Non voglio, non debbo, non posso schierarmi. L’etica e la deontologia giornalistica lo impongono.

Carfora, Ferrara, Iodice in pole position. Caputo, Marino e Mazzone outsider.

Il confronto fra i candidati Ferrara, Carfora e Iodice con Caputo, Marino e Mazzone, organizzato dall’Unione Sindacale di Base del Movimento di Lotta per il Lavoro e coordinato dal sottoscritto, in Piazza Cirillo, venerdì 5 maggio, sul palco, come tanti anni fa, ai romantici tempi delle lotte delle ideologie politiche, è stato una tappa importante di questa campagna elettorale ed un passo avanti nella sua qualità politica.

Un ulteriore dimostrazione, ove ve ne fosse bisogno, che il confronto di idee e interessi, di progetti e di personalità aiuta non solo i cittadini a scegliere meglio, ma anche i candidati ad approfondire temi, assumere impegni più concreti, a migliorare la propria campagna elettorale. Di questo vanno ringraziati gli organizzatori ed il gruppo di lavoro di giovani aspiranti giornalisti che mi onoro di dirigere che hanno fatto del merito dei programmi una scelta giornalistica precisa. Ma, ancor di più, vanno ringraziati i sei candidati che hanno accettato il confronto.

 

Hanno dato risposte non in “politichese” alle domande poste, anche quelle più scomode. Hanno offerto un confronto serrato, a tratti anche molto teso, ma senza mai farlo trascendere in rissa come qualche fomentatore di zizzanie di professione avrebbe voluto. Insomma una volta tanto da Casoria un buon esempio di civiltà politica e, forse, la loro storia personale ha giocato un ruolo positivo.

Nel merito del dibattito, esso è stato ampio ed ha spaziato da temi molto concreti a visioni di più ampio respiro. Nel giro di domande fatto ai sei candidati Sindaci ho più volte messo il dito in una delle piaghe più purulenti di questa Città, la toponomastica, cioè la sua storia. Ho ricordato cosa era Piazza Domenico Cirillo negli anni 60, auspicando, magari, il ritorno dei sanpietrini nel centro storico. Un altro tema fondamentale è l’Urbanistica. Chiunque dei sei dovesse diventare Sindaco sa bene o dovrebbe sapere che sull’Assessore ed il Dirigente scelto per guidare l’Assessorato all’Urbanistica (Pianificazione e Assetto del Territorio), si giocherà poi il futuro politico, amministrativo, contabile, civile e penale dell’Amministrazione che dovesse uscire vincente da questa campagna elettorale. E’ finito il giochetto delle scelte per suggerimenti dall’alto o per “scelte di partito” o per suggerimento del potente di turno. A Capo di quel Settore occorrono persone di specchiata e onoratissima probità, oltre a competenza particolare.

Altri tema che ho fatto toccare ai sei candidati Sindaci, dal bilancio ai problemi di etica e trasformismo. Mi sembra che in generale le risposte siano state più concrete e più approfondite di quelle fornite fino a qualche giorno prima. Emergono alcuni temi sui quali c’è un ampio consenso, dal vecchio progetto della metropolitana di tanti anni fa (Sindaco Giosuè De Rosa) alle privatizzazioni di alcune municipalizzate (Tributi, Stadio San Mauro, acqua, salute ambientale, Centro Polifunzionale, Multiservizi etc), dall’avvio immediato della raccolta differenziata estesa a tutta la Città, specie nelle eleganti strade del centro (Principe di Piemonte e traverse e via Pio XII e traverse) alla riduzione di organici di Giunta Municipale e Consigli di Amministrazione fino alla necessità/convenienza di evitare il dissesto finanziario, con la soluzione definitiva di quel megacontenzioso che è ed è stato il CPR3 al cui confronto il Lodo Alfano è una barzelletta. C’è da augurarsi che sui temi condivisi ci sia una opposizione responsabile e propositiva in Consiglio Comunale ed in Città, a chiunque toccherà farla.

