La parola fine non è stata ancora scritta nella lunga storia del PalaCasoria, dei miliardari uffici di via Piave, della Resia, Tubi Bonna e Rhodiatoce, della Snaidero diventata asilo nido comunale e poi di nuovo area dismessa, PER FORTUNA fra un po’ sarà riaperto per la gioia dei bambini dell’Ambito numero 18, della monnezza che doveva produrre oro, dei concorsi truffa, delle assunzioni pilotate. PER FORTUNA. Con la decisione delle Universiadi di utilizzare il PalaCasoria per tutte le gare del Taekwondo furono ripresi i lavori e rimesso a norma. Ma SOPRATTUTTO, credevamo, avrebbe ripreso la sua attività sportiva ospitando basket e calcio a cinque e la pallavolo, perché si possa delineare un percorso di rilancio di quello che rimane uno dei maggiori investimenti fatti dalla Città di Casoria negli anni 90, creando una cittadella dello sport ed evitando la costruzione di altri palazzi per civili abitazioni, vista la mania verticale e newyorkese che da sempre caratterizza la Città di Casoria.
Una buona notizia per la comunità di Casoria, per gli sportivi di Casoria E NON. Ma quante volte abbiamo sentito queste parole negli ultimi anni? E soprattutto quante ancora ne scriveremo per la Resia? O per gli uffici costati due miliardi più Iva nel Parco Le Querce in via Po? Per non parlare delle riforme della macchina comunale: i trasferimenti già operativi dei dirigenti di settore a quella, come abbiamo sentito in queste ore, di 200 assunzioni da fare nel 2020 nel Comune di Casoria e nella sua municipalizzata Casoria Ambiente. E quanto possiamo resistere come cittadini, famiglie, imprese, viaggiando con lo sguardo perennemente all’indietro o chino su dossier infiniti?
E’ facile trovare il colpevole nell’amministrazione. Una amministrazione che ha il peccato originale di essere nata non per scelta ma per necessità. E che per questo ha messo assieme forze politiche di diversa estrazione e orientamento.
Ma peccato originale o meno, questo non può essere un alibi per non dare risposte.
Servono risposte a domande che sono persino disarmanti nella loro semplicità. Ma senza le quali continueremo a inviare a chi vive e lavora a Casoria ed Arpino il peggior messaggio: quello paralizzante dell’incertezza.
Lo ricordavamo nei giorni scorsi. Un consigliere comunale di maggioranza mi ferma e dice: “ti prometto che a giorni metterò mano alle aree dismesse”. La rabbia ti sale, poi consideri il soggetto politico e con calma gli ricordi che sono tutte aree private. Sono decenni che ne sentiamo parlare specie nelle campagne elettorali.
I debiti fuori bilancio, un eterno pozzo senza fine di milioni di euro che arrivano da anni lontani che potrebbero essere investiti nelle imprese, potrebbero alimentare i consumi. Mai una amministrazione che abbia fatto una indagine seria sul come sono maturati. Votano per alzata di mano senza neanche avere il timore e la preoccupazione che possano essere poi, loro, oggetto di indagine della Procura regionale della Corte dei Conti.
Subiamo la continua costituzione di commissioni ma chi sta dicendo alla Città di Casoria con chiarezza e decisione che ha una densità di aree dismesse tra le più alte d’Italia e di aver bisogno di fare come fece Sesto San Giovanni, la Città alle porte di Milano dove aveva sede la Marelli, di trasformare le sue aree industriali dismesse in AREE DI SERVIZI?!?!
Ogni volta che la magistratura interviene è una sconfitta. Indimenticabili coloro che indagarono sul ritrovamento di 90 fusti tossici di resine fenoliche e superfenoliche nella Resia oppure la recentissima indagine della Procura di Napoli Nord sul siluramento del già Sindaco Pasquale Fuccio, con tanti ma tanti interrogatori avvenuti ad Aversa sia dello stesso Fuccio come di alcuni consiglieri comunali. Naturalmente OSCURANTISMO completo e totale. Neanche l’habitat naturale della gran parte della categoria politica di questa Città che è facebook ne parla!
Indice che qualcosa non ha funzionato come dovrebbe.
Quando la politica sembra non comprenderlo beandosi quando riceve tempo, come, altri esempi, la privatizzazione del Servizio Riscossione Tributi oppure il supermercato che sembra debba sorgere (i la vori sono già iniziati) tra Piazza Tenente Formicola (nel palazzo della signora delle tende) ed il conurbato e trafficato Corso Vittorio Emanuele. Dannandosi quando i Magistrati impongono il loro ritmo.
Leggere le motivazioni dello scioglimento per camorra avvenuto nel 2005 poteva aprire a nuovi contenziosi? Ed altrettanta incertezza? Probabile. Lo stesso succederebbe se si potessero leggere gli interrogatori fatti dai magistrati di Napoli Nord a Fuccio ed i suoi carnefici.
Casoria ha bisogno o no di una macchina comunale “con il motore”? Se si crede che la risposta sia “si” lo si dica chiaramente. Non si impongano “tasse occulte”.
Casoria vive trentasette anni di tentativi falliti, si lasci risanare chi sa farlo. Assumendosene le responsabilità, a cominciare dalla salvaguardia dei lavoratori.
E’ lodevole e doveroso, quando possibile, l’intento di tenere tutto assieme dalle ristrutturazioni ai rilanci. Ma politica ed economia sono complementari quando ognuno rispetta il proprio ruolo. Il Comune di Casoria in quale ginepraio si sta infilando? Un Comune che non ha avuto la capacità di controllare le manchevolezze evidenti avvenute in questi anni in tutti i suoi settori, quale garanzia può dare? O si pensa che gestire sia meno complicato che controllare?
Certo, servirebbe riavviare la macchina di una Pubblica Amministrazione che si è impigrita e deprofessionalizzata tra elezioni continue post scioglimenti notarili, maggioranze che si succedono badando più alla sopravvivenza che all’effettiva azione. E servirebbe una politica che non punti a vincere nelle urne ma a passare al governo che seguirà un Paese migliore di come lo aveva trovato.
Lasciateci, in questo inizio di autunno, preferire al cinismo di chi pensa a consolidare sè stesso puntando sul passato, la convinzione che chi vuole lavorare per il futuro abbia davanti a se una strada sicuramente più impervia ma utile al Paese.
Ferdinando Troise