Dal Vangelo secondo Luca

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. 
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 

Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

 

Come si può sfamare una folla? Come l’uomo può essere sfamato?  In ognuno di noi permane sempre il bisogno di nutrirci, abbiamo bisogno di vivere accanto ad una fonte che ci dia cibo e acqua in continuazione.  Il nostro problema è saziarci, se non sono sazio io come faccio a saziare gli altri? ( «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». ). Allontaniamo dalla nostra quotidianità i problemi degli altri, se io ho da dare qualcosa allora mi metto a disposizione, ma se non ho cosa posso dare? Anche gli apostoli  arrivarono a questa riflessione.  Incontrando Gesù, io non do solo se posseggo qualcosa, ma io do se mi fido di Dio, darò il mio poco , non guarderò sempre prima la mia tasca. Bisogna fare un salto nel rapporto con Dio, più ci allontaniamo dalla provvidenza di Dio, più la crisi diventa peggiore. Le soluzioni che troviamo sono devastanti, pensiamo ai suicidi dei nostri giorni. Consegnarsi al Padre è chiedere a Lui di vivere la nostra precarietà sempre con un proponimento di speranza, di miglioramento. Alla base c’è il fidarsi di Dio, che è Padre, non abbandona i figli. Quel poco che abbiamo, anche il niente, non deve mai farci perdere la certezza che Dio accompagna la nostra strada, che tutti i problemi accanto a Lui assumono una luce diversa, c’è da imparare dal nostro dolore, dalle mortificazioni, c’è sempre da leggere in esse una messaggio d’amore per te. Alla fine la nostra vita sarà saziata, già qui nella nostra quotidianità. Genoveffa Tuccillo

Share This Post