I monumenti di Nola, viaggio alla scoperta dei segreti di una festa millenaria

Se in questo momento offriste a un gigliante un biglietto per le meravigliose spiagge di Copacabana, state ben sicuri che lo strapperebbe in mille pezzi davanti ai vostri increduli occhi. C’è un solo posto al mondo che esiste nella loro mente e nel loro cuore durante la settimana di San Paolino: Nola. Gli 8 gigli e la Barca, in questi giorni, sono fermi come dei monumenti da ammirare sulle postazioni da cui questa domenica cominceranno la loro festa. Una festa che è universale e non abbraccia solo il “giorno tanto atteso”, quello della ballata dei gigli che quest’anno capita il 24 giugno, ma abbraccia un intero mese tra suoni, canti e colori. E allora siete ancora in tempo per vivere un’esperienza onirica, a “danze” ancora ferme, per ammirare i dettagli in cartapesta di tutte le 9 macchine da festa. Un percorso che può partire dalle due estremità della città: Piazza Immacolata oppure Piazza Umberto.

Se arriverete nei pressi della prima, vedrete svettare al cielo un giglio a “Quattro facce” a tema marianosulle tracce della Madonna di Medjugorje: è il Giglio del Calzolaio che, quest’anno, sarà cullato dalla paranza nolana “Pollicino”. Prima di entrare nel cuore pulsante della città, è conveniente muoversi sulla sinistra (guardando il “Calzolaio” davanti) di Piazza Immacolata e camminare per un 3-4 minuti circa, per raggiungere così Piazza Clemenziano, il luogo di stazionamento del Giglio dell’Ortolano. Stando all’opinione generale, questa è una delle macchine da festa più suggestive: anch’essa a “quattro facce”, rappresenta l’Albero della Vita. L’obelisco è particolarmente elaborato, con un caratteristico e suggestivo gioco di luci notturno che lo rende ancor più interessante e un meccanismo di apertura dei petali di un fiore in cima alla struttura, poco prima della vetta che accoglie San Paolino. L’Ortolano, che aprirà la ballata pomeridiana del 24 giugno, sarà cullato dalla paranza nolana “San Massimo” di Nicola Trinchese. Tornando verso “Piazza Immacolata”, poi, imbocchiamo la prima parte di Corso Tommaso Vitale, laddove passeggiare quando i raggi del sole hanno lasciato spazio ai colori della notte, grazie all’effetto delle meravigliose luci architetturale, è come camminare in un luogo incantato. Si presenterà ai nostri occhi, sul lato di Piazza Collegio, il “Giglio del Bettoliere”: un sublime intreccio, in chiave barocca delle “bandiere” di tutte le corporazioni che prendono parte alla festa. La “bandiera”, per un nolano, è quanto di più sacro e prezioso possa arrivare a casa sua, rappresentando il “testimone” tra vecchio e nuovo maestro di festa e, di conseguenza, il conferimento del prestigioso incarico di realizzare un giglio per la corporazione di appartenenza. Ritornando su Corso Tommaso Vitale e a pochi metri dal cuore pulsante della città, si estende alla nostra sinistra “Vicolo Duomo”, alla fine del quale è stazionato il “Giglio del Sarto” che, per l’occasione, sarà cullato dalla paranza nolana Stella, al suo 35° anniversario. Domenica scorsa, durante la ballata dei gigli spogliati, questa paranza si è esibita in questo vicoletto, strettissimo, a sole 40 persone scrivendo un’indimenticabile pagina di storia. Il vestito di questo giglio è semplice ed elegante, con San Paolino che emerge in un contesto di ghirigori che, a primo impatto, sembrano richiamare dei fiori tanto cari al santo. Ripercorrendo “‘o vico d”o culleggio”, senza entrare nella piazza principale, continuiamo verso un’altra piazza, quella intitolata al nolano per eccellenza Giordano Bruno. Qui attende la ballata del 24 giugno il “Giglio del Fabbro”, quest’anno trasportato dalla paranza nolana “Volontari”. Il tema è un trionfo della nostra storia, quella legata al Regno delle Due Sicilie e all’amatissima figura di Re Ferdinando. Noteremo, poi, in un