DON PATRICIELLO A RENZI: “QUI IL DRAMMA EPOCALE CONTINUA: FATTI RIVEDERE”

Alcuni giorni  fa, i dati dell’Istituto Superiore della Sanità sull’ incremento di mortalità per tumori e sull’ aumento di casi di ricoveri ospedalieri di bambini nelle province di Napoli  e Caserta ha di nuovo focalizzato l’attenzione degli organi di informazione sul fenomeno dei roghi tossici  nella Terra dei fuochi.

I vari Comitati, che lottano  per la bonifica dei territori devastati e deturpati dai veleni interrati in anni di lucrosi e delittuosi affari tra criminalità organizzata e imprenditori senza scrupoli,  tornano ad alzare la loro voce, sollecitando le istituzioni a realizzare quanto promesso, assicurato e deliberato. Don Maurizio Patriciello, il sacerdote di Caivano che incarna la voglia di riscatto delle popolazioni  che hanno visto inquinare e rovinare il loro habitat naturale e antropico e morire  familiari e amici, ha scritto una lettera al premier Renzi  denunciando che tuttora nei luoghi da lui visitati non molto tempo fa si continua a consumare “un dramma epocale”.

 

Eccone riportati, di seguito, ampi stralci :

“Caro Renzi, alcuni mesi fa – ancora non eri il Capo del governo – venisti ad Aversa per incontrare il mio vescovo, Angelo Spinillo, e alcuni sacerdoti della diocesi. Tema dell’ incontro: la ormai famigerata ‘terra dei fuochi’. Ci lasciammo con la promessa, da parte tua, di vederci ancora. Ecco, credo che quel momento sia venuto. Tra i tuoi gravosi impegni devi trovare un momento per ritornare nella ‘terra dei fuochi.  Te lo chiedo a nome di milioni di persone maltrattate, esasperate, ingannate. Anche questa notte, infatti, non hanno dormito. Le loro case erano invase da fumi, fetori, veleni di ogni tipo.  Anch’io sono rimasto sveglio e con in corpo una rabbia immensa. Il mio pensiero andava agli anziani, agli ammalati, ai tantissimi poveri che non hanno nemmeno un condizionatore e, quindi, non possono chiudersi in casa. Il mio cuore stava all’ospedale ‘Pascale’ dove non c’è più posto nemmeno per ricoverare i nostri ammalati.Non c’è una famiglia, caro Presidente, che non piange un morto di cancro. Non c’è una casa, a cominciare dalla mia, dove non c’è qualcuno che lotta sperando di vincere il terribile male. In queste terre si sta consumando un dramma epocale. Sotto gli occhi di tutti, tra la rassegnazione di tanti e il cinismo di altri.
Lo scrittore
Corrado Alvaro diceva che ‘alle domande vere occorre dare risposte vere’. Per noi non è stato e ancora non è così. Le nostre domande angoscianti vengono tuttora affrontate con una superficialità che fa spavento.– e sottolinea – Basti pensare alle ultime notizie provenienti da Roma. I dati dell’Istituto superiore di sanità confermano ciò che noi da sempre sappiamo, ma vengono il giorno dopo ridimensionati dallo stesso ministro Lorenzin, in contrasto con il Governatore della Campania che, invece, li riconferma. C’è confusione, pressapochismo.  Presidente,dobbiamo uscire da questa sciagura sciagurata al più presto e nel migliori dei modi. Ce la possiamo fare. Possiamo contare su migliaia e migliaia di stupendi volontari; possiamo contare sulla Chiesa campana, sempre attenta e vicina alla sua gente. – ma chiarisce – Quel che manca, a dirlo mi fa male il cuore, è proprio la volontà politica di mettere una volta per sempre la parola ‘fine’ a questa tragedia“.

La lettera si conclude con la benedizione al Primo Ministro, rinnovandogli l’invito a ritornare. E’ di qualche ora fa la notizia che Renzi ha risposto a don Patriciello, assicurandogli la sua disponibilità a farsi di nuovo presente e a offrire il suo contributo per la soluzione del “dramma”

 

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