Ieri si è svolto, presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, un incontro a porte a aperte, con Gino Strada, chirurgo fondatore di Emergency, uno dei personaggi più significativi della medicina emergenziale. Da persona straordinariamente semplice e ironica, alla vista della gremita platea , Gino Strada ha esclamato: “Se avessi saputo che eravate così tanti, mi sarei vestito meglio!”
Di lì un lungo dibattito sulla sua vita, l’impegno umanitario e la visione della medicina e del mondo.
Gino , che da adolescente sognava di fare il musicista o lo scrittore, è un chirurgo di guerra. La Medicina per lui è una “cosa strana”, a metà strada tra la scienza e l’arte, una zona sacra libera dal profitto. Il mestiere del medico è un mestiere nobile, importante perché si ha a che fare con la sofferenza umana. Per Gino Strada il diritto alle cure viene subito dopo il diritto alla pace: questi sono i due primi diritti fondamentali dell’uomo, che senza la vita e la salute non potrebbe godere di null’altro.
Il chirurgo si è duramente scagliato contro il Sistema Sanitario Italiano, ormai frammentario e eterogeneamente regolato nelle diverse regioni, un sistema in cui si è permesso alla medicina privata di entrare negli ospedali pubblici, ormai divenuti aziende che hanno per obiettivo il pareggio di bilancio e non la salute dei cittadini. Tutto ciò svilisce la professione medica e crea problemi, in un clima generale di impoverimento morale e culturale. Oggi Gino non riuscirebbe probabilmente a lavorare in Italia, un’Italia che ad ogni suo ritorno gli sbatte in faccia “quanto potrebbe fare e quanto non fa “.
Per Gino Strada la Medicina è pubblica, di alta qualità e gratuita per tutti. Basandosi su questa idea , questo grande uomo ha fondato in Sudan il “Centro di Cardiochirurgia Salam“, l’unico del continente africano, in cui le prestazioni, di altissima qualità, sono completamente gratuite. Secondo Gino “non si deve trarre profitto dalle sofferenze altrui, è aberrante pensare di guadagnare tanti più soldi, quanto più una persona soffre”. Anche in Italia molte persone ormai non possono permettersi cure adeguate: a suo dire “la crisi non è altro che l’ingiustizia sociale che avanza”.
A chi lo chiama eroe risponde : “ Io non sono un eroe, è il mondo a essere sottosopra e ciò ci fa sembrare straordinarie cose normali! Io svolgo solo il mio lavoro.”
Qualcuno gli chiede se ha paura quando svolge il suo lavoro e lui risponde che solo uno sciocco non lo farebbe. È capitato che qualcuno entrasse armato di mitra e sparasse nella sua, già distrutta, sala operatoria. Le decisioni, poi, sono difficili: “ le ferite da guerra emanano un odore e un dolore inconfondibili”.
Gino Strada ha aggiunto : “Non sono pacifista, sono contro la guerra. Di nostra ispirazione dovrebbe essere una frase di Albert Einstein : <<la guerra non si può umanizzare , solo abolire >>”. Gino non crede a chi dice che la guerra non finirà mai, che sia insita nell’indole umana: in trent’anni di esperienza non ha mai visto nessuna popolazione scendere in piazza per chiedere una guerra, sono sempre i governi a coinvolgere i paesi con “mezzucci“ di vario genere. Secondo il Dottor Strada, è ormai giunto il momento che la gente faccia sentire forte la propria voce e che si opponga alla guerra. Presto Emergency ci sorprenderà, collaborando con l’ONU per rivendicare il diritto alla pace, e arriverà per tutti noi l’opportunità di partecipare .
L’appello ai giovani studenti è quello di tornare a innamorarsi della Medicina, di coltivare le “cose belle”, perché, quando veramente si è interessati al destino delle persone, “qualcosa la si riesce a risolvere e questo vale più di una Lamborghini”.
Alessia Manco