Maturità 2013: novità e paradossi dell’esame più temuto.

E’ finalmente terminato il conto alla rovescia per i quasi 500 mila studenti italiani che lo scorso mercoledì hanno affrontato la prima prova della maturità. Le tracce dei temi su Claudio Magris, l’individuo e la società di massa, la ricerca e il cervello, Stato, mercato e  democrazia, gli omicidi politici, i BRICS e il valore della cooperazione e della creatività nella vita, hanno deluso ogni tipo di previsione e spiazzato numerosissimi studenti. Ma ciò che più di tutto quest’anno preoccupa i maturandi, è la recente introduzione dei punti bonus. Con un nuovo decreto, infatti, il ministro Carrozza ha stabilito criteri innovativi per la valutazione del percorso scolastico e, cosa ancora più importante, per le prove di ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso. Da quest’anno, infatti, sarà

attribuito un bonus da 1 a 10 punti, esclusivamente ai candidati  maturati con un voto almeno pari a 80/100, nello specifico, al voto 100 e lode corrisponderanno 10 punti; al voto tra 99 e 100, 9 punti; 97-98, 8 punti; 95-96, 7 punti; 93-94, 6 punti; 91-92, 5 punti; 89-90, 4 punti; 86-87-88, 3 punti; 83-84-85, 2 punti; 80-81-82, 1 punto. Inoltre, si terrà conto della distribuzione in percentili dei voti ottenuti dagli studenti che hanno conseguito la maturità nella stessa scuola durante l’anno scolastico precedente. Il punteggio ottenuto dovrà essere comunicato ed integrato alla domanda d’iscrizione ai test universitari, anticipati quest’anno al mese di luglio.

 

Le novità introdotte, che hanno generato non poche polemiche, spingono studenti e non ad importanti riflessioni. Ad esempio, è giusto che il voto dell’Esame di Stato influisca sui test d’ingresso all’università  e quindi, almeno in maniera teorica, su un tipo di formazione volta ad introdurre i giovani nel mondo del lavoro? E’giusto dare per scontato che un brillante studente liceale debba avere un’ altrettanta eccellente carriera universitaria? Perché concedere uno svantaggio agli studenti che alle scuole superiori si sono dimostrati meno volenterosi? Inoltre, è legittimo che nel tentativo di omologare il livello di preparazione delle scuole nazionali si utilizzi, invece,  un criterio che fa riferimento a situazioni assolutamente particolari e che rischia di creare forti disparità e favorire le scuole private?

I paradossi, i dubbi e le incertezze intorno alla maturità sono ancora tanti. Di anno in anno cambiano ministri, decreti e modalità di valutazione; si modificano i metodi di studio, i trucchi per copiare e il modo di vivere l’indimenticabile “notte prima degli esami”. Solo il significato della maturità resta invariato. L’esame di stato è un momento carico di valori simbolici: si entra nell’età adulta, si lascia per sempre alle spalle il mondo della scuola e si inizia a guardare al futuro con occhi tormentati e incerti. E sebbene la vita ci metterà di fronte a prove molto più significative e difficili, solo la maturità è in grado di suscitare quella paura nuova e quell’affascinante inquietudine per il presente e per il futuro, che resteranno per sempre indimenticate nelle nostre menti.

Daniela Ribellino                                                                                     danielaribellin@hotmail.it


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