DOVE SI PRATICA LA CARITA’ EDUCATIVA

Afragola: nell’oratorio della Parrocchia S. Marco all’olmo campo estivo con 130 bambini

Parrocchia S. Marco all’olmo in Afragola: l’oratorio attiguo al tempio,  dal 5 luglio scorso, per il campo estivo annuale,  è diventato un avamposto ludico – formativo, nel quale ben 130 bambini al giorno, di fascia d’età tra i 7 e i 12 anni, nei vari spazi a disposizione, appositamente attrezzati in loro funzione, svolgono, in un clima di genuina gioia e di amicizia, attività divertenti, accattivanti, fruttuose, mirate a sviluppare legami significativi, relazioni autentiche. Non si tratta, quindi, unicamente di trastullarli, ma di orientarli al bene di sé e degli altri in una dimensione di gratuità, di rispetto reciproco, di benevolenza e di altruismo.

Quest’anno”  riferisce l’instancabile parroco don Peppino Delle Cave, “diversamente giovane”, festeggiamo i 10 anni dalla prima edizione dell’oratorio estivo parrocchiale, tenutasi nel lontano 2013. Quindi quella di quest’anno è un’edizione speciale, che segna il mondo della parrocchia: siamo partiti con nulla ed oggi possiamo vantarci di essere uno dei campi estivi più attrezzati e “popolati” di Afragola. Il tema  segue le orme di quello del 2019: “Salvi Tutti” , ponendo particolare attenzione su un altro importante aspetto della Salvezza, il sacrificio.”

Dal tema è emersa l’originale idea del nome, dello slogan e del logo. A illustrarne il senso è Saveria, un’animatrice: “Lo slogan è tratto dal Vangelo di Giovanni: dare la vita per i propri amici (Gv 15, 13);  Il logo del GrEstate 2022, con il suo cactus, ci riporta nel deserto e nel vecchio West, due luoghi in cui esso cresce. Il nostro cactus è ,però, del tutto particolare perché prende la sua forma dalla croce che per i cristiani è simbolo di salvezza e ricorda il sacrificio di Gesù. La fascia rossa rappresenta proprio il sacrificio, un concetto che il colore rosso rende alla perfezione e che nella liturgia indica il martirio. Ancora una volta quest’anno l’obiettivo sarà fare #SalviTutti; il nome, “Piano Bi”, è il tormentone di questo grest. Il” Piano Bi non è mai l’alternativa al progetto, né il cambio di programma, ma la valida alternativa affinché il progetto iniziale non fallisca, ma vada avanti e progredisca”.

Quindici sono gli animatori/trici che fino al 29 luglio accolgono con premura i bambini, li affiancano , incoraggiando i più timidi, moderando i più audaci, sempre mostrandosi “presenze” affettive, che infondono fiducia, mettendo in atto la carità educativa a cui faceva riferimento Don Bosco, carità che testimonia i valori evangelici della disponibilità amorevole, del dono di sé per arricchire gli altri, soprattutto i bambini, che hanno bisogno di sentirsi accolti, di adulti che si interessano di loro.  Saveria racconta come si svolgono le giornate del campo estivo: “Si comincia alle 9:30 con l’arrivo dei bambini e termina alle 15:00, quando vanno via. Si inizia con la preghiera e ricordando episodi significativi del giorno prima: cerchiamo di far sentire tutti protagonisti, invogliandoli a parlare e a raccontarsi. Si passa poi ai Bans (i balli con gli inni del Grest; segue la merenda e poi ci si divide per le varie attività: disegno, giochi di società, compiti delle vacanze, calcio balilla, Ping pong, balli di gruppo e palestra, dove si pratica calcio, pallacanestro e pallavolo.  Arriva poi l’ora più attesa: quella della piscina. Segue il pranzo e poi si riprende con le attività fino all’orario di uscita”. Un altro animatore, in una breve pausa, confida: “Ricordo che eravamo praticamente dei ragazzini: in 5 con decine di bambini. Un’idea nata per gioco, un’idea nata per passare assieme l’estate e ripopolare la parrocchia. Pensare, quindi, che dopo 10 anni siamo ancora qui, scalda il cuore. Ciò che fa sorridere è che alcuni degli animatori, che adesso si occupano dei bambini iscritti, sono stati in primis loro bambini del campo estivo. Questo ci fa sperare che il progetto continui a realizzarsi nel futuro e che i semi piantati da noi possano diventare frutti nelle mani di altri”.

In queste ultime parole sta il senso della speranza che i 15 giovani animatori infondono nei 130 bambini che ogni giorno riempiono gli spazi dell’oratorio in questo mese: essa è scoprire ciò che si può fare per rendere il deserto un’oasi, invece di lamentarsi inutilmente; è accendere le candele, invece di imprecare contro il buio; è mostrare di essere giovani d’aratro: ognuno traccerà il proprio solco, forse poco profondo, poco diritto, ma ciò che importa è che non mancherà mai il solco di ognuno, imperfetto che sia, per piantare semi di bene.  A tal proposito ha concluso Saveria: “:All’interno della sigla di quest’anno, “Piano Bi”, c’è una strofa in cui si chiede a Gesù “ma chi te lo ha fatto fare, qui nessuno ti segue”. Ne vale veramente la pena? Una domanda bizzarra da porre a Gesù, eppure oggi il successo, la riuscita in qualcosa, la popolarità si esprimono con una nuova unità di misura: i like e i follower. Nella sigla però il Signore non fa mancare la sua risposta: “il mio like è credere che sono qui per il tuo bene.”

 

 

 

 

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