Intervista vicesindaco con delega ai Lavori pubblici Sergio D’Anna:

1) A breve sarà inaugurato il nuovo anno scolastico. Quello precedente è stato particolarmente turbolento: due gli istituti chiusi per mancanza di agibilità (San Mauro e Cimiliarco). E’ anche nato un problema di agibilità presso il Madrinato, struttura a cui il comune paga un salato affitto per ospitare i bambini della San Mauro, che ha costretto gli allievi per qualche tempo a svolgere il doppio turno. Al suono della campanella  di quest’anno vi saranno aule a sufficienza e soprattutto idonee ad accogliere la platea scolastica?

 

Voglio fare una premessa: questa amministrazione nasce 60 giorni fa, agosto compreso. Siamo molto giovani come Giunta, ma non dico ciò per trovare eventuali attenuanti, né vogliamo fare la solita litania dicendo che abbiamo trovato qualcosa di buono o non buono. Si trova sempre qualcosa di positivo e qualcosa di negativo. E’ chiaro che nei 30 giorni effettivi in cui abbiamo avuto modo di lavorare per la città, abbiamo affrontato quelle che abbiamo ritenuto essere le emergenze. La prima

grossa emergenza era appunto rappresentata dalle scuole, non fosse altro per il fatto che a giorni sarà inaugurato il nuovo anno scolastico. Noi ci auguriamo che venga onorato nella maniera migliore, con decoro e dignità così come la cittadinanza si aspetta e così come le autorità scolastiche si aspettano. Avevamo dei problemi fondamentali di prescrizioni da parte dell’Asl. Circa un anno fa l’Asl ha ispezionato i circoli didattici del territorio di Casoria, ha effettuato dei rilievi e della prescrizioni. La prima grande volontà di questa maggioranza, di questa amministrazione e quindi, di questo assessorato, è quella di riportare alla normalità ciò che fino a ieri rappresentava distonia rispetto alla sicurezza all’interno delle scuole. Possiamo dire con semplicità ma anche con soddisfazione e orgoglio di  essere riusciti nell’intento di portare alla normalità i circoli didattici. Precisamente quattro, perché il primo (la San Mauro) è chiusa. Abbiamo ottemperato alle prescrizioni dell’Asl, tranne il cambio delle porte al 5° circolo, ovvero la Brodolini, sia per mancanza di fondi che per una questione di tempo. Si tratta infatti di un intervento che richiede maggiore tempo, una qualità di lavoro diverso. Ci auguriamo  di riuscire quanto prima di mettere in bilancio le somme di denaro necessario, perché le bussole sono tante e speriamo di poter effettuare questo tipo di intervento magari durante le festività natalizie. Vi è stata un’altra emergenza circa 15 giorni fa che ha riguardato la scuola materna in via Armando Diaz che presenta dei cornicioni rotti. Ci stiamo impegnando per trovare le risorse economiche per riportare anche questa scuola alla normalità e far sì riapra. Il nostro motto è riportare la normalità in questa città. La gente non chiede molto, chiede di avere strade pulite, aule sicure, aule decenti. Servizi necessari, senza dover gridare alla straordinarietà. Casoria è in Europa ed ha il diritto ad avere scuole pulite, confortevoli, che possano formare nella maniera migliore i nostri giovani.

 

 

 

2)      L’ente comunale non dovrebbe forse preoccuparsi di verificare le condizioni degli edifici che prende in affitto e in cui vi colloca plessi scolastici?

 

Sì. Al momento della stipula del contratto, il proprietario deve mostrare una serie di documenti attestanti lo stato di sicurezza dell’immobile. Per quanto riguarda le scuole i parametri di solidità sono diversi dagli appartamenti; ad esempio i solai devono poter resistere a carichi maggiori.

 

3) La scuola Cimiliarco di Arpino è stata chiusa da oltre tre anni per motivi di inagibilità. Più volte è stato assicurato che in breve tempo sarebbero partiti i lavori. Così non è stato. A che punto è la gara? Perché tutti questi ritardi? Quando l’edificio sarà restituito ai legittimi proprietari, ovvero la collettività?

