Lettera aperta alla Città di Casoria.

Buonista, qualunquista e immaginaria.

Le bare  di Antonio Coppola, l’edicolante di via Pietro Nenni e quelle di Liotta e Citarella, i vigilantes del Credito Italiano,  efferati e brutali omicidi avvenuti nella nostra Casoria ed allo stesso grado di crudeltà criminale e psicotica del giovane Carlo Cannavacciuolo a Santa Maria La Carità  o del papà della collega del Mattino Mary Liguori, ammazzato nella sua officina, il classico caso del posto sbagliato nel momento sbagliato o di altri casi avvenuti nella nostra civile Italia (il piccolo Tommy Onofri, ad esempio), camminavano sulle teste dei parenti. Saltellavano, “zompettavano”, facevano “stumpete stumpete” sui condolenti. La bara, infatti, rappresenta ed è satura di carne giovane. Tutti ammazzati da mani criminali. Antonio fu ammazzato in via Pietro Nenni; una classica strada di fuga che unisce la Sannitica all’Asse Mediano; i due vigilantes sparati con kalashnikov davanti alla Banca  nella centralissima via Principe di Piemonte; Ammazzati da mani  criminali. Da dove venivano non si è mai saputo. I sospetti su via Ghisleri, le Vele o Scampia non sono stati

confortati da susseguenti arresti. Gli assassini, completamente liberi.

 

Rimanendo ai giovani, la sociologia potrebbe farne seghe infinite: studente dal futuro di manager, operaio disoccupato, disoccupato con vocazione da operaio, oppure contadino mancato, contadino sottratto al suo destino. Le bare, comunque, si sono infilate nei loro loculi. Le storie sono concluse, chiuse. E dicono: che sfiga, morire contemporaneamente al loro futuro!

E ci sono i superstiti: i preti aggrappati al proprio sterno, i democristiani. L’acqua e la spazzatura piaghe antiche di questa Città, come già avvertiva nel 1989 questo giornale, il Pd a caccia di Tommaso Casillo, l’ex Senatore tornato alla gestione della cosa pubblica pur di aspirare al ritorno alla politica che conta. “Scendo in campo in prima persona – annunciava”. E già si vocifera sulla sua aspirazione al ritorno a Camera o Senato, speranze che sono anche nell’agenda politica del Sindaco Consigliere Provinciale Carfora.

Dopo le interrogazioni parlamentari dei deputati Pdl Castiello e Landolfi, le lettere di Pd, Cgil e Ugl, sulla nomina dei dirigenti di settore al Comune di Casoria, i disoccupati dell’Unione Sindacale di Base vorrebbero colorare  le cronache politiche di  rosso schocking, ma non sono più i bei tempi delle lotte operaie quando a rappresentare i comunisti a Casoria era Carlo Obici, il mito dei “compagni” di allora, a cui una pessima Commissione Toponomastica non ha nemmeno dedicato una strada. Le Commissioni Toponomastiche di Casoria (basta leggere le scelte dei nomi date alle strade ed è facile capire) sono state tra il peggio che possa esserci in Italia. Pessima la congiunzione tra importanza delle strade e quelle dei nomi, nessuna descrizione per i prescelti, spesso sconosciuti, dimenticanza non solo di Obici ma ancora più scandaloso di Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Il Partito del Popolo delle Libertà forse c’è o forse non c’è, insegue una forza compatta  o anche la stessa sopravvivenza mentre in una maggioranza composta da Api, Pd, Idv e Noi di Arpino si trova il movimento politico di Gianfranco Fini, Futuro e Libertà, rappresentato a Casoria in Consiglio Comunale dal giovanissimo Gianluca Cortese mentre al governo della Città con la carica di Vice Sindaco, Sergio D’Anna, il quale si gode gli oroscopi e tiene duro davanti alle montagne da superare per la gestione di un Assessorato che comprende Lavori Pubblici, Edilizia Pubblica, Gestione e manutenzione del Patrimonio immobiliare comunale, Manutenzione del patrimonio, degli edifici pubblici e degli edifici scolastici, Servizi tecnologici e attività manutentive generali. E così si trova di fronte al problema del Complesso Scolastico in via San Mauro dove è allocato il I Circolo Didattico,  quelli di Arpino, le tante emergenze di un sottosuolo gruviera, i lavori iniziati allo Stadio San Mauro; la sua storia politica e quella professionale,

lo aiuterà.

