Editoriale: Gravissimo comportamento politico del centro..

I sessanta anni di dittatura democristiana sono stati e sono la peggiore iattura per l’Italia e per Casoria.

GRAVISSIMO IL COMPORTAMENTO POLITICO  DEL CENTRO!

Tutto sommato c’è qualcosa di perverso e di sottile che mi unisce a quelli dell’MSI Fiamma Tricolore e di Forza Nuova ed anche a quelli della storica sezione di via Foria, la sezione di Michele Florino. E’ una sorte di intesa sotterranea che mi accomuna in una faziosa avversione per lo stesso nemico principale, per lo stesso avversario storico: la democristianeria, il moderatismo, il buonismo degli equidistanti.

Questo odio profondo e incancellabile per lo scudo crociato mi fa venire grande simpatia con i rossi compagni di Sinistra Critica e di Rifondazione Comunista, mi fa venire la nostalgia per gli “opposti estremismi”, quel periodo di Ideali e Valori che la Dittatura Democristiana ha fatto scomparire dall’Italia, grazie, colpa e causa della “Strategia della Tensione”.

“Moriremo democristiani!”

I congressi nazionali del Pd, Pdl, Udc, Udeur, Alleanza per l’Italia hanno, ancora una volta, fatto rilevare le ridicole legittimazioni centriste da parte di queste forze politiche.

Potremmo sbattere in copertina le foto di Mastella e De Mita con quelle di Vincenzo Carfora e Tommaso Casillo, rappresentanti di questa presunta area, intitolando “C’entro?!?”. Una battuta efficace, con la quale riportare le cose al proprio nome e smantellare l’intoccabile luogo comune sulla necessità del “centro”.

Possibile che da questo equivoco non si esce e che, in Italia come a Casoria, ma anche in tante altre città dell’area nord di Napoli si sia condannati all’eterna dittatura democristiana?

 

Eh, sì: democristiani erano e sono Polizio, Mauro e Stefano Ferrara, Nicola Laezza, Pino Balsamo, Nando Mosca, Massimo Iodice, Sergio D’Anna, Pasquale Tignola, Enzo Carfora, Raffaele Bene e altri che sicuramente dimentico.

Uomini, questi, che stanno costruendo il loro futuro da politici “legando l’asino” ai progetti neocentristi dei loro personali interlocutori provinciali, regionali e nazionali (Nicola Marrazzo, Pomicino, Mimmo Tuccillo, Pasquale Sommese, De Mita etc.). Vorrebbero chiamarla Federazione di Centro.

E’ mai possibile che senza di loro non si governa?

E, ancora: perché non si riesce ad entrare in una vera ottica bipolare?

 

I leader dei partiti non centristi subiscono passivamente il ricatto psicologico. Perché?

Non si sentono all’altezza di questa lunga storia democristiana, fatta di uomini politici ma anche di importanti uomini di Chiesa.

Questi uomini, un elenco lunghissimo, tutti abbracciati allo Scudo Crociato, sia essi eccellenti nomi della Società Civile sia Uomini della Chiesa, Cattolica naturalmente, sono stati per sessanta lunghi anni i maestri della politica, della sopravvivenza consiliare, di artifici e mediazione come prassi quotidiana.

Un fatto è certo: trionfa il moderatismo.

Il “nuovo centro” si rifà esplicitamente a Enrico e Gianni Letta con Angelino Alfano e Maurizio Lupi ; a Casoria il rientro di Ciccio Polizio  viene  impedito dall’odio che hanno verso di lui moltissimi soggetti politici. Comunque sono in pochissimi a resistere al disegno del Grande Centro.

 

L’impressione è che si sia tutti (o quasi) vittime di un complesso freudiano di nostalgia per la madre perduta. Una madre che tutti, anche quelli che l’hanno avversata (forse più a parole che nelle reali intenzioni), oggi vorrebbero riportare in vita.

Certo, c’è poco da ben sperare, se le previste riforme prossime venture si giocheranno a forza di doppi turni e recuperi proporzionali.

Se si vuole battere la Democrazia Cristiana e tutto il maledetto imbroglio che rappresenta, non c’è altra strada che quella dell’introduzione del sistema uninominale secco, all’anglosassone, senza cespugli di recupero. E, soprattutto, senza democristiani da recuperare.

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