Giù le mani da Terra Nostra

“A Terranostra nun s’adda tuccà” è il coro di solidarietà, unanime, che si sta alzando sempre più forte negli ultimi giorni. Terranostra, come ormai è noto, è un ex deposito militare che sorge a 200 metri dalla stazione, che è stato occupato e restituito alla cittadinanza da un gruppo di persone di buona volontà. Un vero e proprio esperimento di governo dal basso, come amano dire i ragazzi di Terranostra. E sono state tante, tantissime, le attività promosse da questo “esperimento sociale” in questi mesi: pensiamo a una delle ultime iniziative, ad esempio, ovvero quella della giornata di autoproduzione di birra artigianale. Ma ce ne sono state tante, tantissime altre.

Tuttavia il 21 ottobre una macchina del comune ha portato ai ragazzi di Terranostra un’ordinanza di sgombero. Ma, come si diceva all’inizio dell’articolo, l’ordinanza di sgombero ha attivato subito la grande macchina della solidarietà. Altre realtà simili a Terranostra, associazioni, movimenti e singoli cittadini hanno subito manifestato la propria contrarietà allo sgombero di un posto che, adesso, ha trovato finalmente il suo perché.

 

 

Così alle 10 del 22 ottobre è stato organizzato un presidio al “Comune di Casoria” dove i manifestanti hanno mostrato cartelli con il “prima” e il “dopo”. Ovvero com’era quella zona prima dell’occupazione e com’è adesso. Il 23 ottobre, ovvero nella giornata che era stata data come quella dello sgombero all’interno dell’ordinanza presentata, il presidio si è riunito in assemblea a Terranostra, dapprima per evitare lo sgombero e poi per discutere. Ma il 23 ottobre non è arrivato nessuno a intimare l’abbandono dell’ex deposito militare.

I ragazzi di Terranostra, tuttavia, non abbassano la guardia e sanno che il pericolo dello sgombero pende ancora su quel territorio finalmente restituito alla cittadinanza, quindi hanno programmato un altro presidio al comune per il 28 ottobre. Nel frattempo continuano a tenere in vita una bella realtà con le loro splendide iniziative.

 

Da parte nostra ci auguriamo che le istituzioni, con un po’ di buonsenso, decidano per il sì alla concessione diretta dello spazio in questione a chi è riuscito a donare un po’ di luce a un territorio martoriato, mettendo da parte l’idea malsana dello sgombero. I cambiamenti positivi vanno incoraggiati, non demoliti. Non toccate Terranostra.

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