Restano comunque Andrea Capano ed Emilio Polizio e l’Udc con il commissario di sezione Carlo Tizziani e i soliti sondaggi sui tabulati. Ci sono numeri, indici di gradimento, spostamenti. Fette di pubblico che diventano bacino elettorale, bacino elettorale che diventa pubblico, pubblico che fa clip clap, sicché la festa ricomincia. C’è la corsa ai piedi dello scudo crociato. Sono in tanti che vogliono aderirvi. A chi rivolgersi per aderire al partito di Cesa e Casini? Al gruppo consiliare? Alla Sezione di Casoria o a quella di Napoli? Alla famiglia Tizziani? L’interrogativo è di quelli che non fanno dormire la notte una intera classe politica! Però, lo ha detto anche un prete indovino: alcuni movimenti politici a Casoria che tante speranze etc etc. tireranno le cuoia. Scompariranno. Le liste civiche della coalizione sconfitta al ballottaggio dovranno decidere.  Confluire nel Pdl o cambiare di nuovo nome. Nascerà il nuovo soggetto politico nato dalla fusione tra socialisti, verdi ed i comunisti di Nicky Vendola?  Arriverà, invece, forse, Alleanza di Centro, il nuovo movimento di centro destra creato dal giornalista Pionati che pochi giorni fa, al Teatro Brancaccio a Roma, ha ricevuto la benedizione di Silvio Berlusconi. Cerca referenti a Casoria. Alcuni “soggetti politici” già si sono presentati.

Giovanni Del Prete, Ispettore della Guardia di Finanza, tesserato con nessun partito, eletto nella lista civica “Casoria In Positivo”, il più votato di tutti in assoluto, che non è un fraticello, impietosito e sospettoso, solleva un telone e scoperchia un inganno: “C’è chi tiene questa Città sotto una tenda ad ossigeno”. Facile previsione, a quanto pare due voci della politica dovrebbero fare tibis e tobis. Scomparso, invece, dalla scena politica, Salvatore Graziuso. Il Sindaco, il Medico Enzo Carfora, attento a tutte queste situazioni politiche e non, lettore attento di tutti i giornali locali,  ingrugnisce coriaceo: non molla, anzi, molla. Mollerà, anzi, non mollerà. Solito equilibrio delle impotenze. Gli è che Casoria riesce ad esprimere in piccolo tutti i mali della società italiana.

La pagina del calendario pencola sul futuro. Oggi è il 12 di novembre del 2011. Le parole si ammonticchiano nel sussieguo del meretricio politico. Un meretricio sfiancato nel ban ban della pubblica opinione. “Il desiderio è metà della vita, l’indifferenza è metà della morte. L’amore, come la morte, cambia tutte le cose”, me lo suggerisce San Gabriele dell’Addolorata, un Santo Passionista tanto caro al Papa polacco.

Tutto, però, è stupendamente veloce. E qualcosa ritorna. Già riecco il comunismo (Sansonetti, Diliberto, Rizzo, Mussi, Valentino Parlato, Nanni Moretti,  Ferrero e Nicki Vendola e con loro Nadia, Clelia, Ciro, Gennaro, Nando, Maria).

Ma se si potesse scrivere una lettera ai buoni borghesi, quelli che si dovrebbero ispirare a Gaetano Salvemini e Benedetto Croce, tanto per intenderci, sarebbe utile spiegare loro: non aspettatevi di dover fronteggiare feroci bolscevichi, ma piuttosto il solito esercito di moderati del buon senso.

Certo, persero le elezioni nazionali ed anche quelle di Regione e Provincia di Napoli  ma sono sempre in agguato e non vorrebbero mollare il destino se cade il Governo Berlusconi di tornare alla guida della Nazione e non sono rossi mangiabambini, ma pallidi impiegati della Pubblica Amministrazione, militanti del buon senso.

Altro che comunisti, però, altro che sinistra. Nel festeggiare il definitivo ritorno della democristianeria (gli ex Dc, in Consiglio Comunale, sono moltissimi) si constata che l’eredità del Pci è divorata nel banchetto di un raffinato imbroglio clericale.

Nessuno se ne accorge, ma la sinistra sta scivolando nell’oblio, uno svuotamento di tante storie. Le storie piccole e private di emozioni, bandiere, lacrime, sacrifici, il funerale di Enrico Berlinguer.

La sinistra inciampa nel vecchio equivoco, pensare che Casoria sia un giardino d’infanzia.

La rivoluzione, iniziata nei primi anni 70, con tanti morti tra i simpatizzanti degli opposti estremismi. Comunisti e missini ammazzati nella logica perversa degli ideatori della strategia della tensione (ricordiamo, per tutti, Giorgiana Masi, Iolanda Palladino e la strage di Primavalle). Quella rivoluzione, fatta di valori ed ideali, si è dissolta nell’alfabeto buonista.

Un tempo, avrebbero fatto espropri proletari; adesso, sgomitano per iscriversi all’Azione Cattolica. Ma grazie a Dio Casoria è cattivissima, ingenua e beve vino, anche quello annacquato delle grotte di via Cardinale Maglione.

A proposito, sotto il festoso din don dan delle campane di San Mauro, spero si chiuda questo presente troppo sociologico: occorre per svegliare dal torpore questa Casoria addormentata dai democristiani e dai clericali, dai preti e dalle monache (manager ed imprenditrici non solo del Sacro ma anche nel campo immobiliare. “Fittasi” è il loro motto), dalla rabbia dei disoccupati, quelli con vocazione operaia, dei contadini sottratti al loro destino, degli studenti fuori corso, tutti indecisi fino alla fine.

E spero che ritornino le sane battaglie ideologiche tra Destra e Sinistra, tra antifascisti e anticomunisti.

Spero che i giovani spengano questa fiction e che portino Casoria alla realtà.

NANDO TROISE

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