“Partono ‘e bastimente”, il destino imposto dalla Buona Scuola

Un triste ed involontario presagio, caro Direttore, il tuo post di qualche settimana fa su FB “Parteno ‘e bastimente”, perché, ahimè, quei bastimenti ripartono nuovamente e tristemente grazie alla “Buona Scuola”, come da “Vangelo secondo Matteo” e i suoi discepoli con la Lorenzin nei panni di Pietro.

Avevano spiegato i due mattacchioni che il movimento avrebbe spostato massimo un 5% dei docenti interessati: un semplice sguardo al file del MIUR e ti rendi conto che, praticamente, Sicilia, Calabria, Puglia e Campania sono state letteralmente rovesciate in Lombardia, in primis, poi Toscana e Lazio.

Un po’ come gli antichi Romani quando, a scarso di donne, organizzarono il ratto delle Sabine e sistemarono la faccenda.

Del resto, Direttore, quello di Matteo è sempre un Vangelo apocrifo, vuoi per una presumibile scarsezza in matematica, vuoi per l’inveterata mania di raccontare “palle” colossali.

Una delle ultime, l’ultima non c’è perché a getto continuo, “supercazzole” fu il 21 gennaio scorso a “Porta a porta” relativamente alla previsione del PIL per il 2016  “ritengo assolutamente alla nostra portata l’obiettivo di crescita dell’1,6%”: in aprile nel DEF la previsione governativa è dell’1,2%, ma per l’FMI “un 1% è già troppo ottimistico”; oggi per il Centro Studi di Confindustria e Prometeia non supereremo lo 0,8%”.

Siamo al 50% della previsione, ma dicembre è lontano: abbiate fede… Considerando che non crei lavoro con un PIL inferiore al 2% e le tasse sono l’unica cosa a “crescere”, è chiaro che quando dice che la vie en rose si riferisce a se stesso e ai suoi compagni di cordata.

Ora cerchiamo di capire i motivi per cui si è legiferato in modo così sciagurato, visto che non è certo il nobile intento di “stabilizzare” il lavoro del docente l’ispirazione del provvedimento, se vuoi farlo lo stabilizzi a casa sua e non a centinaia di chilometri, obbligandolo a farlo con la minaccia di un danno ingiusto, la perdita del lavoro, per sé e la sua famiglia.

In termini economici siamo al paradosso: una donna sposata con figli, con il marito che lavora nel luogo di provenienza, spostandosi dovrebbe sobbarcarsi ai costi di viaggio, vitto, alloggio e mantenimento a casa dei figli per lunghi periodi, poiché, direbbe Totò, è la somma che fa il totale, a conti fatti a stento coprirebbe con lo stipendio i costi, in pratica lavorerebbe per la gloria e per la patria.

Quale è, allora la genesi della grande “pensata”?

In primis l’illegittimità del precariato sistematico: la direttiva europea n. 70 del 1999 (!), recita che dopo 36 mesi di servizio i precari hanno diritto ad essere assunti a tempo indeterminato, a meno che non sussistano “ragioni oggettive”: in pratica lo Stato si comporta  come i datori di lavoro furbetti del quartiere che fregano i lavoratori, ma chi ci governa non conosce vergogna e, di fronte alla marea di ricorsi, emana una legge per “specificare” che la regola non si applicava per il mondo della scuola per le “ragioni oggettive”!

Quali saranno mai queste misteriose “ragioni oggettive”?

Ci penserà la Consulta, come ormai prassi in Italia, lo fece anche con il “prelievo” di Prodi dai conti correnti, a risolvere l’arcano per il popolo profano: prestando servizio gli insegnanti, comunque, accumulano punteggio utile per una futura assunzione.

Quale futuro? Boh, dato che, spiega ancora la Consulta, il Ministero non è in grado di valutare a priori la consistenza degli organici e assumersi i relativi   oneri economici.

Sembra l’operetta “Addio giovinezza”: l’assunzione è una cambiale in bianco a “babbo morto” e, quante volte è successo, gli assunti hanno da parecchio tempo “cantato” addio giovinezza!

Fatto sta che l’Europa, forse sono appassionati di operetta o di opera  buffa come appare la situazione, smonta senza mezzi termini la stravagante tesi affermando che”la normativa europea osta a una normativa nazionale che autorizzi, in attesa dell’espletamento delle procedure concorsuali, il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato per posti vacanti e disponibili” de cuius il sistema italiano e illegittimo!

Illegittima per lo stesso motivo, a mio parere, anche la “furbata” dell’organico di fatto e di diritto, che perpetua, in misura minore ma comunque considerevole, il “peccato originario”, ma su questo tema tornerò in un prossimo articolo perché concausa dell’attuale caos.

Secondo motivo è la carenza di docenti, in tutti gli ordini e gradi, in alcuni paesi del Centro-Nord, parzialmente il Lazio e più marcatamente Toscana e Lombardia e principalmente nei paesi dell’hinterland.
Renzi pensa di sistemare le due faccende, Europa e carenze di organico , come già detto, con il sistema dela Ratto delle Sabine, per cui il termine “deportazione” che tanto li scandalizza appare pure generoso.

In pratica  due piccioni con una fava, i piccioni a loro e la “fava” a noi come prassi da oltre 150 anni!

Il ruolo del Sindacati appare molto “nebuloso” e gli errori, che sembrano numerosi e inspiegabili in alcuni aspetti, aprono un enorme contenzioso che porta a file lunghissime proprio davanti al Sindacato che il Governo chiama a sostegno delle assegnazioni.

Napoletanamente parlando il Sindacato pare “Mast’Andrea ca dinto ‘e guai s’arrecrea”.

Una cosa è certa, non abbandoneremo l’argomento: non finisce qui!

Antonio Valent

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