Su alcuni punti le risposte mi sono sembrate ancora troppo generiche, troppo “elettorali”. Ad esempio, è chiara l’idea di muoversi per varianti al Piano Regolatore, è meno chiaro per fare cosa. Come, allo stesso modo va evidenziato che non è stato organizzato un solo convegno, in questo mese di ricerca del voto, sul PUC (Piano Urbanistico Comunale). Molte delle proposte fatte richiedono risorse importanti, come il trasporto urbano interno (suggerisco ai sei Sindaci minibus elettrici), l’insistere dell’arrivo della metro a Casoria e alla raccolta differenziata porta a porta, mi sembra ancora poco chiaro (comunque non lo hanno minimamente spiegato e nessuno di loro) come si pensa di recuperare questi soldi fra tagli alle spese e maggiori entrate, come mi sembra molto rischioso basare il risanamento dei conti su un contributo straordinario del Governo Centrale, come è stato fatto per Roma e per Catania.

Vorrei infine sottolineare i passi avanti fatti sul piano degli impegni etici. Tutti i sei candidati si sono impegnati in modo inequivoco a rimanere in Consiglio Comunale in caso di sconfitta.

Tutti mi sono sembrati orientati a formare squadre di governo sulla base delle competenze e delle capacità piuttosto che sulle appartenenze partitiche o correntizie privilegiando la soluzione dei problemi rispetto ad astratti equilibri politici. Mi sembrano impegni forti e verificabili, dettati non da mero calcolo di opportunità elettorale. Spero vengano mantenuti.

L’ULTIMA OCCASIONE……………

La campagna elettorale molto accesa e sentita è cominciata ormai da mesi ma sembra essersi tutta concentrata solo sui candidati Sindaco, lasciando in penombra quello che è, invece, un punto centrale; chi saranno gli aspiranti al Consiglio Comunale e soprattutto, poi, chi saranno gli eletti.

E’ una “penombra” ingiustificata, essendo invece questo aspetto un momento di grande importanza per varie e concomitanti ragioni.

E’ noto a tutti, quanto, soprattutto in alcuni quartieri, sia ancora forte il controllo camorristico del voto e come la criminalità organizzata sia capace di convogliare sui suoi “cavallucci” tante preferenze, a volte sufficienti per farli assurgere al rango di consigliere comunale; così come è indiscusso quanto sia ancora in voga, in alcuni specifici contesti territoriali, la pratica del voto di scambio e soprattutto della compravendita delle preferenze.

Il consiglio comunale di Casoria, del resto, negli ultimi anni ha fatto spessissimo notizia perché squassato da fenomeni di trasformismo che hanno dell’incredibile; accanto, infatti, a consiglieri comunali onesti, coerenti e rispettabili si è visto in questi anni veramente di tutto; ai plurimi e continui “cambi di casacca” di persone che hanno pendolato dall’uno all’altro schieramento.

E questi fenomeni di trasformismo appaiono ancora più preoccupanti perché stanno continuando, in modo più o meno palese, anche in questa primissima fase di campagna elettorale in cui si vanno riposizionando blocchi consolidati di potere accanto ai vari candidati Sindaco.

Gli elementi indicati devono, quindi, far accendere più che una luce un vero e proprio faro abbagliante sui nomi che si stanno per scegliere; molte sono le candidature discutibili………….

Ed allora non paia esagerata la considerazione che segue; la scelta dei candidati consiliari, più che di quella alla carica di primo cittadino, diventerà la vera cartina di tornasole dell’effettività della volontà sbandierata da tutti di cambiare aria e metodi.

E in questo senso non credo potrà bastare il rispetto più o meno formale di codici deontologici; è, invece, indispensabile uno scatto di orgoglio che porti a rifiutare pacchetti di voti inquinati e/o acquistati e che eviti di votare personaggi, legati direttamente o indirettamente, alle cosche camorristiche o alle varie cricche del malaffare.

Ed è una necessità ancora più pressante in un momento in cui vi è una situazione elettorale senza precedenti e forse irrepetibile; i tre candidati da cui, secondo le previsioni, uscirà il primo cittadino sono tutti nomi della cosiddetta società civile (un commercialista, un medico ed un funzionario assicurativo) che hanno dimostrato nel loro ambito capacità e professionalità.

Da persone di questo calibro si può e si deve pretendere responsabilità e vigilanza su chi lavorerà con loro fianco a fianco; non potranno fare da semplice foglia di fico rispetto a situazioni non cristalline anche perché a loro spetta l’onere di evitare di ingenerare l’ennesima speranza di palingenesi, cui poi possano seguire cocentissime delusioni.

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