L’ASSESSORE ALLE PARI OPPORTUNITA’ LUISA MARRO CLENDY E NON SOLO..

Gli ideatori dei due manifesti pubblicitari di uno strofinaccio della Clendy di Casoria sono riusciti nel loro intendo. La provocazione materializzatasi attraverso la rappresentazione, alternativamente, di un uomo e di una donna intendi a ripulire le tracce di un omicidio appena commesso ai danni di uno sventurato di sesso opposto, ha scatenato una tempesta mediatica capace di fare assurgere a notorietà nazionale il nome di un’azienda fino a ieri sconosciuta.

Tanti indignati hanno visto in questa operazione un’istigazione al femminicidio della quale gli autori dovrebbero vergognarsi; hanno visto l’affiorare di sentimenti misogini di cui è intrisa una realtà sociale come la nostra, sempre pronta, a parole, a favorire l’affermazione della parità di genere ma nei fatti profondamente maschilista che mal sopporta l’intraprendenza delle donne nel ritagliarsi un ruolo da protagoniste.

 

Tale tesi, però va a scontrarsi, decisamente, con il manifesto nel quale è la donna ad avere ammazzato un uomo.

 

Per quanto mi riguarda si tratta di cattivo gusto e non di un attentato allo spazio che la donna può e deve ritagliarsi nella società.

L’intento era quello di provocare uno scandalo e la consequenziale notorietà derivatane.

Resta da interrogarsi se le leggi del marketing si siano definitivamente sostituite ai valori civili che regolano le moderne società; se la vendita di uno strofinaccio e la buona salute delle attività produttive ad esso preposte possa giustificare lo sminuimento della sacralità della vita umana.

Se l’omicidio si depotenzia in un’azione per la quale una semplice passata di strofinaccio ne cancella le gravi conseguenze, il pericolo è che si possa perdere il senso della sua gravità e del rispetto che ognuno deve avere verso l’altro.

In ogni caso, E’ giusto  rizelarsi per questa pubblicità che non trasmette un messaggio pacifico ma sarebbe stato altrettanto giusto, soprattutto per chi fa politica, rizelarsi per la campagna pubblicitaria di PIAZZA ITALIA  che ha  denigrato  tutta la classe politica ed in particolar modo le donne. Infatti, la campagna pubblicitaria di PIAZZA ITALIA tiene conto naturalmente solo della “DONNA POLITICA”  che non ha proprio seguito un percorso ortodosso a scapito di tutte quelle donne che fanno politica onestamente, lealmente senza ricorrere ad escamotage di natura sessuale.

Luisa Marro

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