“Il significato della parola politica assume molteplici aspetti nel tempo e nello spazio. Ma più semplicemente mi piace dire che per me, Cittadino Italiano e figlio di Casoria, politica significa governare bene la Città.”
Giuseppe Rossi, candidato per la lista “Casoria in Positivo”, apre così la sua intervista in cui mi spiega che il suo obiettivo principale è portare alla normalità un municipio ricco di storia e diventato di fatto sobborgo della metropoli, con i grandi problemi ad esso collegati.
Molti non conoscono le origini della sua famiglia, che ha una antica tradizione e radicamento sul territorio. La loro storia risale alla fine del 1400. Le vestigia, quelle conservate nella parrocchia di San Mauro e in San Benedetto, sono la testimonianza del passato. E’trascorso quasi un secolo da quando i componenti di questa famiglia avevano guidato con successo la Città di Casoria; Nemesio Rossi, bisnonno di Giuseppe, fu vice sindaco subito dopo l’unità d’Italia.
Cosa pensa della spaccatura avvenuta nella destra locale e perché ha scelto di schierarsi con la lista civica piuttosto che con il simbolo del PDL.
È molto semplice. L’ex sindaco è stato sfiduciato anche dai suoi stessi consiglieri, io lo stimo molto come persona, ma una volta sfiduciato non si torna indietro. Io sono una persona di destra, da giovane facevo parte del Fronte della gioventù, facevamo a torto o ragione politica perché avevamo degli ideali. La politica era un momento di coesione, cosa che adesso purtroppo non riscontro nei giovani…
Perché lei a 53 anni, laureato in Informatica e con un curriculum vitae che l’ ha portata a diventare dirigente in aziende multinazionali, ad un certo punto sceglie la politica?
Da qualche tempo, con mio fratello Filippo, stimato e conosciuto per il suo impegno di medico cardiologo, nonché tra cugini e parenti ed anche tra altre famiglie casoriane, ci siamo posti l’interrogativo: cosa possiamo dare a questa città, per farle riconquistare la sua identità? Una Città ormai ridotta a dormitorio che ha dimenticato le sue nobili e gloriose tradizioni… Abbiamo pensato di assicurare un impegno diretto e generoso, e da qui la decisione di cimentarmi in una competizione elettorale, per poter fare poi della buona amministrazione che serva allo scopo. E’ naturale allora che scegliessi quale slogan “Che Casoria diventi Casaurea”!
Un progetto ambizioso che ha bisogno di un cambiamento radicale della cultura della gente.
Per questo bisogna partire dai giovani e dal mondo della scuola, fare comprendere loro che la legalità e la libertà individuale sono due facce della stessa medaglia e che se c’è legalità c’è anche sviluppo. Però per poter partire dai giovani casoriani, c’è bisogno che essi esistano, e a riguardo sorge un problema: da oltre trent’anni non ci sono più casoriani nati a Casoria. Questo accade perché non esiste più sul territorio cittadino il reparto di ginecologia. Bisogna allora fare in modo che le strutture locali sanitarie si riapproprino di questo reparto, a vantaggio degli operatori locali. ”Bisogna far rinascere i casoriani”: dobbiamo far tornare nei codici fiscali dei cittadini il B990, il codice identificativo della città, dobbiamo essere orgogliosi di far parte di questa città anche in questo modo.
Quando Casoria era una Città prevalentemente agricola con la miseria e le difficoltà dell’epoca, tutto sommato la gente viveva meglio. C’era ordine, si lavorava nelle campagne e c’era molta dignità. La malavita organizzata non aveva spazi perché era la collettività che la respingeva.
Con l’industrializzazione anomala ed effimera degli anni 60 del secolo scorso, nonché con le gravi colpe degli amministratori passati che non riuscirono ad organizzarsi con un piano regolatore adeguato per frenare la speculazione edilizia, è successo l’irreparabile. Casoria è finita con il diventare una megacittà in un continuum della metropoli per cui bisogna convivere con tutti i mali che questo comporta.
Una scuola diversa più responsabile ed anche più attrezzata. E poi cos’altro?
Non esiste la bacchetta magica e chi promette posti di lavoro, sistemazioni immediate e vantaggi economici fa solo demagogia. Ma occorre lavorare per mettere in moto l’economia, per cui è indispensabile non solo attrarre nuovi investimenti per insediamenti produttivi ma anche progettare ed avviare opere pubbliche che significano creare occupazione e migliorare il volto della Città. Casoria va amministrata con il concetto del buon padre di famiglia. Bisogna pensare all’ordinario perché solo migliorando la vivibilità delle famiglie si può continuare a dare loro delle possibilità per il futuro.
Cercare di contenere le tasse prima di tutto. Non toccare il reddito, per la gente più possibilità di spesa e questo è a vantaggio del commercio e dello sviluppo. Uno sviluppo che non può essere paragonato a quello vorticoso di mezzo secolo fa, dell’immediato dopoguerra, ma con crescita del reddito pro capite e ben equilibrato perché dove c’è più economia c’è anche più lavoro.
Tra i settori da sviluppare ci sono il terziario, l’artigianato e le cooperative di servizio nel segno comunque di una globalizzazione ordinata e non sfrenata che segni un percorso di crescita civile attraverso maggiori opportunità di conoscenze e di collegamenti, che soltanto l’uso di internet può consentire, come sta accadendo già in altre parti del mondo. Inoltre, occorre gestire il Comune con un uso razionale delle risorse, attraverso la lotta allo spreco e fornendo servizi di qualità, adeguati alle attese della popolazione, bisogna migliorare ancora la qualità della vita promuovendo una migliore vivibilità ambientale insistendo sulla raccolta differenziata e sul potenziamento del sistema di raccolta dei rifiuti. Questo presuppone anche una maggiore presenza di vigili nelle strade, ed in termini di sicurezza, l’adozione del poliziotto di quartiere, previa opportuna autorizzazione del Governo. In fondo bisogna avere la consapevolezza di essere cittadini di una stessa comunità e di una grande patria come l’Italia invocando diritti, ma sapendo di avere anche doveri. Insomma: “Insieme si può cambiare”.