Programma politico logistico sud Italia.

Crisi o non crisi, il sud Italia è una realtà la quale non ha mai avuto un decollo degno delle più civili e democratiche società. Certamente, la crisi attuale, mondiale, riconducibile unicamente a un riassetto dell’economia dei potenti, con l’esercizio della spietatezza del sistema bancario mondiale, per un sempre più rimpinguare le casse degli aristocratici, indi un sociale sempre più depresso, determina ulteriore agonia nelle aree emarginate, come quella del sud Italia, per l’appunto. Dopo l’illusoria boccata d’ossigeno del boom degli anni sessanta, “sempre con riferimento al sud, dove gli unici a uscire “vincenti” sono stati diverse forme speculative, tra palazzinari e industriali incoscienti, i primi a deturpare l’ambiente e i secondi ad avvelenarlo, poi, i grandi centri commerciali gestiti da società settentrionali e straniere, con i favoritismi dei politici locali hanno fatto il resto, opprimendo tanti commercianti, depredando soldi dal sud

per un già fiorente nord”, ci ritroviamo, ora, solo un sociale senza alcun riferimento concreto, né attuale né futuro. Uno stato quello del sud, dove la precarietà ha sempre più sopravvento, predefinendo un sociale emarginato, volto poi alle più declassanti e indegne attività, tra l’auto soppressione e il delinquere. Un delinquere dove nel tempo ha ricercato e ottenuto posizione privilegiate gestendo attività imprenditoriali e politiche. A determinare questo pietoso scenario è certamente, o l’incapacità, o l’ipocrisia di tanti onorevoli e senatori rappresentanti il meridione nel governo centrale, e di scandali ne abbiamo visti tanti! Quali speranze dunque per questo martirizzato sud? Saggiamente ometterei la possibilità dei moti sociali, la violenza è solo tale! A  volte però, pur indegna, funziona, quindi, attenti signori governanti! Quale scelta, dunque? Sindaco! Il sindaco, primo cittadino di ogni città, deontologicamente sopra tutte le parti, in altre parole il sindaco di tutti, anche di coloro che non l’hanno votato, quindi un neutralismo puro dove la reciprocità tra cittadini e sindaco dovrebbe essere una “complicità” costruttiva nel migliorare e sviluppare iniziative per città migliori, socialmente, economicamente e culturalmente, quindi in tutta l’essenza dell’etica umana ma ahimè! Stupidamente i veleni sono tanti e la tanta sospirata convivenza costruttiva, comune, resta solo un’utopia. Allora? La soluzione che auspicherei è; il distacco di tutti i sindaci dalle egemonie e demagogie politiche, presentandosi alle elezioni solo con liste civiche e senza riferimenti a obsolete ideologie. Un altro auspicio, connesso al primo, sarebbe; dopo il maturare una saggia neutralità politica di tutti i sindaci meridionali, creare una grande formazione politica, un’inattaccabile ferrea alleanza costituita da tutti i sindaci meridionali per contrastare il potere centrale. Nell’ottenere in tempi rapidi tutte le strutture per reali sviluppi di quanto è agonizzante nel nostro sud, e le richieste non sono né poche né illegittime,,, già nel richiedere misure fiscali diversamente applicabili tra aree depresse e aree iper sviluppate, sarebbe un piccolo grande passo di democrazia. Una politica uniformata, dunque, decisiva, convergente, una sola voce del sud affinché la frammentazione sociale e politica non torni favorevole solo per i signori romani e “nostri inani rappresentanti”. Per tutti quanti ritengono questo progetto irrealizzabile, utopico, dico; non è una realtà, la lega di Bossi? E poi, per un salto di qualità dell’unità umana, verso nuovi orizzonti, è certamente non chiedersi chi siamo e da dove veniamo ma cosa vogliamo essere e dove intentiamo andare. L’evoluzione del progresso umano, civile, non è certo impossibile!

 

Salvatore Sarti

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