Menenio Agrippa…

Volendo applicare le scoperte scientifiche, specialmente quelle neurologiche, al campo della gestione della cosa pubblica ne scaturisce un parallelismo sorprendente. Cervello, cervelletto, amigdala ecc. presiedono a tutte le funzioni del corpo umano.

Il cervello acquisisce dati dall’ambiente esterno, li elabora ed impartisce gli ordini per il funzionamento corretto della macchina. E’ un input/output. Occhi, orecchi, pelle, lingua e naso sono i sensori preposti a raccogliere i dati esterni e trasmetterli al cervello. Una fonte di calore pericolosa percepita attraverso la pelle informa in nanosecondi il cervello che impartisce l’ordine immediato di allontanarsi dalla fonte. Gusto e olfatto riconoscono la pericolosità di una pietanza inacidita. Il cervello, ricevuta l’informazione, consiglia di astenersi dall’ingerirla. Una musica melodiosa che colpisce l’udito risulta gradevole al cervello che ne prolunga il godimento. Passando dalla neurologia alla gestione della cosa pubblica è chiaro che la politica svolge il compito del cervello ed i partiti quello degli  organi sensoriali. Essi si fanno portavoce dei bisogni della collettività e li trasformano in idee politiche.

 

La politica, la buona politica, vaglia questi bisogni, stabilisce le priorità e adotta i provvedimenti necessari. Il parallelismo si ferma qui.  In genere tutti i partiti concordano sulla natura dei bisogni ma non sui rimedi. Quindi le risposte sono discordi con risultati spesso caotici. L’esperienza insegna che la politica è un cervello imperfetto, inaffidabile il più delle volte, contraddittorio nelle sue risposte, svagato e incline al compromesso. Le sue risposte ai bisogni della collettività non sono mai univoche. Che ne direste se il cervello privilegiasse le informazioni che riceve dagli occhi e trascurasse quelle provenienti dalla pelle? Il suo compito è quello di garantire il funzionamento di tutta la macchina e non di una parte sola. Il suo obiettivo naturale è di mantenere un equilibrio tra tutti gli organi della macchina. Quando per motivi vari non ci riesce subentra il decadimento fisico. Anche la politica, come il cervello sano, ha lo stesso compito: non perdere di vista il bene collettivo per mantenere in salute il corpo dello Stato. Purtroppo la storia insegna che spesso il bene collettivo viene sostituito dal bene del singolo, di una classe, di un clan o di una cricca. Siamo ad un passo dal decadimento dello Stato. Un sedicente anatomo-fisiologo del 493 a. C., Menenio Agrippa, ipotizzò che era lo stomaco, non il cervello, a regolare le funzioni del corpo tant’è che per convincere la plebe romana della bontà della sua intuizione raccontò la famosa favola delle membra che si rifiutarono di collaborare con lo stomaco. Secondo lo storico Tito Livio quando la plebe si ritirò sul Monte Sacro per protestare contro i Patrizi che li vessavano, il Senato inviò un mediatore per convincere la plebe a desistere da quello che potremmo definire come il primo esempio di lotta di classe e di sciopero riuscito in quanto la plebe ottenne la nomina di due propri tribuni in Senato con il compito di difenderli dai soprusi dei patrizi. Godevano dell’inviolabilità e chiunque attentasse alla loro vita veniva giustiziato. L’esperto anatomo- fisiologo, spiegò alla plebe che un bel giorno mani, bocca e denti si rifiutarono di cooperare con lo stomaco. Le mani non portarono più il cibo alla bocca, la bocca si rifiutò di accogliere il cibo e i denti di masticarlo con i risultato che lo stomaco, non poté nutrire tutti gli altri organi. Conclusione: deperimento organico e pericolo di decesso del  corpo.  La rovina di una classe, concluse il messo del Senato, è la rovina dello Stato. C’è bisogno quindi di concordia e cooperazione tra le parti per assicurare il buon funzionamento di un corpo fisico come del corpo dello Stato. Il buon Menenio ipotizzava l’esistenza di uno stomaco super partes che ridistribuiva equamente tutto ciò che riceveva dalle membra. Esistono nel mondo attuale i Menenio Agrippa che credono all’esistenza di uno stomaco che restituisce agli organi quello che riceve tenendo per sé il minimo per sopravvivere? Sono molto pessimista. Sono convinto che  nell’attuale mondo politico i Menenio Agrippa scarseggiano mentre abbondano i Menenio Atrippa.

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