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Furbetti del cartellino, cinque Lsu indagati in provincia di Napoli: strisciavano il badge dei colleghi. Borrelli (Verdi): “Qualora siano condannati, si proceda con il licenziamento in tronco. Occorre un maggior coordinamento tra Regione e comuni per stanare i lavoratori disonesti, abbiamo chiesto che le amministrazioni comunali inviino dei report trimestrali sulle attività svolte”
“Purtroppo ancora una volta ci troviamo a fare i conti con un caso di assenteismo nel settore pubblico, una forma di truffa ingiustificabile e quanto mai odiosa, che incide negativamente sulla vita dei cittadini che assistono loro malgrado ad un peggioramento dei servizi a causa di questi vergognosi comportamenti. Il caso dei cinque Lsu indagati nel Napoletano, colpiti dalla misura cautelare del divieto di dimora, accusati di strisciare il badge dei colleghi per farli risultare in servizio, qualora si concluda con una sentenza di condanna, dovrà corrispondere ad un licenziamento in tronco di tutti gli interessati. Non deve esserci alcuna accondiscendenza nei confronti di chi non fa il lavoro per cui è pagato”. Lo afferma il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. “Tra l’altro – prosegue Borrelli – è noto che gli Lsu fanno capo alla Regione e vengono dislocati presso i vari comuni. Spesso e volentieri, però, alcuni soggetti marciano sul fatto di essere di fatto retribuiti dalla Regione per non fare il proprio lavoro. Occorre dunque un maggior coordinamento per fare in modo che i lavoratori disonesti che non fanno il proprio dovere vengano stanati. Abbiamo chiesto alla Regione di richiedere un report trimestrali delle attività svolte dagli Lsu che sia utile a monitorare le attività di questa categoria di lavoratori che, troppo spesso, si è distinta per comportamenti poco professionali”.

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