Lo storico Alessandro Barbero all’Ex OPG Je so’ pazzo!

“IN NOME DEL POPOLO SOVRANO”

Un incontro con Alessandro Barbero.

⏰ sabato 29 febbraio, alle ore 18
📍 via Imbriani 218, Napoli
Ex OPG Occupato – Je so’ pazzo

Incominciamo dalla fine:
Il prossimo 29 febbraio alle ore 18.30 sarà nostro graditissimo ospite il professor Alessandro Barbero.
Ci verrà a parlare di potere, di sovranità popolare e di rivoluzioni.
Non si tratterà di una lezione frontale ma di un momento in cui ragionare assieme; il prof. sarà mosso dai nostri interrogativi, e non solo quelli della comunità dei pazzi che animano quotidianamente l’Ex OPG Occupato – Je so’ pazzo, ma anche i vostri!

❓ Da oggi fino al 21 febbraio prossimo raccoglieremo le vostre proposte di domande, faremo una cernita e gliele gireremo durante l’incontro, quindi, a voi la parola!
📲 Scrivete la vostra domanda con l’hashtag “#chiediloabarbero“, oppure scriveteci sulla nostra pagina Facebook o in direct sulla nostra pagina Instagram.

Chi vuole partecipare inviando una domanda può continuare nella lettura, per capire quale territorio esploreremo in quella giornata:
Un giorno un bambino disse a suo padre «Papà, spiegami a cosa serve la storia» e suo padre gli disse: «Il bravo storico è come l’orco della fiaba. Egli sa che là dove fiuta carne umana, là è la sua preda». Quel papà si chiamava Marc Bloch ed era uno dei più grandi storici del ‘900.
Ma a cosa serve la Storia?
Conoscere la Storia è utile all’azione e ora più che mai, mentre viviamo tempi bui, nei quali la barbarie pare sopravanzare l’umanità, e si invertono fiabe e verità.
Mentre siamo chiamati a fare spallucce di fronte a migliaia di corpi torturati o che affondano nel Mediterraneo, siamo obbligati al ricordo delle foibe con gli stessi sentimenti coi quali ricordiamo la Shoah, il 19 settembre dello scorso anno il Parlamento europeo approva, coi voti favorevoli del PD, una risoluzione che equipara comunismo e nazismo.
Ci convincono che il presente è qualcosa di granitico, immutabile, che non c’è alternativa allo stato presente delle cose, e qualsiasi scelta su cui siamo chiamati ad esprimere è di fatto una non-scelta, tutto va come deve andare.
Ma se invece ci si interroga a fondo sul senso della storia si capisce che il passato – e il presente di cui è gravido – è lo spazio del cambiamento.
Noi che non ci arrendiamo all’inganno, da comunisti, dobbiamo far emergere rimossi, gli intoppi nella lettura del passato e tentare di incrociare risposte per orientare il discorso in maniera efficace, in direzione di una liberazione della storia condivisa, con Bertold Brecht siamo certi che “Com’è, così non resterà”, la storia ci consegna patenti di legittimità alla speranza.
Nell’attesa, tra le altre cose, ci facciamo aiutare da tante persone in gamba per districarci nella matassa del presente.

Ci vediamo sabato 29 febbraio, segnate in agenda!

 

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