MARIOLI E RABBIA BOMBE SU DONADONI

Un insulto (sia pure risolto, grazie alla incommensurabile bravura dell’Avvocato Eduardo Chiacchio) che si rifà alla penalizzazione e la squalifica di Cannavaro e Grava movimentano la vigilia di Parma – Napoli.

Riflessioni a margine della 21^ giornata di ritorno, subito dopo Fiorentina – Napoli, in treno, tornando a casa.

dal nostro inviato allo Stadio “A. FRANCHI” di Firenze, NANDO TROISE.

L’umore di Napoli, così sensibile allo scirocco, s’intorbida: dopo la notevole impresa in terra toscana che ha stizzito Montella fino a dichiarare che voleva l’espulsione dal campo per doppio cartellino giallo di Behrami (nonostante che prima della gara, s’era dichiarato, come sempre, innamorato di Napoli) la penalizzazione e la squalifica di Cannavaro e Grava (3 gare di campionato e una di Coppa Italia) non sono piaciute.

Le sberle, devo dirlo, sono esplose sul volto, e sulle gambe ghiacciate del Napoli in maniera imprevista. La squadra aveva dato, sia pure stravolta (solo nelle Coppe) dai molti mutamenti imposti e non da Mazzarri, ancora una volta, dopo serie del campionato, dimostrazione di validità, reggendo con il Bologna 110 minuti: è crollata di schianto. Non voglio entrare nel merito della gara, anche perché nelle due gare interne, al San Paolo, con il Bologna, non ero da quelle bande. Mi sono permesso di ricordare a Mazzarri, nella sala conferenze dell’Artemio Franchi di Firenze, “che peccato quelle due gare con il Bologna”, quelle

due partite, a mio avviso, andavano preparate meglio sul piano psicologico. Invece, Mazzarri, probabilmente sulle euforiche ali della spettacolosa rimonta in campionato e anche perché costretto dal soprannumero di giocatori (28 giocatori con almeno una presenza) aveva dato a tutti perlomeno una sensazione di disinvoltura e si era preparato al prestigioso e difficile duello con il Bologna, da campione in carica, con un disegno di squadra diversa. O almeno aveva dato questa impressione.

 

I calciatori hanno una mentalità sui generis. Una mentalità che pretende rispetto, specie quando il dovere risulta lo facciano per intero. La mia enorme stima per Mazzarri prende lo avvio, proprio dalle notevoli dimostrazioni offerte da questo tecnico nel campo di questa necessaria psicologia spicciola. Mazzarri si lega e lega a se la famiglia calcistica che gli viene affidata, con un senso di fedeltà e di riconoscenza che lo mette sempre al sicuro da qualsiasi malrovescio e crisi.

Mazzarri ha perso cinque partite di seguito ma mai accade che venga messa in discussione la sua posizione. Ne deriva, da questo modo di procedere, un accrescimento del suo prestigio personale sensibilissimo. Mazzarri si mantiene fedele al gruppo – base (solo 11 calciatori con più di 1000 minuti e solo 3 con più di 500 minuti) e immancabilmente il gruppo base, si riporta e lo riporta a galla (tre vittorie e un pareggio nelle ultime quattro gare fanno ben sperare).

Si chiude così con la Coppa e si riprende in campionato, che è splendidamente in piedi e sul quale la concentrazione potrà essere massima.

Il calendario ci riserva due insidiosi turni: la trasferta con il Parma e, poi, in casa contro il Catania. Il Napoli torna in campionato forte di una sequela di risultati a dir poco strepitosa. E’ appaiato alla Lazio, a cinque punti dalla Juventus, entrambe in casa (Genoa e Chievo).

A mio modesto avviso il campionato è, nonostante la netta supremazia della Juventus, ancora aperto. E il Napoli, senza per questo dover favoleggiare di scudetto, può condurre in porto un girone di ritorno spettacoloso.

Ha trovato un certo equilibrio, nel quale dovrà rientrare senza turbarlo, Lorenzo Insigne; ha le carte in regola per produrre un gioco migliore. Chiarisco che per migliore non intendo più bello ma più scarno. La settimana scorsa rilevai, non senza qualche preoccupazione, le insidie di una manovra che mi sembrava frutto di spontaneità e basta. Le occasioni mancate da Luca Toni in due nitide opportunità confermano in me qualche perplessità.

Il corto circuito degli ultimi cinque minuti, che tanto ha fatto arrabbiare Walter, può esplodere in un complesso che giochi appunto spontaneo. E si regga sulla disinvoltura e sulla freschezza atletica. Chi ha uno schema rimedia con quello alla stanchezza, che non escludo sia serpeggiata a Firenze.

In parole più povere esorterei Mazzarri a rendere meno fluida, pur non alterandone la semplicità, la manovra che sta producendo oggi la squadra. Sorniona a centrocampo, grazie ad Inler, e rapida e agile in attacco. Dove andremmo più cauti, ad esempio, è nell’arrembante gioco che sviluppano i pur bravi Maggio e Zuniga. Sulla formazione di Parma, al momento in cui scrivo, non ho notizia precisa. Comunque se Cannavaro non dovesse ancora farcela credo che Britos lo stia sostituendo degnamente. Per il vice Behrami è un problema enorme: dovrà scegliere tra Dzemaili che non è un incontrista o Donadel che non sembra sia del tutto recuperato.

Il problema, comunque, insisto nel dirlo, è rendere più scarno e meno brillante il movimento del complesso. Mazzarri può riuscirci con la collaborazione ormai affettuosa che sta riscuotendo dai giocatori, con Inler in testa.

Tutti, in questi tempi si stanno affannando a scoprire il segreto di questo Napoli. Dello spettacoloso Inler pochi si sono ricordati. Al centro della squadra Inler si sta muovendo con una autorità e una grinta eccezionali.

La posizione, la grinta, l’accanimento di Inler dovranno temperarsi con la lucidità e lo spunto offensivo di Hamsik. Se questa verticale prevarrà nel gioco partenopeo e la difesa riuscirà a contenersi, il Napoli potrà ancora migliorare parecchio.

Va segnalato che in questa vigilia non va mancato di ricordare ai napoletani l’insulto che è stato fatto al Napoli: penalizzazione, squalifica con tante gare saltate da Cannavaro e Grava.

Appostati a Castelvolturno il Napoli ripensa adesso al suo campionato che, miracolosamente risvegliato, va adesso onorato con ancora più impegno. Parma e Catania sembrano fatte apposta per proseguire la corsa.

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