funzionò molto. Da un po’, infatti, Giacomo sembrava ignorarla volutamente, addirittura aveva come l’impressione che lui provasse un certo disgusto nei suoi confronti. E Chiara non riusciva a dare una spiegazione alla cosa, soprattutto alla luce del loro primo incontro dove si erano salutati affettuosamente e per l’assenza di un qualunque episodio o malinteso successivo. Cercava di salutarlo quando lo incontrava e lui sembrava quasi arrabbiato, un comportamento che riteneva offensivo e che aveva paura fosse legato a una qualche maldicenza nei suoi confronti, proprio non riusciva a trovare un’ipotesi valida per quell’atteggiamento.

La torta preparata da Giacomo era bellissima: tre piani di Pan di Spagna con crema di ricotta e zucchero e pezzetti di cioccolato all’interno, con una glassa rossa e decorazioni dedicate al tema della laurea all’esterno. Era proprio Giacomo con l’aiuto di Marco a distribuire le fette e Chiara pensò di avvicinarsi con una scusa per tentare un dialogo.

“Hai fatto proprio una bellissima torta! Ed è buonissima! Ma la glassa rossa come l’hai fatta, col colorante o con qualche frutto?”.

Giacomo bofonchiò una spiegazione, ma di fatto la ignorò, guardandola di sottecchi come se fosse ancora una volta infastidito dalla sua presenza. Per assurdo, fu Marco a parlare riempiendo quel gelido silenzio e Chiara per non far vedere che fosse rimasta male per il comportamento di Giacomo scambiò qualche parola con lui sulla torta.

Chiara si sedette su una poltrona sistemata vicino a un balcone dal quale si vedeva buona parte della città. Le luci delle finestre accese sembravano accarezzare l’aria. I colleghi fecero del caffè e Chiara ne prese volentieri una tazzina nonostante fosse così tardi. Sentiva addosso lo sguardo dei presenti mentre lei era assorta ma nessuno si avvicinò per chiederle come mai fosse così pensierosa, ad un tratto si voltò di scatto. Il suono chiaro e forte di una risata la catturò, come un richiamo: era proprio Giacomo, seduto con alcune invitate dall’altra parte della stanza. A differenza dei loro fugaci incontri, Giacomo scherzava e sembrava felice, anzi, cercava di mostrarsi brillante e divertente agli occhi di quelle donne, spesso accarezzandole o stringendo le loro mani. Chiara sentì un nodo in gola, provava un po’ di gelosia e un pizzico d’invidia per quelle ragazze che riuscivano a parlare con lui, ma ogni volta che rideva Giacomo le toccava il cuore. Aveva una risata limpida, tonante, capace di arrivare da un estremo all’altro della stanza, toccava la parete ed elasticamente arrivata dall’altra parte, conquistava ogni angolo. Amava la sua risata, rompeva l’aria. Una risata a cuore aperto.

Chiara lo guardò incantata per alcuni secondi. Un profondo desiderio di riuscire lei un giorno a farlo ridere tremò lungo le sue mani. L’amore dopotutto è anche questo, desiderare che la persona amata sia felice e impegnarsi affinché ciò accada. Chiara decise che avrebbe ritentato e aspettato, con la speranza che prima o poi Giacomo volesse condividere con lei i suoi dolori e ogni sua felicità, ridendo insieme. 

Emilia Sensale 

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