 

Il problema delle scuole chiuse è un po’ la nota dolente per la nostra città. Sono quasi tre anni che la San Mauro e la Cimiliarco sono chiuse. Non amo fare polemiche, ma già da consigliere ho sempre asserito che quelle scuole sono state chiuse con molta superficialità e quindi ad oggi riscontriamo dei ritardi notevoli. Tenere ferme tre anni due scuole ha comportato problemi non solo ai genitori e ai bambini, ma alla città nella sua interezza. Per tre anni abbiamo dovuto sostenere dei costi di fitto presso sedi private. Mi riferisco alla San Mauro per la quale siamo ancora in fitto presso sedi private, le quali sedi, tra l’altro, sono state interessate da alcuni tipi di lavori di staticità che hanno non poco preoccupato la direzione didattica della San Mauro e specialmente i genitori. Per quanto riguarda la Cimiliarco è stato presentato il progetto offerta dall’impresa che ha vinto l’appalto integrato. Tale progetto dovrà essere validato dal dirigente dei lavori pubblici, dopo dovranno essere nominati direttori e collaudatori; si dovrà attendere poi il parere del Genio Civile e quanto prima dovrebbero iniziare anche i lavori della Cimiliarco. Sembra che quel tipo di intervento possa concludersi entro la fine di luglio. Fare il possibile affinché questa data venga rispettata affinché il 4° circolo e la città di Arpino possano riappropriarsi di quel bene collettivo che è la scuola Cimiliarco.

 

 

4) I bambini della Cimiliarco svolgono le lezioni all’interno del Polifunzionale, struttura creata per fini diversi che ha poi dovuto cambiare uso e destinazione. L’edificio è totalmente inadatto ad ospitare lo svolgimento delle attività scolastiche: classi pollaio, perdite di acqua dal soffitto sono solo alcuni dei disagi che allievi ed insegnanti sono costretti a subire. Vista la grave negazione del diritto allo studio (in quanto questo comprende anche il diritto a studiare in ambienti confortevoli, sicuri, idonei), si è almeno provveduto a ripristinare le minime condizioni di agibilità nel Polifunzionale?

 

Quando si lavora in emergenza, purtroppo, dobbiamo anche accontentarci di soluzioni tampone. E’ chiaro che non è stata la migliore idea sistemare i bambini nel polifunzionale. Si sarebbe potuta trovare una soluzione migliore dato che il comune già a suo tempo disponeva di locali. Mi riferisco a quei bei locali nei pressi del Parco dei pini. Nell’emotività del tempo e nella superficialità di chiudere subito le scuole si è pensato di ristrutturare un polifunzionale che nasce come asilo nido e che quindi è impensabile che possa avere le stesse caratteristiche di una scuola elementare, non fosse altro che il decreto 412 prevede tutt’altre cose sia per gli asili nido che per le scuole elementari. Siamo quindi andati un po’ oltre anche quelli che sono i paramenti di legge. E’ una soluzione che ha tamponato un problema, ma non poteva essere la migliore soluzione. Aldilà delle aule con superfici non corrispondenti ai paramenti di legge, c’è il fatto che una scuola non è solo aule, ma deve avere palestra, teatro, sala conferenza. Il decreto 412 prescrive proprio come deve essere una scuola. Si potevano mettere a disposizione i locali del parco dei pini, gli stessi che di qui a breve noi destineremo all’ufficio tributi dando così anche una risposta forte al grande quartiere di Arpino. I locali, con una somma irrisoria (40 – 50 mila euro) saranno resi agibili ed inaugurati. L’allocazione è andata in locali di nostra proprietà con un grosso risparmio di denaro, smentendo chi sostiene, che facciamo uso distorto del denaro pubblico.

 

 

 

5) Il cantiere della San Mauro è stato inaugurato meno di un anno fa. A che punto sono i lavori? Quando sarà pronta la scuola?

 

Allo stato dei fatti la scuola San Mauro è in attesa del parere del Genio civile sulle strutture di cemento armato. I lavori stanno andando avanti  e quanto prima saranno completati. Questa amministrazione vuole però dire le cose come stanno, non abbiamo bisogno di nasconderci dietro nessun tipo di bugia e quindi è  giusto far sapere che la San Mauro non sarà pronta per l’anno prossimo e non potrà quindi essere ancora restituita alla città di Casoria e agli alunni. Lo sapevamo già qualche tempo fa, lo ribadiamo oggi.

6) Storia travagliata è anche quella del liceo Polispecialistico Gandhi i cui allievi sono dislocati in diverse strutture, anche fuori dai confini territoriali. Vi saranno novità positive quest’anno per questi giovani che a buona ragione sono addirittura stati definiti da qualcuno “nomadi della cultura”?

