Non tarda ad arrivare la risposta del sindaco Vincenzo Carfora alle accuse di illegittimità lanciate da diversi consiglieri di minoranza sul concorso per posti di agenti di polizia locale.

Non tarda ad arrivare la risposta del sindaco Vincenzo Carfora alle accuse di illegittimità lanciate da diversi consiglieri di minoranza sul concorso per posti di agenti di polizia locale. “Le insinuazioni profferite, per l’ennesima volta, dal consigliere Emilio Polizio unitamente ad altri consiglieri di minoranza circa il procedimento concorsuale per posti di agente di polizia municipale, richiedono una decisa e puntuale risposta tesa ad allontanare illazioni e biechi teoremi. L’unico obiettivo –dice Carfora – per il quale i consiglieri continuano a parlare di andamento anomalo e violazioni di legge è quello di orchestrare teoremi probabilmente al loro consoni e abituali. Un esempio  ne è il tentativo vano del

consigliere Polizio e di altri di delegittimare l’attuale Amministrazione ricorrendo al Tar, sempre su questioni fittizie ed inesistenti. Naturalmente il Tar, non solo ha rigettato tutto, ma ha addirittura condannato i signori consiglieri comunali di minoranza  pagare le spese processuali”. Il sindaco entra poi nel merito della questione rispondendo, a suon di norme, leggi e decreti, alle accuse lanciate dalla minoranza. “Non può essere messo in dubbio che tutte le attività poste in essere sono state improntate alla massima trasparenza sin dalla fase preselettiva. L’amministrazione comunale – spiega – ha ritenuto di avvalersi alla banca dati della Formez Italia Spa che aveva adottato identiche procedure per la gestione del concorso di agente di Polizia Municipale del comune di Napoli. Le duemila domande a risposta multipla, da cui sorteggiare quelle da somministrare ai concorrenti, sono state rese pubbliche unitamente alle risposte esatte sul sito del comune, a testimonianza della chiarezza e della comprensibilità che contraddistingue questa Amministrazione”. Circa presunti concorrenti che avrebbero superato il limite di età consentito e a cui non sarebbero giunte le comunicazioni Carfora ritiene che, qualora fosse vero, certamente ci sarebbero stati dei ricorsi giurisdizionali da parte dei danneggiati. Sulla competenza a presiedere la commissione di concorso, che a detta della minoranza doveva spettare al dirigente Affari generali e non a quello di Polizia Municipale e all’accusa di incompatibilità di quest’ultimo a nominare se stesso quale presidente, Carfora definisce tali assunti sono privi di fondamento in quanto, sostiene: “Né il Tuel, né lo Statuto stabiliscono che a presiedere le commissioni debba essere il dirigenti degli Affari generali, anzi il Tuel attribuisce la presidenza ai dirigenti. Dunque la giunta municipale è ampiamente legittimata ad individuare il dirigente cui affidare la responsabilità della procedura che, per prassi e per ovvietà, coincide sempre con il dirigente del settore interessato. Infondata, altresì, la tesi che il segretario generale non possa far parte della commissione di concorso”. Conclude il sindaco: “Perché non si parla del letargo in cui era caduto il concorso di cui si discute, bandito nel marzo del 2009 allorquando i consiglieri istanti facevano parte della maggioranza consiliare? Probabilmente al Prefetto interesserebbe di più questo argomento che le chiacchiere da bar prive di ogni fondamento giuridico. Il concorso versa in fase di ultimazione e nessuno dei 24 concorrenti ammessi alla prova orale, a fronte dei 160 circa che hanno preso parte alle prove scritte, risultano pronosticati vincitori. Dispiace constatare che, anche in questa occasione, si è cercato di svuotare di contenuto una procedura improntata e svolta con la massima trasparenza, “sforzandosi” di trovare anomalie e illegittimità non riscontrate dai diretti interessati che, per unanime ammissione, si è contraddistinta dalle altre cui hanno partecipato per evidente ed inconfutabile trasparenza ed imparzialità”.

 

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