”I Lauridens” nella rappresentazione teatrale “ Senza solde nun se cantano messe“

Quattro giorni di programmazione teatrale per un lavoro già messo in scena 10 anni fa ma a grande richiesta è stato riproposto dalla Compagnia Teatrale “ I Lauridens “ nel Teatro Sacri Cuori di Afragola nell’ambito della Rassegna Teatrale organizzata con il patrocinio del Comune di Afragola.

“ Senza solde nun se cantano messe “ scritto nel 2006 da Sabatino Laurenza, prende ispirazione da una storia veramente accaduta all’allora parroco della Chiesa di S. Antonio Abate, Don Vincenzo Faraco che, coinvolto dal papà dell’autore e con la collaborazione di un “ragazzo “ della schola cantorum, decisero di comune accordo di giocare una schedina totocalcio con la speranza che, una volta vinto, avrebbero investito i proventi per iniziare i lavori per la costruzione della nuova chiesa.
I dialoghi e quant’altro arricchiscono la commedia sono frutto della Fantasia di Sabatino Laurenza che ha saputo coniugare, da un piccolo episodio, un lavoro brioso e brillante rendendolo piacevole ed alquanto divertente ma che nel contesto tocca argomenti sensibili e molto attuali quali l’omofobia, il vizio del gioco e l’accanita corsa al guadagno facile, l’usura intesa come vendita di soldi mediante cravattari. Ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale ma la commedia si presenta in tutte le sue sfaccettature come un documento di denuncia di uno status di vita attuale. Nelle vesti del prete Don Vincenzo c’è stata un’eccellente performance dello stesso autore e regista Laurenza Sabatino che ha tenuto la scena ininterrottamente e senza sbavature. D’altronde la compagnia è amatoriale ma di amatoriale si intravede poco. Ci hanno messo anima e corpo ed il risultato è stato gradevolissimo. Come d’altronde la recitazione magistrale di una superba Maria Onorato nelle vesti della prima attrice (Tosca), di una frizzante ed esuberante Alessia Ramaglia (Rachele), dell’esordiente, anche se sfido chiunque ad accorgersene, Antonia De Martino (Carmen), senza nulla da eccepire il ruolo doppio del pittore nelle vesti gentili e un po’ effemminati di un impareggiabile Pasquale Iorio.  Ennesima prova gagliarda di Angelo Senese (Sacrestano) che ha duettato in molte gag con il sempre verde Luigi Cuccurese (Celestino). Hanno coadiuvato ma non per questo poco importanti, i ruoli del becchino interpretato da Filippo Tremante, Amalia Catauro nelle vesti della bizzoca Donna Maria, Raffaele Cuccurese che ha teatralizzato la poesia della “ Speranza “ rendendola viva nel ruolo del postiero, e infine l’usuraio del paese Don Ferdinando interpretato da Antonio Ferrari. Alla loro prima apparizione ma con una presenza scenica di spessore anche i due bambini Miriam Onorato e Alessandro Talletti, e dulcis in fundo, solo una presenza scenica senza recitazione ma d’impatto quella di Angelo Laurenza poiché ha allietato il pubblico suonando il Padre Nostro di S. Andrea e rendendo un giusto momento mistico. Uno spettacolo nello spettacolo poi, la processione tra il pubblico di tutto il cast di attori che hanno dato il senso della loro professionalità senza far trasparire un minimo di emozione, come se il pubblico stesso non esistesse, nonostante la musica di una vera banda composta da quattro elementi: La Nuova Dimensione Afragolese. Ribadisco quindi la gradevolezza nell’insieme e la piacevole sensazione di aver assistito ad uno spettacolo qualitativamente valido.

 

 

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