 

Il Gandhi è stata un po’ la lunga tragedia della scuola superiore del territorio di Casoria. Sembra che questo problema da qui a qualche trimestre sarà definitivamente risolto. E’ vero che quest’anno il Gandhi ritorna nelle sedi degli anni addietro, ma è pur vero che il locale di via Aldo Moro è pronto. I “nomadi della cultura” finiranno ben presto il loro girovagare. Appunto in questi giorni si sta provvedendo all’allacciamento del gas e quanto prima provvederemo alla consegna di quella struttura alle autorità scolastiche. Forse il fabbricato, benché sia una bella struttura, potrebbe non essere esaustivo per il fabbisogno del territorio e magari in sede successiva potemmo andare a valutare insieme all’assessorato competente (Pubblica istruzione)  e alla Provincia il reperimento di nuove aule. Ancora una nota negativa vorrei mettere in risalto : nel quartiere di Arpino non ci sono istituti di scuola superiore. Ciò è molto grave perché i ragazzi di Arpino difficilmente possono venire al centro perché non ci sono mezzi di trasporto adeguati e sono costretti di avvalersi di altri istituti su Napoli. Quanto prima questa Giunta, questa maggioranza e questa amministrazione, con un lavoro di squadra coordinato egregiamente dal sindaco Vincenzo Carfora, cercherà di colmare questa grave mancanza.

 

 

 

7) Nell’ambito dei lavori di ristrutturazione che riguarderanno diversi istituti del territorio si è pensato a provvedere negli stessi all’abbattimento delle barriere architettoniche che talvolta ostacolano gli alunni diversamente abili nel loro percorso scolastico?

Per quanto riguarda le barriere architettoniche, da qui a qualche momento, interverremo in pochissime scuole perché in questo caso si tratta di un programma che va definito nella sua interezza e bisogna trovare i fondi necessari. Dispiace dirlo, ma noi abbiamo un altro grave problema nelle scuole: la prevenzione incendi. E’ un problema che ad oggi non è mai stato affrontato con forte professionalità. Il primo impatto che abbiamo ricevuto con la prevenzione incendi è la ricerca dei documenti, dei collaudi dei certificati di agibilità. Documenti che non abbiamo trovato. Molte documentazioni non ci sono. E’ una vergogna perché è impensabile che siano dimenticate in qualche archivio. in precedenza è stato effettuato un lavoro però non è stato formalmente presentato ai vigili del fuoco. Oggi stiamo riprendendo quel discorso. Da qui a poche settimane, anche Casoria avrà un punto zero per quanto riguarda i certificati di prevenzione incendi nelle scuole. E’ un momento di grande importanza perché è vero che è un problema Nazionale; non esiste scuola d’Italia che non abbia il problema della sicurezza nelle scuole, perché la mancanza di fondi colpisce tutte le scuole d’Italia. Anche questo va risolto con una programmazione adeguata. Ci sono molte relazioni che illustrano anche la quantità di denaro necessaria per portare in sicurezza le scuole e parliamo di molti milioni. Bisogna riprogrammare con attenzione. Se oggi dovessi spendere due milioni, faccio un esempio, per una scuola come la Cimiliarco, non lo farei mai perché se la vado a rifare mi costa un milione. Nella programmazione dobbiamo creare un punto zero. Sono stati censiti tutti gli edifici scolastici e relativi plessi. I vigili del fuoco ci daranno le idonee prescrizioni. Ci saranno dei sopralluoghi da parte dell’Asl e dei vigili che ci imporranno prescrizioni e lavori. Si tratta di opere non di piccola entità, ma di grossa. L’amministrazione dovrà prendere atto del problema prevenzione, fare un programma di lavoro. Mi auguro che nel giro di un quinquennio possa essere portata a termine questa questione che non è di facile soluzione viste le scarse risorse finanziarie già preesistenti all’attuale manovra finanziaria che ha ancora intorpidito maggiormente i flussi finanziari che arriveranno nei comuni.

8) Numerosi sono i problemi denunciati dai presidi delle diverse scuole cittadine. Essi riguardano sia la manutenzione ordinaria che la povertà del materiale didattico a disposizione: gessetti, lavagne e persino banchi e sedie sono talvolta insufficienti. Sotto questo profilo si è provveduto a colmare le lacune?