vialone sulla sinistra la punta di un altro giglio: è quello del Salumiere, cullato quest’anno dalla paranza Indistruttibile. Un giglio che vuole raccontare in chiave moderna l’evoluzione della macchina da festa, ponendo al centro del concetto il “Cereo”, aspetto con il quale i gigli si presentavano nel Cinquecento. Da sottolineare una bella riproduzione del busto argenteo di Paolino che campeggia giusto al centro dell’obelisco. Adesso sì che possiamo tornare indietro ed entrare finalmente a Piazza Duomo, dove il gioco di luci notturno riproduce sulla facciata del palazzo comunale la figura di San Paolino e la struttura spogliata di un giglio. Uscendo dalla Piazza e prendendo la seconda parte di Corso Tommaso Vitale, possiamo girare a sinistra su “Via San Felice”, il primo punto che i gigli toccheranno durante il loro percorso storico pomeridiano, dopo che la mattina saranno arrivati tutti entro le 13 a Piazza Duomo per la benedizione del Vescovo. Nella via intitolata all’altro protettore di Nola, infatti, troviamo il primo punto di esibizione: “Girata ‘a Caparossa”. Proseguendo sempre dritti e attraversando “Vico d”e munacelle”, giungeremo a Piazza Paolo Maggio, dove ad attenderci c’è il “Giglio del Beccaio”, l’esordio con la macchina da festa di 25 metri per la paranza “Orgoglio Nolano”. Il tema della fede è ben radicato nel rivestimento della sesta corporazione a sfilare per le strade cittadine: la raffigurazione dei “gigli”, in questo caso intesi come fiori, accompagna un telo biancoazzurro che abbraccia le figure di Paolino, Felice e Madre Teresa di Calcutta. Uscendo dalla piazza, si camminerà per qualche minuto e si arriverà nei pressi di uno dei punti di esibizione più importanti, quello della “Girata d”e Carceri”, sita sulla sinistra. Mentre sulla destra i gigli dovranno percorre l’insidioso tratto “Abbasce ‘o Salvatore”, per poi salire lungo tutta via Tansillo e stazionare all’imbocco di Via San Felice. Questo punto è detto “ ‘o trase e jesce “ perché gli ultimi gigli che hanno da poco incominciato la festa incontreranno i primi che, invece, devono percorrere un piccolo tratto di “Via San Felice” al contrario per raggiungere “Via San Paolino”. Allora, coordinati dai commissari di festa, i “Gigli” entrano ed escono. Percorriamo anche noi, a piedi, al contrario quel piccolo tratto di Via San Felice e imbocchiamo Via San Paolino, “cuore delle sfide a suon di girate” tra le paranze. Alla fine della strada vedremo la “Barca di San Paolino”, quest’anno cullata dalla paranza Fantastica. La macchina da festa, che quest’anno è una delle più belle di sempre e richiama il volto e l’abito di Paolino, è stazionato a quello che è detto “Palazzo ‘a Catena”. Un punto a cui le paranze arriveranno con una carica agonistica da non sottovalutare. Infatti qui c’è l’inizio di “Vico Piciocchi”, il punto più insidioso dell’intero percorso. E’ un vicoletto strettissimo attraverso il quale la base del giglio riesce a passare a malapena e la punta dello stesso, se la paranza non è sistemata bene, rischia di sbandare andando nel cornicione dei due palazzi che fanno da cornice al vicoletto. E’ qui che ambizione e speranze di una festa intera trovano attuazione oppure rischiano di spegnersi definitivamente. Usciti da “Vico Piciocchi”, alla nostra sinistra nei pressi della villa comunale, è stazionato il “Giglio del Panettiere”, il cui elemento di spicco è certamente una campana, tratto distintivo di San Paolino che, secondo la tradizione religiosa, è l’inventore di questo strumento. Terminato il nostro “viaggio”, non mi resta che invitarvi domenica 24 giugno a Nola. La mattina gli 8 gigli e la Barca arriveranno a Piazza Duomo, mentre il pomeriggio si renderanno protagonisti di esibizioni mozzafiato lungo il percorso storico analizzato nella seconda parte dell’articolo.

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