 

L’amministrazione, in sinergia, vigila sulle cose da farsi e si assicura che vengano fatte nella maniera migliore. Oggi ho parlato di ristrutturazione di aule delle scuole; c’è chi ha lavorato per far sì che non manchi nessun tipo di suppellettili; c’è chi si è assicurato che non manchi nessun tipo di arredo nella scuola. Non abbiamo realizzato scuole nuove, così come la città meriterebbe, ma  abbiamo dato freschezza alle pitture; abbiamo dato un decoro ai servizi igienici; abbiamo dato un decoro alle aule. Nell’emergenza sarebbe stato impossibile dare alla città scuole nuove, ma non solo per una questione di tempo, ma anche di risorse.

9) Vuole aggiungere qualcosa?

 

Colgo l’occasione per ringraziare tutte le autorità scolastiche che ci sono sul territorio: direttori didattici e presidi che in maniera esemplare stanno collaborando con l’amministrazione. Si è creato un rapporto di reciproca stima che ci consente di uscire fuori dall’emergenza in ogni momento. Rammento che nel periodo di agosto il preside della Nino Cortese, allarmato ci ha chiamato perché ci sono stati atti vandalici nella scuola e in maniera tempestiva l’amministrazione ha dato la risposta più nobile che poteva darsi. E’ intervenuta subito a ripristinare le aule, i corridoi e l’intera scuola di via Bellini. Era questo che chiedeva la scuola, era questo che l’amministrazione sentiva di fare e aveva il dovere di fare. Le scuole devono essere di tutti e non momento solo di formazione dei giovani. Quanto prima bisogna aprire gli istituti scolastici anche il pomeriggio. Ci sono edifici come in via Bellini o in via Duca D’Aosta che hanno spazi esterni di cui è giusto che tutta la città ne possa godere. Sarebbe bello vedere le scuole aperte alla città. Questa era già un’indicazione di legge nel famoso decreto Francucci, quando nel 1987, indicava di realizzare le attività sportive polifunzionali, polivalenti, che non doveva solo essere appannaggio della scuola, ma doveva essere a disposizione dell’intero quartiere. Quanto prima abbandonate le emergenze bisogna programmare l’attività scolastica del territorio. Programmare l’edilizia scolastica, quindi riformulare la nostra platea che di sicuro non sarà uguale a quella di dieci anni fa. Bisogna da oggi iniziare a definire la scuola di domani; capire quale sforzo migliore per materne, elementari, medie e superiori. Una certezza che abbiamo è che non vi sarà una crescita della popolazione; se oggi siamo 80 mila abitanti, tali resteremo tra dieci anni. Avendo già un quadro della popolazione sarà per noi più facile capire il fabbisogno della stessa. Possiamo quindi anche ridefinire gli edifici a seconda delle esigenze; pensare magari a riciclare qualche scuola in surplus di una delle categorie di livello di elementari, medie o superiori e dare spazio, ad esempio, agli asili nido che rappresentano un’esigenza prioritaria. Oggi la donna che entra nel mondo del lavoro ha un grave problema, a chi affidare i bambini. I costi delle attività private sono onerosi per qualsiasi cittadino. Tutto ciò, però, viene fatto con la programmazione, per questo dico: usciamo dall’emergenza e iniziamo a programmare quale città vogliamo consegnare ai nostri figli, ai nostri nipoti partendo proprio dalle scuole. Bisogna girare pagina. L’emergenza delle strutture scolastiche dobbiamo lasciarcela alle spalle e creare un nuovo modo di ragionare a Casoria. La città ha bisogno di essere costruita in maniera diversa, con linguaggi e riflessioni più confacenti ad una nuova realtà che dovrebbe e dovrà affacciarsi alla nostra città. E’ l’unica città la nostra, nell’area Nord di Napoli, che si trascina ancora in maniera malandata anche nella normalità e nell’ordinarietà. L’emergenza scuola, a momenti, la metteremo da parte e rientriamo nella programmazione ordinaria. Abbiamo ereditato Casoria Piu e su questo la nostra città potrebbe giocarsi una carta molto importante. Le premesse per uscire fuori dal grigiore ci sono. Casoria potrebbe vedere realmente una nuova alba. Sembra che ci sia anche una buona maggioranza che possa consentire ciò, al di là delle considerazioni che le opposizioni fanno pensandola, giustamente, in maniera diversa. Ci sono però molte scelte che vanno fatte insieme alle opposizioni. Queste hanno un ruolo importantissimo in ogni Governo. Anche qui ci auguriamo un’opposizione di grande prestigio, di grande progettualità che abbandoni subito la critica che non porta a soluzioni. La nostra città ha bisogno di scelte forti, coraggiose, che vanno prese unitamente alle minoranze nella distinzione dei ruoli che la legge consente.

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